Oltre 2.700 contagi del nuovo coronavirus
Quasi tutti in Cina, dove sono morte 81 persone, ma ne sono stati confermati anche in altri paesi mentre cresce la preoccupazione per la trasmissione asintomatica
I casi confermati di pazienti che hanno contratto il nuovo coronavirus sono oltre 2.700, in aumento rispetto a domenica 26 gennaio, quando ne erano stati segnalati meno di 2.000. I morti sono 81 – tutti in Cina – mentre i contagi interessano ormai diversi paesi: 8 in Thailandia, 5 negli Stati Uniti (2 in California, e uno nello stato di Washington, a Chicago e in Arizona) e in Australia, 4 in Corea del Sud, Giappone, Singapore e Malesia, 3 in Francia e Taiwan, 2 in Vietnam, uno in Canada e Nepal. I casi confermati fuori dalla Cina riguardano turisti cinesi o persone che erano state di recente nell’area di Wuhan, dove è cominciato il contagio.
Secondo Zhou Xianwang, sindaco di Wuhan, probabilmente nelle prossime ore saranno confermati altri 1.000 casi di contagio in città, circa metà dei 3.000 casi sospetti attualmente in esame.
Non sono finora stati riportati casi di contagio in Italia, dove ci sono controlli medici agli ingressi negli aeroporti di Milano Malpensa e Roma Fiumicino, quelli più interessati dal traffico proveniente da fuori dall’Europa. I 220 passeggeri di un Boeing 787 atterrato giovedì scorso a Fiumicino da Wuhan sono stati sottoposti alle verifiche mediche, risultando negativi.
Negli ultimi giorni, però, le preoccupazioni sono aumentate per via della possibilità che anche i pazienti che non presentano sintomi legati al nuovo coronavirus, ma che lo hanno contratto, possano essere contagiosi. Lo ha detto Ma Xiaowei, a capo della Commissione cinese per la Sanità. Si stima che il periodo di incubazione per il virus possa arrivare fino a 14 giorni. Questo tipo di trasmissione asintomatica renderebbe molto più complicato contenere la diffusione del virus.
Alcuni esperti negli ultimi giorni hanno poi criticato le autorità cinesi per come hanno gestito il contenimento del contagio: Zhou ha detto che fino a 5 milioni di persone hanno lasciato Wuhan tra il momento in cui si pensa il virus abbia cominciato a diffondersi e quello in cui sono state imposte le limitazioni al traffico in entrata e in uscita dalla città.
Lo sforzo messo in atto dalla Cina per contenere il contagio è comunque senza precedenti: quasi venti città nella regione di Hubei sono in quarantena, compresa Wuhan, che ha 11 milioni di abitanti. È un’operazione di dimensioni e complessità enormi, anche per gli aspetti che vanno oltre il controllo degli spostamenti: c’è per esempio da garantire l’approvvigionamento di risorse e provviste, così come fornire l’adeguata assistenza sanitaria.
Gli epidemiologi dell’Imperial College di Londra hanno stimato che ciascuna persona contagiata dal nuovo coronavirus abbia infettato tra 1,5 e 3,5 altre persone nei primi giorni della diffusione, un valore che è dell’1,3 per l’influenza stagionale. Se la normale influenza infatti fa annualmente centinaia di migliaia di morti, le preoccupazioni legate al nuovo coronavirus riguardano la sua velocità di trasmissione, oltre al fatto che non ci sono cure e vaccini. La vera pericolosità del virus comunque non è ancora nota: i casi più gravi, che coinvolgono gravi polmoniti e altri problemi respiratori, sembrano riguardare al momento principalmente gli anziani o le persone immunodepresse.
Il governo della Cina intanto ha esteso di tre giorni le festività nazionali legate al Capodanno cinese, nel tentativo di posticipare il momento in cui la popolazione tornerà alla sua normale vita quotidiana rendendo più complesso il contenimento del virus. Si parla già delle conseguenze del contagio sulla produttività: diverse città, come Suzhou (una metropoli da 11 milioni di abitanti vicino a Shanghai, tra i più importanti centri produttivi del paese), ha stabilito che le fabbriche non riapriranno fino all’8 febbraio.
Tra le misure più importanti applicate per provare a contenere il contagio c’è la sospensione del servizio di autobus a lunga percorrenza, deciso da diverse città tra cui Chongqing, che ha oltre 30 milioni di abitanti ed è a circa 1000 chilometri da Wuhan. I bus sono il mezzo più utilizzato dai cinesi per spostarsi sulle lunghe tratte, e la sospensione rallenterà probabilmente il rientro a casa dei milioni di persone che hanno viaggiato per raggiungere le proprie famiglie in occasione del Capodanno cinese.
Lunedì intanto il primo ministro cinese Li Keqiang ha visitato Wuhan, per esaminare di persona la quarantena messa in atto in città. Le autorità cinesi hanno annunciato pochi giorni fa la costruzione di un nuovo ospedale a Wuhan per trattare i casi di contagio. L’ospedale dovrebbe essere pronto entro questa settimana.