La volta che una serie tv e una partita di baseball salvarono un ragazzo dalla pena di morte
Nel 2003 Juan Catalan fu incastrato dalla polizia di Los Angeles e accusato di omicidio, fino a quando venne scagionato da un episodio di "Curb Your Enthusiasm"
Il 12 agosto 2003 un ragazzo di 25 anni, Juan Ignacio Catalan, venne arrestato fuori dal laboratorio artigianale della sua famiglia nella periferia di Los Angeles, negli Stati Uniti. In passato Catalan era già stato arrestato per furto insieme a una piccola banda latinoamericana di cui faceva parte con il fratello. Aveva precedenti penali, insomma, ma si era sistemato da tempo: non aveva mai fatto del male a nessuno, lavorava, aveva una compagna e una figlia piccola.
Dopo essere stato sbattuto a terra e ammanettato dagli agenti, Catalan venne portato in commissariato per essere interrogato. Lì venne a sapere l’accusa mossa nei suoi confronti: l’omicidio di Martha Puebla, una ragazza di sedici anni uccisa a Los Angeles due mesi prima. Catalan venne riconosciuto nelle foto segnaletiche dall’unica testimone oculare dell’omicidio, avvenuto per strada e probabilmente motivato dal fatto che la ragazza avesse testimoniato in un caso che coinvolgeva il fratello maggiore di Catalan. Si venne a sapere soltanto in seguito che l’identificazione venne forzata dagli agenti di polizia assegnati al caso, come poi accertarono le indagini interne della polizia di Los Angeles (non nuova a episodi del genere).
Catalan venne trattenuto per le udienze preliminari, sapendo di rischiare la pena di morte in caso di condanna definitiva. Contattò un avvocato di cui suo cugino era stato segretario, Todd Melnik, che si convinse a difenderlo dopo aver sentito la sua versione dei fatti. La sera dell’omicidio di Martha Puebla, Catalan sosteneva di trovarsi al Dodger Stadium di Los Angeles insieme alla figlia piccola e a due amici per vedere la partita di baseball tra i Dodgers e gli Atlanta Braves. L’orario della partita coincideva con quello dell’omicidio, avvenuto alle dieci e mezza di sera. Per confermare l’alibi sarebbe stato necessario fornire il maggior numero di prove possibili.
Nei giorni delle udienze preliminari Alma, la compagna di Catalan, ritrovò i biglietti della partita. L’accusa però sostenne che non legittimavano l’alibi, dato che Catalan sarebbe potuto uscire dal Dodgers Stadium in qualsiasi momento per andare a casa della vittima in tempo per ucciderla. A quel punto Melnik contattò i Dodgers per poter recuperare tutte le riprese effettuate allo stadio. Si rivolse quindi a Sam Fernandez, direttore degli affari societari della squadra, che mise a disposizione tutti i filmati in suo possesso.
Dopo ore di visione Melnik riuscì a individuare Catalan fra i 27.458 spettatori presenti quella sera al Dodgers Stadium, ma non in modo abbastanza chiaro da legittimare l’alibi. In un successivo colloquio, Catalan ricordò che nel settore da cui guardò la partita sembrava che qualcuno stesse filmando con l’aiuto dei responsabili della sicurezza, i quali fermavano le persone per non intralciare le riprese. Melnik tornò dai Dodgers e consultò il registro dei permessi rilasciati dalla società, scoprendo che la sera del 12 maggio un troupe della HBO stava girando delle scene per il terzo episodio della quarta stagione di Curb Your Enthusiasm, una serie tv ideata e interpretata dal grande attore comico statunitense Larry David.
Lo stesso Larry David, che aiutò Melnik nella visione dei filmati, si trovava al Dodgers Stadium quella sera per girare una scena con un altro noto attore comico, Bob Einstein. Insieme risalirono allo spezzone dove si vedeva chiaramente Catalan tornare al suo posto per mano con la figlia, e poco dopo David passargli accanto salutando il pubblico e scusandosi per il disturbo.
Le riprese messe a disposizione da HBO indicavano le 21.15 come ultimo orario di registrazione. Rimaneva uno scarto di circa quarantacinque minuti con l’omicidio, che si ridusse a venti quando i tabulati telefonici confermarono che Catalan uscì dallo stadio alle 22.10. L’accusa, rappresentata da un pubblico ministero noto per non aver mai perso un caso, continuò a sostenere la colpevolezza di Catalan affidandosi all’identificazione fatta da una testimone ritenuta affidabile. La giudice assegnata al caso, tuttavia, fu di parere contrario: ordinò il rilascio immediato e fece cadere le accuse.
Gli agenti che forzarono la testimonianza contro Catalan vennero successivamente indagati, e ammisero di aver favorito l’identificazione e cercato deliberatamente una risposta incriminante nei suoi confronti. Nel 2007 Catalan ottenne dalla città di Los Angeles un risarcimento di 320 mila dollari. Il suo caso è stato raccontato in un breve documentario uscito su Netflix nel 2017.