Alle elezioni in Perù nessun partito ha ottenuto la maggioranza
Domenica in Perù ci sono state le elezioni anticipate che erano state indette alla fine di settembre, quando il presidente Martín Vizcarra aveva sciolto il Parlamento, controllato dalle opposizioni, e indetto le elezioni dopo una serie di scontri tra governo e parlamentari legati al cosiddetto scandalo Odebrecht, in cui è stata coinvolta una buona parte della classe politica peruviana. Vizcarra riteneva che il Parlamento gli stesse impedendo di portare a termine le sue politiche anticorruzione. Non ci sono ancora risultati definitivi sull’esito del voto, ma dalle prime proiezioni sembra che nessuno dei 22 partiti che hanno partecipato alle elezioni abbia ottenuto una netta maggioranza.
Azione Popolare, il partito più votato, avrebbe ottenuto meno del 12 per cento del consenso; Forza Popolare, il partito fondato da Keiko Fujimori (figlia dell’ex presidente peruviano Alberto Fujimori), sarebbe solo al 7 per cento nonostante dopo le scorse elezioni fosse il primo partito in Parlamento.
Vizcarra – che fa parte del partito di centrodestra Peruviani per il Cambiamento ed era diventato presidente nel 2018 dopo che il suo predecessore Pedro Pablo Kuczynski si era dimesso per i suoi legami con Odebrecht (che è la più grande società edile dell’America Latina) – dovrà cercare di formare una coalizione di diversi partiti per poter continuare a governare. Tutti e quattro i precedenti presidenti del paese erano indagati in relazione allo scandalo; uno di loro, Alan García, si è ucciso lo scorso aprile mentre la polizia cercava di arrestarlo.
Non si sa ancora quando saranno disponibili i risultati definitivi delle elezioni. Qualunque sia l’esito comunque il nuovo Parlamento durerà poco: nel luglio del 2021 ci saranno le elezioni presidenziali e si terranno anche delle nuove elezioni parlamentari. I 130 deputati eletti domenica non potranno candidarsi anche alle elezioni dell’anno prossimo.