È cominciato il censimento negli Stati Uniti
E come da tradizione è partito dalle comunità più remote dell'Alaska, prima che con la primavera il ghiaccio si sciolga e diventino difficili da raggiungere
Il 21 gennaio è iniziato ufficialmente il ventiquattresimo censimento della storia degli Stati Uniti. Il censimento, che si tiene una volta ogni dieci anni dal 1790, serve a stabilire quante persone abitino con certezza nei vari stati del paese, in modo da determinare tra le altre cose quanti fondi statali devono essere redistribuiti nel paese per finanziare i servizi essenziali al funzionamento delle amministrazioni pubbliche, oltre che a ridisegnare i confini dei collegi elettorali, dalla cui manipolazione – anche la più piccola – può passare la vittoria o la sconfitta di un certo politico o di un intero partito.
A essere censite saranno tutte le persone che risiedono negli Stati Uniti, inclusi i non cittadini e gli immigrati irregolari. La Costituzione statunitense infatti prevede che il censimento avvenga «conteggiando il numero totale delle persone che vivono in ciascuno stato» (14esimo emendamento, introdotto nel 1868), e non solo dei cittadini. Anche se non possono votare, quindi, i cittadini stranieri devono essere conteggiati dal censimento, perché è anche in base alla loro presenza o assenza che vengono stanziati i fondi per i servizi essenziali, e lo stesso vale per la rappresentanza elettorale di ogni territorio. Anche per questo motivo, il censimento negli Stati Uniti non è mai stato utilizzato per separare i cittadini statunitensi dagli stranieri, ma solo per capire quante e quali persone vivono nelle diverse parti del paese, a prescindere dalla loro nazionalità.
Alle persone intervistate verrà chiesto se vivono in una casa di proprietà o in affitto, con quante persone vivono, oltre che l’età, il sesso e l’etnia. Si dovrà inoltre specificare che relazioni si hanno con le persone che abitano nella propria casa e, per la prima volta, sarà possibile alle coppie omosessuali identificarsi come tali, che siano sposate o meno. L’amministrazione Trump avrebbe voluto aggiungere anche una domanda per chiedere a ciascuna persona che vive negli Stati Uniti se sia o meno cittadino statunitense, ma dopo molte polemiche e in seguito a una decisione della Corte Suprema la domanda non è stata inserita. La proposta di Trump era stata fortemente contestata dagli esperti di diritto, preoccupati che inserendo questa domanda centinaia di migliaia di persone straniere non avrebbero risposto del tutto al censimento perché spaventate che potesse portare a controlli indesiderati del fisco o della ICE, l’Immigration and Customs Enforcement, l’agenzia federale che si occupa di far rispettare le leggi sull’immigrazione.
Il censimento negli anni passati avveniva prevalentemente per via postale, ma da quest’anno è stata introdotta per la prima volta la possibilità di rispondere via telefono o online. Ci sono però alcune comunità che vivono isolate dalla società e che non possono ricevere posta o non hanno accesso a servizi di telecomunicazioni. In questi casi i funzionari addetti al censimento devono visitare di persona le comunità, che spesso si trovano in zone molto inospitali del paese. È il motivo per cui, nonostante il censimento inizi ufficialmente in tutti gli Stati Uniti l’1 aprile, le comunità più remote dell’Alaska sono state censite già a gennaio.
La prima città a essere censita è stata Toksook Bay, che si trova sulla costa occidentale, a circa 800 km dalla più grande città dello stato, Anchorage, ed è abitata da una popolazione indigena di etnia Yup’ik. Nell’ultimo censimento del 2010, Toksook Bay aveva una popolazione di 590, ma quest’anno si stima che salirà a 661. Il censimento di Toksook Bay e di altre comunità indigene dell’Alaska viene considerato particolarmente importante quest’anno, per evitare quanto successo nel 2010 quando, secondo l’ufficio che si occupa del censimento negli Stati Uniti, la popolazione indigena dell’Alaska e quella dei nativi americani che vivono nelle riserve fu sottostimata del 4,9 per cento.
Il fatto che il censimento inizi in anticipo in Alaska rispetto agli altri stati non è una novità: è dal 1959, quando l’Alaska divenne il 49esimo stato degli Stati Uniti d’America, che il censimento inizia a gennaio, quando il terreno ghiacciato permette di arrivare anche nei luoghi più remoti dell’Alaska. Con l’avvicinarsi della primavera e lo scioglimento del ghiaccio, infatti, si formerebbe un terreno paludoso che renderebbe più complicato il lavoro dei funzionari addetti al censimento. A gennaio invece possono viaggiare attraverso il paese usando motoslitte o slitte trainate da cani, in modo da raggiungere anche le abitazioni più isolate.
Censire le comunità indigene dell’Alaska è un lavoro piuttosto complicato, non solo per la difficoltà pratica di raggiungere tutte le comunità, ma anche a causa delle barriere linguistiche. Nello stato si parlano infatti 20 lingue diverse, e diverse persone non parlano inglese: i funzionari devono quindi farsi aiutare da interpreti e esperti del posto per comunicare con gli abitanti delle città. Quest’anno sono stati però prodotti anche documenti cartacei in diverse lingue indigene, tra cui quella degli Yup’ik.
Il censimento di Toksook Bay è iniziato nel pomeriggio di martedì 21 gennaio, con l’arrivo in città di Steven Dillingham, il direttore dell’Ufficio del Censimento degli Stati Uniti, e la prima persona censita da Dillingham è stata la donna più anziana della comunità, la 90enne Lizzie Chimiugak Nenguryarr. Il resto dell’Alaska, come tutti gli altri stati del paese, riceverà le informazioni su come partecipare al censimento a partire da metà marzo, e l’1 aprile comincerà il censimento vero e proprio. Nelle settimane successive i funzionari visiteranno anche i dormitori dei college e gli ospizi, e entro luglio faranno visita a tutti quelli che non hanno risposto al censimento.