Almeno 160 persone sono state ferite a Beirut, in Libano, negli scontri tra manifestanti e polizia
Decine di persone sono state ferite a Beirut, la capitale del Libano, negli scontri tra i manifestanti anti-governativi e le forze di sicurezza, che hanno usato i gas lacrimogeni e aperto i cannoni ad acqua per disperderli.
Non ci sono cifre ufficiali, ma la Croce Rossa parla di almeno 160 persone ferite da entrambe le parti: «più di 65 persone portate in ospedale e un centinaio curate sul posto», ha spiegato un portavoce ad al Jazeera. Stando alle immagini trasmesse in tv, gli scontri sono iniziati quando alcuni manifestanti, arrivati nella strada che porta al Parlamento, hanno iniziato a lanciare pietre, segnali stradali e rami di alberi contro le forze di sicurezza dell’edificio.
Le proteste in Libano erano iniziate a metà ottobre contro il piano del governo di imporre nuove tasse su diversi beni e servizi, tra cui il tabacco, la benzina e le telefonate fatte via internet. Il Paese è da tempo in grave crisi economica: il debito pubblico è pari a circa 77 miliardi di euro (corrisponde al 150 per cento del prodotto interno lordo), c’è un deficit al 9 per cento del PIL e i flussi delle entrate necessarie per finanziare la spesa pubblica si sono notevolmente ridotti. A questo si aggiunge una crisi politica: a fine ottobre il primo ministro Saad al-Hariri si era dimesso e da allora il paese è senza un governo.
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