Ora c’è l’audio della lite tra Bernie Sanders ed Elizabeth Warren
Lo ha diffuso CNN, i due candidati più di sinistra tra i Democratici statunitensi si danno del «bugiardo» a vicenda
CNN ha diffuso l’audio di un breve litigio avvenuto ieri fra due dei principali candidati alle primarie dei Democratici statunitensi per le elezioni presidenziali del 2020, Elizabeth Warren e Bernie Sanders. Il litigio è avvenuto subito dopo l’ultimo dibattito televisivo fra candidati: tutti i commentatori si erano accorti che Warren e Sanders si erano detti qualcosa di poco amichevole, ma non si era capito cosa.
Durante la breve conversazione, Warren si è rifiutata di dare la mano a Sanders e lo ha accusato di averle dato della «bugiarda» in diretta televisiva. Sanders le ha risposto che era disponibile a parlarne ma non in quel momento, accusandola a sua volta di avergli dato del «bugiardo». Warren e Sanders stanno parlando di una notizia pubblicata in settimana da CNN, secondo cui nel 2018 Sanders avrebbe detto a Warren che una donna non avrebbe potuto vincere le elezioni presidenziali del 2020.
La storia è stata confermata dalla stessa Warren – e ci sono sospetti che sia arrivata a CNN dal suo comitato elettorale, dopo che il comitato di Sanders aveva diffuso un documento con una definizione antipatica dei suoi elettori – mentre Sanders dice di non averle detto niente del genere, ma solo che Trump avrebbe usato ogni argomento per farsi rieleggere. La vicenda è emersa anche durante il dibattito: Sanders ha negato di aver mai detto una cosa del genere (e per questo probabilmente Warren lo accusa di averle dato della «bugiarda»), mentre Warren ne ha approfittato per spostare la discussione sull’eleggibilità delle donne in generale.
Sanders e Warren sono amici da tempo ma negli ultimi tempi si erano spesso scambiati accuse a distanza, anche perché competono più o meno per gli stessi elettori. Secondo il New York Times, il litigio «getta un’ombra sulla possibilità che Sanders o Warren riescano a unire l’ala sinistra del Partito Democratico». La reazione dei sostenitori di Sanders online è stata furiosa: moltissimi accusano Warren di essere stata scorretta e di aver accusato Sanders di una cosa che non ha mai fatto, e hanno scritto che non la voterebbero alle elezioni di novembre se dovesse vincere le primarie. Altri hanno osservato che è più plausibile pensare che Sanders – un uomo di quasi ottant’anni proveniente da uno stato rurale – possa pensare che una donna non possa farsi eleggere alla presidenza, piuttosto che Warren si sia inventata questa cosa di sana pianta. È anche possibile che i due siano entrambi in buona fede e ricordino diversamente la stessa conversazione.
Fra circa due settimane inizieranno ufficialmente le primarie del partito in Iowa, e nonostante alcune differenze Warren e Sanders sono considerati entrambi esponenti dell’ala più radicale del partito. Il fatto che si siano scambiati accuse così gravi potrebbe avere conseguenze concrete sulla loro campagna elettorale. Entrambi hanno qualcosa da perdere: negli ultimi giorni Warren era in difficoltà e stava cercando di proporsi come candidata “unitaria”, in grado di essere votata sia dai sostenitori di Sanders che da quelli del favorito Joe Biden. Sanders invece era stato molto attento a non alienarsi i consensi delle donne, che nel 2016 avevano formato il 57 per cento dei votanti totali alle primarie in Iowa, specialmente dopo i casi di molestie sessuali nel suo comitato elettorale (per cui si è scusato) e i commenti sull’aggressività verbale di alcuni suoi sostenitori online, soprattutto uomini (i “Bernie bros” cosiddetti).