Le novità sul coronavirus
Il numero dei morti è arrivato a 41 e i contagi sono più di 1350: ne sono stati confermati anche tre in Francia, due negli Stati Uniti e uno in Australia
Il numero dei morti causati dal nuovo coronavirus è salito a 41 e i casi di contagio confermati sono circa 1350. Tutte le morti sono avvenute in Cina, dove c’è anche la maggioranza dei contagi: sono tuttavia stati confermati casi in Francia, Stati Uniti e Australia. Le autorità cinesi hanno imposto nuove restrizioni e altre misure di controllo per arginare la diffusione del virus, limitando i viaggi di milioni di persone nei giorni dei festeggiamenti per il Capodanno cinese: i contagi hanno però ormai raggiunto diverse province del paese e tre delle morti sono avvenute in luoghi che non sono la città di Wuhan, quella da cui sono iniziati i contagi.
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Morti
Tra venerdì e sabato le autorità cinesi hanno confermato la morte di altre 15 persone a causa del nuovo coronavirus, che nei casi più gravi – specialmente in persone con un sistema immunitario già indebolito – può causare polmoniti e altri problemi respiratori. Solo tre delle morti legate al nuovo coronavirus sono avvenute fuori da Wuhan: una è stata in un’altra città della stessa provincia, quella di Hubei, un’altra è stata nella provincia di Hebei – limitrofa a quella di Pechino – e la terza nella provincia di Heilongjiang, nel nord della Cina, vicino al confine con la Russia. I principali media nazionali cinesi hanno inoltre confermato la morte di un medico di 62 anni che lavorava in uno degli ospedali della provincia di Hubei dove sono stati trattati moltissimi casi di contagio.
Le 15 persone la cui morte è stata confermata nelle ultime ore avevano tra i 55 e gli 87 anni, 11 erano uomini e 4 erano donne. La maggior parte dei pazienti morti fino ad ora era avanti con l’età e aveva altri problemi di salute. I morti più giovani sono stati una donna di 48 anni che aveva precedenti problemi di salute e un uomo di 36 anni, ricoverato il 9 gennaio, morto giovedì e senza precedenti problemi di salute.
I casi fuori dalla Cina
Per ora, in Asia, ci sono stati casi confermati in Corea del Sud (2), Giappone (2), Taiwan (3), Nepal (1), Thailandia (5), Malesia (3) e Singapore (3).
L’Australia ha confermato sabato il primo caso di contagio: riguarda un uomo di 50 anni arrivato domenica scorsa dalla Cina dove aveva visitato anche la città di Wuhan. L’uomo è ricoverato in un ospedale di Melbourne. Gli Stati Uniti hanno invece confermato due casi di contagio. Il primo riguarda un uomo di circa 30 anni che vive nello stato di Washington e che si è ammalato dopo essere tornato da un viaggio nella regione di Wuhan; il secondo riguarda una donna di circa 60 anni della zona di Chicago, anche lei da poco rientrata da un viaggio a Wuhan. In Europa, la Francia è il primo paese ad aver confermato casi di contagio. Fino ad ora sono tre: due a Parigi e uno a Bordeaux e tutti riguardano persone da poco rientrate da viaggi in Cina. In Italia si era parlato di due casi di sospetto contagio, ma entrambi si sono rivelati falsi allarmi.
Misure di controllo
Per limitare la diffusione del virus, le autorità cinesi hanno imposto nuove misure di controllo e di limitazione degli spostamenti di milioni di persone. Il blocco dei viaggi in uscita e degli spostamenti interni, imposto giovedì solo per la città di Wuhan, è stato progressivamente allargato e da venerdì riguarda 18 città e 56 milioni di persone. A Pechino – dove vivono 22 milioni di persone circa e dove ci sono stati i primi due casi di contagio senza collegamenti con viaggi a Wuhan – è stata sospesa la circolazione dei bus interprovinciali e da lunedì saranno interrotti tutti i viaggi turistici all’estero e la vendita di pacchetti viaggi.
Nella regione semiautonoma di Hong Kong, dove ci sono 5 casi di contagio confermato e 100 casi sospetti, è stato dichiarato lo stato di emergenza sanitaria e le scuole sono state chiuse fino a metà febbraio.
Sono stati imposti inoltre controlli straordinari su tutti i mezzi di trasporto pubblici per identificare e isolare i casi di contagio: saranno istituiti dei punti di controllo in stazioni di treni, bus e aeroporti, con l’obbligo di controllare tutti i passeggeri e trasportare quelli sospetti in ospedale.
Le autorità hanno anche cancellato i più grandi eventi pubblici legati al Capodanno cinese – i cui festeggiamenti sono iniziati venerdì – e hanno chiuso diversi grandi siti turistici, tra cui la Città Proibita di Pechino, un tratto della Grande muraglia e il parco divertimenti Disney di Shanghai.
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Il presidente cinese Xi Jinping, che fino ad ora aveva parlato poco della crisi del nuovo coronavirus, sabato ha diffuso un comunicato al termine di una riunione di emergenza del Partito Comunista. Ha parlato di una situazione «grave», ma ha detto che «siamo certi di poter vincere questa battaglia e battere l’epidemia, con il controllo e la prevenzione.
Wuhan
A Wuhan è stato imposto un nuovo divieto che riguarda la circolazione delle auto nel centro città, con solo alcune eccezioni per i mezzi di emergenza e per alcuni bus che fanno un servizio navetta. I giornali raccontano che tra gli abitanti della città sta crescendo il nervosismo, a causa delle restrizioni agli spostamenti e delle difficoltà nel ricevere aiuto medico. Gli ospedali della zona sono peraltro già quasi pieni – con lunghe code per l’accettazione – e molti stanno cominciando a finire le scorte di medicine e attrezzature. Molte aree della città sono invece deserte, con moltissime persone che preferiscono restare chiuse in casa per il timore di ammalarsi.
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Il consolato statunitense di Wuhan ha ordinato l’evacuazione del suo personale e organizzato un volo charter per riportare i suoi dipendenti negli Stati Uniti.
Gli ospedale di Wuhan pronti in pochi giorni
Le autorità cinesi hanno annunciato pochi giorni fa la costruzione di un nuovo ospedale a Wuhan per trattare i casi di contagio. L’ospedale dovrebbe essere pronto entro la prossima settimana e stanno girando foto e video che mostrano le intense attività di costruzione. A Wuhan sono stati inoltre inviati 1200 tra medici ed altri operatori sanitari e 450 medici e infermieri dell’esercito. Sabato mattina le autorità hanno annunciato la costruzione di un secondo ospedale, che dovrebbe essere pronto in 15 giorni.
Le foto del cantiere per costruire un ospedale in 10 giorni a Wuhan