La nuova legge sugli sconti dei libri
È stata approvata all'unanimità dal Senato in via definitiva e stabilisce nuovi limiti agli sconti che si possono praticare sul prezzo dei libri nel tentativo di favorire le piccole librerie
Il 5 febbraio il Senato ha approvato all’unanimità la legge sulla lettura, un testo che ha lo scopo di favorire la diffusione della lettura in Italia e che, tra le sue norme, contiene anche un discusso limite agli sconti praticati sul prezzo di copertina dei libri. Il mondo dell’editoria si è diviso su questa legge, con i grandi gruppi editoriali e le catene di librerie sostanzialmente contrari e i piccoli editori e le associazioni di librai indipendenti a favore. Tra i contrari c’è anche l’Associazione Italiana Editori (AIE), la più grande associazione di case editrici italiana.
La norma più controversa introdotta dalla nuova legge, oggetto di dibattito da anni, è una modifica alla cosiddetta “Legge Levi”, un testo approvato nel 2011 che deve il suo nome a Ricardo Franco Levi, attuale presidente dell’AIE. Questa legge prevedeva che normalmente le librerie potessero proporre ai loro clienti uno sconto massimo del 15 per cento. L’unica deroga era rappresentata dagli sconti che le case editrici possono proporre, su tutto il proprio catalogo o una parte, per un mese all’anno (dicembre escluso): il massimo in questo caso è del 25 per cento.
La nuova legge approvata questa settimana abbassa entrambe le soglie: d’ora in poi alle librerie (comprese quelle delle catene come Feltrinelli e Amazon) sarà vietato scontare i libri più del 5 per cento. Gli sconti indetti dalle case editrici, tuttora limitati a un mese all’anno dicembre escluso, non potranno superare il 20 per cento del prezzo di copertina. Queste nuove regole somigliano molto a quelle già presenti in molti altri paesi europei, come Francia, Paesi Bassi, Spagna e Svizzera. In Germania, invece, gli sconti sui libri sono completamente vietati.
La nuova legge contiene anche numerose altre misure meno controverse. Ad esempio, vengono stanziati poco più di 4,3 milioni di euro per un “Piano nazionale d’azione per la promozione della lettura”. A partire dal 2020 la legge stabilisce che ogni anno sarà nominata una “Capitale italiana del libro”, sulla base di progetti presentati dalle singole città. Le iniziative relative a questo evento saranno finanziate dallo stato con un contributo da 500mila euro. Un altro milione di euro viene stanziato per i programmi per favorire la letture nelle scuole nel corso del 2020 e del 2021. Viene anche introdotta una “Carta della cultura”, una carta elettronica annuale del valore di 100 euro utilizzabile dalle famiglie in una situazione di difficoltà economica per l’acquisto di libri. Infine, l’ultima misura importante è il finanziamento aggiuntivo di 3,25 milioni di euro per il fondo che finanzia gli incentivi fiscali alle librerie.
Queste norme non hanno suscitato particolari dibattiti, a differenza di quella sul blocco degli sconti. Il sito Il Libraio ha riassunto le varie posizioni delle principali associazioni del settore su questa novità. L’AIE, di cui fanno parte i grandi gruppi editoriali come Mondadori e GeMS, si è schierata contro, mentre sono a favore i piccoli editori riuniti nell’associazione ADEI (Associazione degli editori indipendenti) e due associazione di librai, la ALI (Associazione Librai Italiani) e il SIL (Sindacato Italiano Librai).
Lo scontro, in sostanza, divide il mondo dell’editoria tra grandi e piccoli operatori. Le grandi case editrici dell’AIE, che possono permettersi politiche molto aggressive di sconti, sono contrarie a questa limitazione, mentre i piccoli editori e i librai, che a causa di margini di guadagno molto più bassi non possono competere con queste pratiche, sono invece favorevoli. La multinazionale americana Amazon non si è espressa sulla questione, ma è chiaro a tutti gli operatori del settore che la legge mira soprattutto a limitare la sua capacità di praticare sconti massicci tutto l’anno: attualmente è molto comune trovare libri in vendita a prezzo pieno nelle librerie fisiche scontati del 15 per cento su Amazon.
Non si tratta di un problema soltanto italiano e numerosi paesi europei negli anni hanno introdotto forti limitazioni alla possibilità di praticare sconti sul prezzo dei libri. Il caso più celebre di controllo sui prezzi dei libri è quello della Germania, dove dal 1888 il prezzo dei libri è fissato da un accordo tra editori e rivenditori e non può essere modificato, una misura pensata per evitare la competizione tra librerie e per favorire gli autori emergenti. Altri paesi, come il Regno Unito, hanno liberalizzato completamente il prezzo dei libri che ogni rivenditore può modificare a piacimento.