La morte di Kobe Bryant
Le ultime cose che sappiamo sull'incidente in cui è morto insieme alla figlia Gianna, e le foto e i video dei tanti ricordi commossi
È in corso un’indagine per stabilire se sia stato il brutto tempo a causare l’incidente in elicottero nel quale domenica è morto l’ex giocatore di basket Kobe Bryant insieme a sua figlia 13enne Gianna e ad altre sette persone, sulle colline tra Malibu e Los Angeles. Al momento dell’impatto c’era una fitta nebbia, tanto che la polizia di Los Angeles aveva deciso di tenere a terra gli elicotteri per alcune ore. Secondo TMZ, il sito che ha dato per primo la notizia della morte di Bryant, l’ultimo contatto radio con il pilota è avvenuto alle 9.30 di domenica mattina (ore locali), poco prima che l’elicottero cominciasse a girare intorno e a cambiare repentinamente quota, dirigendosi infine a grande velocità contro una collina nei pressi di Calabasas.
Lunedì tutti i passeggeri a bordo dell’elicottero sono stati identificati: sono l’allenatore di baseball universitario John Altobelli insieme alla moglie Keri e alla figlia 13enne Alyssa, compagna di squadra di Gianna, poi Christina Mauser, allenatrice e collaboratrice di Bryant, e Payton Chester, altra compagna di squadra di Gianna, insieme alla madre Sarah. La nona persona a bordo era il pilota Ara Zobayan.
Il gruppo stava andando alla Mamba Sports Academy, un centro sportivo di proprietà di Bryant a Thousand Oaks, per una partita di allenamento della squadra di basket di Gianna, allenata dallo stesso Bryant. L’elicottero, un Sikorsky S-76B del 1991, era partito dal John Wayne Airport, a sud est di Los Angeles, pochi minuti dopo le nove di mattina, ora locale. Sembra che al momento dell’incidente stesse andando molto forte, ed era probabilmente pieno di carburante che ha alimentato il grande incendio che è seguito all’impatto.
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La prima chiamata ai soccorsi è arrivata alle 9.47: i vigili del fuoco e i soccorritori medici hanno dovuto raggiungere a piedi il luogo dell’impatto, e secondo le autorità le operazioni di recupero dureranno ancora alcuni giorni, per le difficoltà a raggiungere i rottami.
La notizia della morte di Bryant è stata ricevuta con grande sorpresa e commozione dai media e dagli appassionati di sport di tutto il mondo. Bryant era stato un giocatore di fama e talento come pochissimi altri nella storia dello sport, ed era stato uno dei più grandi protagonisti – il più grande, secondo molti – della NBA del primo decennio degli anni Duemila. In quel periodo aveva vinto cinque titoli con i suoi Los Angeles Lakers, con i quali giocò per venti stagioni tra il 1996 e il 2016.
Domenica centinaia di fan hanno reso omaggio a Bryant davanti allo Staples Center, il palazzetto dei Lakers dove però era in programma la cerimonia di premiazione dei Grammy, i premi della musica americana, cosa che ha complicato la circolazione nella zona.
There’s no words to express the pain Im going through with this tragedy of loosing my neice Gigi & my brother @kobebryant I love u and u will be missed. My condolences goes out to the Bryant family and the families of the other passengers on board. IM SICK RIGHT NOW pic.twitter.com/pigHywq3c1
— SHAQ (@SHAQ) January 26, 2020
Il Los Angeles Times ha descritto un’atmosfera surreale a Los Angeles domenica, con gli schermi di tutti i luoghi pubblici che trasmettevano le notizie sull’incidente di Bryant e le persone in silenzio che le guardavano. L’aeroporto di Los Angeles, così come il grattacielo della U.S. Bank, sono stati illuminati con il giallo e il viola, i colori dei Lakers, mentre centinaia di persone hanno lasciato fiori e ricordi davanti alla Mamba Sports Academy, e altri ancora davanti alla scuola superiore di Bryant di Philadelphia, la città dove era nato.
https://twitter.com/rmayemsinger/status/1221555073253134337
Nonostante l’impatto della notizia sul mondo dello sport americano e soprattutto del basket, domenica si sono giocate regolarmente le molte partite di NBA previste. La prima è stata quella tra San Antonio Spurs e Toronto Raptors, giocata pochi minuti dopo la diffusione della notizia. I giocatori, dopo un minuto di silenzio prima del fischio di inizio, appena iniziata la partita hanno lasciato volontariamente scadere il cronometro dei 24 secondi, quello che indica la durata massima di ogni azione. 24 era stato infatti il numero di maglia di Bryant a partire dal 2006, dopo aver indossato per anni il numero 8. La scena si è ripetuta anche nelle altre partite, in alcune delle quali i giocatori hanno tenuto la palla per 8 secondi nella propria metà campo (un’altra violazione delle regole nel basket), ricordando l’altro numero di Bryant.
A powerful moment in honor of Kobe.
After the Grizzlies took a 24-second violation to begin the game, the Suns took an 8-second violation. Devin Booker was moved to tears. pic.twitter.com/YikW0sY4rr
— SportsCenter (@SportsCenter) January 26, 2020
Tra i tantissimi, la morte di Bryant è stata ricordata anche da tre presidenti ed ex presidenti statunitensi, Donald Trump, Barack Obama e Bill Clinton. Sia Trump sia Obama hanno parlato di come Bryant stesse cominciando una nuova fase della sua vita, quella dedicata alla promozione del basket tra i giovani, e soprattutto di quello femminile.
Kobe Bryant, despite being one of the truly great basketball players of all time, was just getting started in life. He loved his family so much, and had such strong passion for the future. The loss of his beautiful daughter, Gianna, makes this moment even more devastating….
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) January 26, 2020
Kobe was a legend on the court and just getting started in what would have been just as meaningful a second act. To lose Gianna is even more heartbreaking to us as parents. Michelle and I send love and prayers to Vanessa and the entire Bryant family on an unthinkable day.
— Barack Obama (@BarackObama) January 26, 2020