La testimonianza di Annabella Sciorra contro Harvey Weinstein
L'attrice dei "Soprano" è la prima donna ad accusare l'ex produttore cinematografico in tribunale: di averla stuprata 26 anni fa
Oggi al processo contro Harvey Weinstein ha testimoniato Annabella Sciorra, attrice nota in particolare per la serie tv I Soprano, che fu una delle prime donne ad accusare pubblicamente l’ex produttore cinematografico di averla stuprata, nel 2017. Il processo, in corso a New York, riguarda i casi di solo due delle tante donne che hanno accusato Weinstein di stupro: le altre accuse erano riferite a fatti troppo lontani nel tempo per essere perseguiti, oppure che non ricadevano nella giurisdizione di New York. Sciorra non è una delle due donne in questione (l’ex assistente di produzione Mimi Haleyi e una ex aspirante attrice rimasta anonima), ma è stata chiamata a testimoniare per avvalorare le loro accuse.
Sciorra è stata la prima accusatrice di Weinstein a testimoniare contro di lui in tribunale. Come già aveva fatto parlando con il giornalista Ronan Farrow nel 2017, ha raccontato di essere stata stuprata da Weinstein una notte alla fine del 1993 o all’inizio del 1994, nel suo appartamento nel quartiere di Gramercy Park, a New York. All’epoca era da poco uscito La notte che non c’incontrammo, una commedia romantica in cui Sciorra aveva interpretato una dei protagonisti e che era stata prodotta da Miramax, la casa di produzione di Weinstein.
La sera dello stupro Sciorra aveva partecipato a una cena in un ristorante nel centro di Manhattan. C’era anche Weinstein che a fine serata si era offerto di accompagnarla a casa. Sciorra aveva accettato l’offerta; alle 22 erano arrivati sotto casa e lei era salita. Si mise una camicia da notte, si lavò i denti e si preparò per andare a letto. Poco dopo però, ha raccontato, sentì bussare alla porta e pensò che fosse un vicino o il portiere del palazzo. Quando aprì la porta vide che era Weinstein: lui si fece strada all’interno dell’appartamento e dopo poco cominciò a slacciarsi la camicia.
«Capii che voleva fare sesso», ha raccontato Sciorra, «e io cominciai a indietreggiare pensando di potermi chiudere in bagno. Gli dissi di andarsene perché non sarebbe successo… non avrei fatto sesso con lui». Weinstein però la afferrò per il colletto della sua camicia da notte e la spinse sul letto. L’attrice cercò di respingerlo – «Cercai di togliermelo da dosso, gli diedi dei pugni, dei calci» – ma Weinstein le prese le mani e gliele bloccò al si sopra della testa, le salì sopra, le sollevò la camicia da notte e la stuprò. Sciorra avrebbe voluto colpirlo, ma aveva le mani bloccate.
Weinstein le eiaculò addosso, su una gamba e sulla camicia da notte, e le disse: «Ho un tempismo perfetto». Poi avvicinò la bocca alla vulva dell’attrice e le disse: «Questo è per te».
«Non avevo più molte forze a quel punto. Dissi “no, no”, ma non c’era molto che potessi fare. Il mio corpo si era come chiuso», ha raccontato Sciorra al processo. Provava un forte senso di disgusto, al punto che si mise a tremare molto forte, come se stesse avendo le convulsioni. Sciorra non ricorda molto bene cosa accadde dopo: a un certo punto si svegliò, ma non sa se prima fosse svenuta o se si fosse semplicemente addormentata. Non denunciò lo stupro alla polizia perché era «confusa»: «Lo conoscevo. All’epoca pensavo che uno stupro fosse qualcosa che capita in un vicolo buio».
Tempo dopo quella sera Sciorra incontrò Weinstein in un ristorante e gli parlò di quello che era successo. Lui le disse: «Questa cosa rimane tra me e te». Lei si sentì minacciata ed ebbe paura. Negli anni successivi Weinstein continuò a essere molesto. Ad esempio, una volta si presentò fuori dalla sua camera in un hotel di Londra, bussando con forza alla porta. Nel 1997, durante il Festival del cinema di Cannes, Sciorra trovò Weinstein davanti alla sua camera d’hotel, in mutande, alle 5 del mattino: aveva con sé una bottiglia d’olio idratante per bambini e una videocamera.
Aver subito quella violenza ebbe forti conseguenze psicologiche su Sciorra: l’attrice cominciò a bere molto e anche a compiere atti di autolesionismo.
Nel corso del processo altre cinque donne testimonieranno contro Weinstein. La pubblica accusa spera che tutte insieme le testimonianze dimostrino la serialità delle violenze compiute dall’ex produttore cinematografico. Se riconosciuto colpevole di stupro aggravato – per cui serve che siano accettate come prove le testimonianze di gravi violenze sessuali di almeno due vittime – Weinstein potrebbe essere condannato all’ergastolo.