Non pensate solo ai koala, in Australia soffrono anche i bruchi spara-bava
Cioè gli onicofori, una delle specie animali che potrebbero essere state molto colpite dagli incendi
La scorsa settimana si è parlato molto di una delle varie conseguenze dei grossi incendi in Australia: la morte di un gran numero di animali selvatici. Non si sa quanti siano gli animali morti, ma è certo che gli incendi hanno avuto – e avranno ancora – un grosso impatto sugli ecosistemi australiani, anche per quanto riguarda alcuni animali che, diversamente dai koala e dai vombati, hanno ricevuto poca attenzione mediatica: per esempio gli onicofori, che sono animali piuttosto interessanti per quanto poco noti.
Gli onicofori sono gli appartenenti al phylum Onychophora e si dividono in almeno 180 specie diverse, che si trovano in America centrale e meridionale, nell’estremo sud dell’Africa, nel sud-est asiatico e in Oceania. Per farla semplice: assomigliano ai bruchi, hanno due antenne e per catturare le loro prede (sono carnivori e mangiano insetti) usano una bava appiccicosa che sparano da due protuberanze che hanno sopra alla bocca.
Gli esemplari delle specie di dimensioni più ridotte sono più corti di due centimetri e mezzo, quelli delle specie più grandi raggiungono i 20 centimetri. Possono essere molto colorati e il loro nome comune in inglese è velvet worms, cioè “vermi vellutati”, per via dell’aspetto della loro pelle idrorepellente. Il nome italiano, che deriva dal greco e letteralmente significa “portatori di unghie”, è dovuto al fatto che su ogni zampa (possono averne da 14 a 43 paia) ci sono due specie di unghie che servono per avere una maggior presa sul terreno.
Gli onicofori respirano attraverso una serie di buchini presenti sul loro corpo, come gli insetti, ma dato che non possono chiudere questi buchini per evitare l’evaporazione dei fluidi presenti nel loro corpo, non possono stare in ambienti secchi. Per questo sono animali notturni: durante il giorno se ne stanno nascosti in ambienti umidi e bui, ad esempio sotto i sassi oppure all’interno di tronchi marcescenti. Si trovano bene quando piove.
Quando si riproducono generano piccoli vivi, che restano insieme ai genitori per un certo periodo di tempo. Tutte le specie conosciute si riproducono per via sessuale, tranne Epiperipatus imthurni, una specie americana di cui invece si sono trovati sempre e solo esemplari femmine: si riproducono per partenogenesi. Tutte le specie che si trovano in Oceania appartengono al genere Peripatopsis che si caratterizza per il fatto che i maschi depositano i propri spermatofori (mucchi di spermatozoi) su un punto qualsiasi del corpo delle femmine: così facendo ne stimolano l’assorbimento all’interno del corpo delle femmine dove gli spermatozoi arrivano alle ovaie.
Gli esemplari delle specie australiane quando dormono stanno insieme, ammucchiati. La specie Euperipatoides rowelli, che vive nel sud-est dell’Australia, vive in gruppi che arrivano fino a 15 esemplari, guidati da una femmina dominante: cacciano insieme e la femmina capo è sempre la prima a mangiare. Seguono le altre femmine, i maschi e infine gli esemplari più giovani. La gerarchie sociali sono stabilite con una serie di scontri violenti, come in molte altre specie animali.
Per catturare le prede, le bloccano con la loro bava appiccicosa – ricordano un po’ Spiderman – dopodiché si avvicinano, con il loro passo non particolarmente spedito: con un primo morso iniettano nel corpo della preda della saliva che serve a liquefare l’interno dell’animaletto in questione, per poterlo mangiare più facilmente. Dato che serve molta energia per la produzione della bava appiccicosa capita che mangino gli eccessi di bava che hanno prodotto.
Tanya Latty, un’entomologa dell’Università di Sydney, ha parlato con il New York Times degli onicofori a proposito degli incendi australiani dicendo di aver paura che il loro numero possa essere molto diminuito. In Australia gli onicofori vivono in particolare in uno dei parchi nazionali all’interno del Territorio della Capitale Australiana, il territorio attorno a Canberra che viene controllato direttamente dal governo federale del paese ed è tra le zone più colpite dagli incendi.
Latty studia in particolare gli Euperipatoides rowelli che si trovano solo in Australia e solo in alcune zone circoscritte; l’entomologa non diffonde informazioni precise in merito dato che ci sono persone che li catturano per tenerli come animali domestici. Proprio perché non hanno un territorio molto vasto è probabile che la loro popolazione sia stata molto provata dagli incendi. Per questo gli esemplari che Latty ha catturato e fatto riprodurre in laboratorio nei suoi studi potrebbero rivelarsi molto importanti: potrebbero servire per ripopolare i terreni bruciati.
Per ora comunque non si sa quali siano stati i danni degli incendi: ci potrebbe volere anche un mese prima che Latty e i suoi colleghi possano tornare nelle zone abitate dagli onicofori per vedere quanti ne siano rimasti e appurare che non si siano estinti in natura.