20 film che hanno già 20 anni
Tra i film che nel 2020 compiono 20 anni c'è un po' di tutto: da Massimo Decimo Meridio ad Aldo, Giovanni e Giacomo
Vent’anni fa il cinema era ben diverso, e basta un esempio per spiegarlo: solo uno dei dieci film più visti dell’anno (il più visto di tutti, tra l’altro) era il diretto sequel di un altro film. Ma è anche vero che molte delle cose che avrebbero poi caratterizzato il cinema dei successivi decenni stavano iniziando proprio in quel periodo: uscirono infatti diversi film che erano i primi di quelle che poi sarebbero diventate lunghe serie, come X-Men, Scary Movie o Final Destination.
Per il cinema il Duemila fu l’anno del Gladiatore, un raro caso di blockbuster da Oscar, di film come American Psycho e Requiem for a Dream, del primo film di Alejandro González Iñárritu, di quello che nonostante tutto continua a essere il film più pazzo di Christopher Nolan e, per l’Italia, di film come Pane e tulipani e I cento passi. Il film che incassò di più in Italia fu però il terzo di Aldo, Giovanni e Giacomo.
Il Gladiatore
Senza dubbio il film dell’anno. Fu il secondo nel mondo per incassi (il primo, il prossimo, lo indovinano solo quelli molto bravi), perché nel 2001 si portò a casa cinque Oscar (compreso quello per il miglior film) e perché è davvero superfluo ricordare che c’è Russell Crowe e che il nome del personaggio che interpreta è «Massimo Decimo Meridio, comandante dell’esercito del Nord, generale delle legioni Felix, servo leale dell’unico vero imperatore Marco Aurelio» e che vuole la sua vendetta, «in questa vita o nell’altra».
Mission: Impossible 2
Fu il film che incassò di più nel Duemila: poco più di 560 milioni di dollari. Poco più della metà di quanto incassò il film più visto del 1999 (Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma) e di quanto avrebbe incassato il più visto del 2001 (Harry Potter e la pietra filosofale). Il primo, diretto da Brian De Palma, è del 1996. Questo lo diresse John Woo nel suo “periodo hollywoodiano”. Si fece notare la scena di arrampicata che apriva il film, girata in Utah con l’aiuto degli stuntmen Ron Kauk e Keith Campbell (c’erano comunque delle corde, poi rimosse in postproduzione).
American Psycho
Lo diresse Mary Harron (e non ci sono dubbi sul fatto che sia il suo film più riuscito) e ci recitarono Christian Bale, Willem Dafoe e Jared Leto, che già da alcuni anni si dedicava anche al cinema. Il libro era stato un evento, non solo letterario, per come aveva raccontato la New York degli anni Novanta, il mondo della finanza e la vita dei giovani ricchi newyorkesi, il consumo sfrenato di marchi di moda, prodotti di bellezza, droga e sesso, e la fissazione per la salute e il culto ossessivo del corpo. Il film incassò solo 34 milioni di dollari e non ottenne nemmeno una nomination agli Oscar. Ma piacque a diversi critici e negli anni è comunque riuscito a farsi ricordare.
Snatch – Lo strappo
Il secondo film di Guy Ritchie, allora marito di Madonna, dopo Lock & Stock – Pazzi scatenati. Parla di ladri imbranati, gangster russi, gangster non russi, zingari e criminali piccoli e grandi, buoni e cattivi, che si arrabattano in vari modi per cavarsela, spesso senza riuscirci. Confermò, dopo Lock & Stock, una certa peculiarità di Ritchie nello scrivere e poi girare storie di quel tipo, divertenti, imprevedibili e dinamiche. Ma non piacque a tutti. Amy Taubin di Village Voice ne scrisse: «Per quelli a cui interessa, Ritchie è l’uomo giusto per Madonna: la loro assenza di talento cinematografico è uguale».
Almost Famous
Lo diresse Cameron Crowe e parla di un giovanissimo giornalista musicale che segue per conto della rivista Rolling Stone il tour del famoso – e immaginario – gruppo rock Stillwater. La storia è tratta dall’esperienza di Crowe, che da ragazzo aveva in effetti lavorato per la rivista. Vinse l’Oscar per la miglior sceneggiatura originale.
Cast Away
Per gran parte del film c’è Tom Hanks (cioè: un personaggio interpretato da Tom Hanks) naufragato su un’isola, con la sola compagnia di Wilson (che è un pallone). Il regista è Robert Zemeckis e oltre ad essere un ottimo film è anche una grandissima pubblicità per l’azienda FedEx. Curiosità: il personaggio di Wilson fu interpretato da più di dieci diversi palloni, tutti – ovviamente – dell’azienda Wilson Sporting Goods.
