Gli Stati Uniti hanno introdotto nuove regole per impedire il cosiddetto “turismo delle nascite”
Da venerdì 24 gennaio negli Stati Uniti entreranno in vigore nuove regole sui rilasci dei visti ai cittadini stranieri al fine di impedire il fenomeno del “turismo delle nascite”. Il Quattordicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti prevede infatti che qualsiasi bambino nato in territorio statunitense acquisisca la cittadinanza americana e da qualche anno migliaia di donne straniere, spesso immigrate irregolari, ne approfittano ed entrano negli Stati Uniti con un visto turistico con l’obiettivo di partorire un figlio in territorio americano.
Negli Stati Uniti si fa spesso riferimento alla questione parlando dei cosiddetti “anchor babies”, cioè i “bambini-àncora”, un’espressione coniata dall’estrema destra americana per definire i figli che gli immigrati cercano di far nascere negli Stati Uniti perché possano legalmente risiedere lì.
Le nuove regole sulla concessione dei visti turistici, volute dall’amministrazione Trump, renderanno più difficile per le donne straniere incinte entrare negli Stati Uniti. Secondo un documento inviato dal Dipartimento di Stato alle ambasciate americane di tutto il mondo ottenuto da CNN, alle donne incinte verrà negato il visto turistico se verrà dimostrato che lo scopo primario del loro viaggio negli Stati Uniti è partorire un figlio. Le nuove regole non si applicheranno ai 39 paesi che aderiscono al “Visa Waiver Program”, che comprendono la maggior parte di quelli europei, i cui cittadini possono recarsi negli Stati Uniti, per turismo o affari, per un periodo di 90 giorni senza un visto.
In base alle nuove regole, alle donne incinte verrà negato un visto turistico a meno che non possano provare che devono andare negli Stati Uniti per partorire per motivi medici e che hanno soldi per pagare le cure mediche, o se hanno altri motivi convincenti. I funzionari addetti al rilascio dei visti, si legge nel documento ottenuto da CNN, non potranno però chiedere sempre a tutte le donne se sono incinte, ma solo nei casi in cui hanno specifici motivi per pensare che queste vogliano visitare gli Stati Uniti per partorire.
Leggi anche: Il “turismo delle nascite” negli Stati Uniti