In Australia continuano gli incendi
Se ne parla meno, ma la situazione continua a essere grave e nei prossimi giorni potrebbe peggiorare ancora
Se n’è parlato molto meno, negli ultimi giorni, ma in Australia proseguono gli incendi che hanno ormai bruciato almeno 11 milioni di ettari di terreno, una superficie maggiore di quella dell’intera Islanda. Gli incendi ancora attivi sono più di 100 (il più grande ha bruciato, da solo, 500mila ettari) e la maggior parte è in corso nel Nuovo Galles del Sud: lo stato più popoloso, la cui capitale è Sydney. Finora sono morte almeno 29 persone (compresi quattro vigili del fuoco) e sebbene il dato circolato su un miliardo di animali morti sia inattendibile (e comunque non verificabile) è certo che gli incendi hanno avuto un serio impatto anche sulla flora e la fauna dell’Australia.
Nell’ultima settimana, grazie anche alle intense piogge, la situazione è leggermente migliorata. Ma diversi esperti ed enti australiani ripetono da giorni che nelle prossime settimane la situazione potrebbe peggiorare di nuovo, a causa dei previsti aumenti delle temperature. Nelle aree più a sud degli stati australiani più meridionali – come Australia Meridionale, Victoria e Nuovo Galles del Sud – si deve ancora entrare in quello che in passato era considerato il periodo dell’anno con il più alto rischio di incendi.
– Leggi anche: La verità sugli incendi in Australia
Nonostante l’attenzione mondiale sia diminuita – e anziché degli incendi si sia parlato di forti grandinate e di una enorme tempesta di polvere – gli incendi in Australia continuano a essere, nel complesso, molto più grandi di tutti gli incendi di cui si è parlato negli ultimi anni: per esempio quelli in California, in Siberia e in Amazzonia. Restando invece in Australia, è capitato che ci fossero incendi in cui morirono più persone (nel 2009, nel cosiddetto Black Saturday, i morti furono 173), ma come ha spiegato il Financial Times, gli incendi in corso in Australia «stanno distruggendo più case, con maggiore frequenza», probabilmente perché negli ultimi anni sono stati costruiti sempre più edifici in luoghi in qualche modo a rischio.
Il proseguire degli incendi fa sì che persistano, in certi casi addirittura intensificandosi, tutti i problemi di cui già si era parlato nelle passate settimane: in particolar modo i possibili problemi di salute per chi, anche in zone dell’Australia relativamente lontano dall’incendio, sta respirando l’aria resa meno sana dal fumo.
Il Financial Times ha spiegato anche che «ci vorranno mesi per capire l’effettivo impatto economico» che gli incendi di questi mesi avranno sull’economia australiana. Finora le richieste di indennizzi assicurativi sono state più di 14mila, per una cifra totale che supera il miliardo di euro. Già ora, mentre gli incendi sono ancora in corso e la situazione di crisi per niente risolta, sono state riviste al ribasso le stime di crescita del paese per il 2020.
Gli incendi potrebbero avere anche conseguenze a livello politico: l’attuale primo ministro Scott Morrison ha ricevuto molte critiche per come ha gestito la situazione e per come, anche in passato, era stato spesso ambiguo sui temi legati al cambiamento climatico, anche a causa del tradizionale legame del paese con l’industria mineraria e del carbone. Di recente, Morrison è stato criticato anche da Malcolm Turnbull, suo predecessore ed esponente, come lui, del partito Liberale. Turnbull ha detto, tra le altre cose, di «non riuscire a spiegarsi» l’approccio di Morrison al problema degli incendi.