Memento
Il secondo di Christopher Nolan, ispirato a un’idea del fratello Jonathan. Il film fu presentato con la frase ««ricordati di non dimenticare»: parla di un uomo con un disturbo della memoria che deve trovare chi ha ucciso sua moglie, e le scene sono presentate in modo tale da mettere lo spettatore in una condizione simile a quella del protagonista. È uno di quei film che, forse, avrebbe meritato di uscire qualche anno dopo, quando internet sarebbe potuta essere più pronta ad accogliere tutte le discussioni ed elucubrazioni che comunque innescò.
X-Men
Quasi di certo fuori da questa lista ce ne sono altri di migliori, ma fu il primo film di una serie che ancora esiste e che forse già conteneva in potenza molte delle cose che poi hanno segnato un gran pezzo di cinema dei due successivi decenni. Lo diresse Bryan Singer, con un gran bel gruppo di attori e attrici.
Erin Brockovich – Forte come la verità
Con Steven Soderbergh alla regia e Julia Roberts in una riuscitissima interpretazione della donna il cui nome è anche il titolo. Raccontò una storia vera – complicata in certi suoi passaggi e certamente drammatica – e riuscì a farlo in un modo vivace ma anche garbato ed emozionante. Arrivò agli Oscar con cinque nomination ma l’unica a uscire dalla cerimonia con una statuetta in mano fu Julia Roberts.
Traffic
Altro film di Soderbergh, che in quel periodo era evidentemente ispirato e che ci vinse l’Oscar per la miglior regia battendo Stephen Daldry, Ang Lee, Ridley Scott e quel tale che aveva diretto Erin Brockovich. Raccontava tre storie in vario modo legate al mondo della droga e a loro modo collegate l’una con l’altra.
Billy Elliot
Lo diresse Stephen Daldry, costò cinque milioni di dollari e ne incassò più di 100, perché piacque molto la storia del figlio undicenne di un minatore inglese che scopre di essere molto bravo nel ballo e che decide di dedicarcisi nonostante il contesto storico e sociale sembrerebbero portarlo da tutt’altra parte.
Requiem for a Dream
Un critico ne scrisse: «Se questo è il futuro del cinema, allora preferisco stare a casa a guardare la televisione». Il film – diretto da Darren Aronofsky e tratto da un omonimo romanzo di oltre vent’anni prima – è in effetti metaforico e angosciante, come lo sarebbero poi stati altri di Aronofsky. «Nessuno che si dica interessato al potere e alla magia del cinema dovrebbe perderlo», scrisse un altro critico.
Dinosauri
Fu un film d’animazione della Disney (con però alcune cose realmente riprese e integrate alle animazioni) e, anche se non è che sia rimasto granché, fu uno dei film che incassarono di più quell’anno, oltre che il più costoso di tutti. Il protagonista è un iguanodonte.
Il talento di Mr. Ripley
Diretto da Anthony Minghella e tratto da un romanzo di Patricia Highsmith (una delle autrici preferite da quelli che decidono di adattare romanzi per il cinema). Per gran parte girato e ambientato in Italia, parla della coppia di personaggi interpretati da Gwyneth Paltrow e Jude Law che ospitano quello interpretato da Matt Damon, che poi se ne approfitta. Ci recitano sia Fiorello che Beppe Fiorello e fu candidato a cinque Oscar, senza vincerne nessuno.
Scary Movie
Una parodia demenziale di molti film dell’orrore dei decenni precedenti (ma non solo di quelli). Costò relativamente poco e incassò dieci volte tanto (poco meno di 300 milioni di dollari), aprendo anche la strada a una lunga serie di seguiti.
I cento passi
Lo diresse Marco Tullio Giordana e racconta la storia di Peppino Impastato, interpretato da Luigi Lo Cascio. Ha al suo interno diverse scene particolarmente ben riuscite e ancora ricordate, e ai successivi David di Donatello vinse cinque premi.
Pane e tulipani
Diretto da Silvio Soldini, fece in tempo a concorrere ai David del 2000, dove vinse nove premi, compresi quelli per il miglior film e la miglior regia. Parla, a voler essere brevi, di una casalinga di Pescara dimenticata in un autogrill e che poi finisce a Venezia, dove decide di restare.
Chiedimi se sono felice
Con Aldo, Giovanni e Giacomo diretti da Massimo Venier, il regista dei loro migliori film. Fu il film che quell’anno incassò di più in Italia (più di 50 miliardi delle vecchie lire) ed è il film del trio ad aver incassato di più.
Amores Perros
Il primo di Alejandro González Iñárritu, che aprì la sua cosiddetta trilogia della morte (di cui fanno parte anche 21 grammi e Babel). Così come già altri film di questa lista, è il risultato dell’unione di tre storie, nel suo caso tutte ambientate a Città del Messico e collegate tra loro da un incidente stradale.
La tempesta perfetta
Lo diresse Wolfgang Petersen, che era stato regista di Air Force One e che sarebbe stato regista di Troy. C’è George Clooney che interpreta il capitano di un peschereccio che si trova, per l’appunto, in mezzo a una “tempesta perfetta”. È un buon film che vinse due Oscar e che ancora oggi è uno dei più azzeccati per provare la potenza e l’efficacia di qualche nuova soundbar.