La strana e buffa cerimonia che si tiene ogni sera al confine tra India e Pakistan
Con migliaia di spettatori che ballano e urlano slogan nazionalistici, e i militari dei due paesi che fingono minacciosamente di scontrarsi
Tutti i giorni da oltre 70 anni al passaggio di confine di Wagah-Attari, tra India e Pakistan, si tiene una strana e buffa cerimonia militare che col tempo è diventata anche un’attrazione per i turisti stranieri. Migliaia di persone si ritrovano ai due lati del confine per assistere a un “quasi scontro” tra i soldati dei due paesi, i quali recitano una parte come in un’opera teatrale che si ripete a cadenza quotidiana. La cerimonia, che termina ogni volta con il contemporaneo abbassamento delle bandiere dei due stati, è soprattutto una celebrazione «di una delle più potenti forze che esistano oggi nel mondo: il nazionalismo», ha scritto il New York Times.
La cerimonia di Wagah-Attari funziona così: i soldati indiani e pakistani, divisi inizialmente da un cancello chiuso, si preparano nei rispettivi lati del confine al “confronto diretto” suonando batterie e tamburi, urlando slogan nazionalisti e incitando la folla, soprattutto dalla parte indiana.
Poi il cancello viene aperto, inizia l’avvicinamento dei rispettivi militari alla linea di frontiera, con marce militari, sguardi e mosse tra il buffo e il minaccioso, come il gesto dei soldati pakistani di lisciarsi i baffi. Il momento più importante della cerimonia avviene quasi verso la fine, quando due soldati pakistani e due indiani – tutti e quattro con un particolare copricapo con una specie di ventaglio in cima – si “affrontano” sulla linea di confine, fingendo di iniziare uno scontro fisico: lo scontro non inizia mai e dopo qualche secondo le due coppie si allontanano l’una dall’altra.
La cerimonia si conclude con il contemporaneo abbassamento delle due bandiere e la chiusura del cancello (qui si può vedere una versione lunga della cerimonia, girata dalla parte indiana del confine).
La cerimonia di confine di Wagah-Attari riunisce tutti i giorni migliaia di persone, tra cui ferventi nazionalisti di due paesi che tra loro sono avversari da quando sono nati, nel 1947. Negli ultimi 70 anni India e Pakistan hanno combattuto diverse guerre di confine, anche se per lo più di bassa intensità.
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Lo scorso anno i rapporti tra i due paesi sono peggiorati di nuovo per la regione del Kashmir indiano, sotto il controllo dell’India ma abitato in prevalenza da musulmani e rivendicato dal Pakistan. I due paesi si sono bombardati a vicenda e si è temuto l’inizio di una nuova guerra: scenario ancora più preoccupante se si considera che entrambi gli stati possiedono l’arma nucleare. Anche durante la crisi, comunque, la cerimonia di Wagah-Attari – una tradizione che va avanti da quando fu demarcato il confine, negli anni Quaranta – non è mai stata interrotta.
N.K. Singh, ex funzionario indiano che per molti anni ha lavorato al confine, ha detto al New York Times: «L’idea dietro la cerimonia è che io capisco te e tu capisci me. Non è uno scontro. È una dimostrazione del meglio di entrambe le parti».
La cerimonia è molto più sentita e partecipata dalla parte indiana, dove i militari sono spesso costretti a frenare centinaia di giovani che spinti dagli slogan patriottici si portano fino alle barriere di sicurezza.
Le scene che si vedono tutti i giorni a Wagah-Attari non sorprendono più di tanto. Da qualche anno in India si assiste a un aumento significativo del nazionalismo, alimentato dal governo guidato dal primo ministro Narendra Modi, che di recente è stato molto criticato per una controversa legge sulla cittadinanza che penalizza in particolar modo i musulmani. Lo stesso fervore nazionalistico non è presente invece in Pakistan, un paese che da tempo sta attraversando una crisi economica piuttosto grave e profondamente segnato dalle violenze degli ultimi due decenni, causate soprattutto dal terrorismo.