Putin ha dimesso il governo russo
Dopo aver proposto importanti modifiche alla Costituzione, forse allo scopo di restare al potere anche dopo la fine del suo mandato presidenziale
Mercoledì il primo ministro russo Dmitry Medvedev e tutti i ministri del suo governo si sono dimessi. La notizia è stata diffusa dopo un importante discorso del presidente Vladimir Putin, che aveva annunciato la sua intenzione di tenere un referendum per introdurre cambiamenti significativi alla Costituzione dando più poteri al Parlamento e al governo e togliendoli proprio al presidente. Medvedev ha detto di essersi dimesso per dare a Putin il necessario margine di manovra per introdurre i cambi alla Costituzione annunciati poco prima. Ora sarà proprio Putin a dover nominare un nuovo governo, in quella che è stata letta da tutti gli analisti e osservatori come una mossa di Putin per restare al potere anche oltre la fine del suo mandato da presidente, nel 2024.
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After the announcement of the government's resignation, this handshake is how Putin parted with Medvedev https://t.co/pD8blpMcJi
— Howard Amos (@howardamos) January 15, 2020
L’ufficio stampa della presidenza russa ha fatto sapere che Putin proporrà alla Duma di nominare primo ministro Mikhail Mishustin, una figura poco nota in Russia che dal 2010 dirige l’agenzia delle entrate nazionale.
La mossa di Putin, di cui non si conoscono ancora bene né i dettagli né i tempi, è stata vista come un tentativo del presidente di mantenere il potere in Russia anche dopo la fine del suo attuale mandato (nel 2024). La Costituzione russa non permette infatti più di due mandati consecutivi da presidente: Putin è al suo quarto mandato, ma dopo i primi due ha ricoperto il ruolo di primo ministro sotto la presidenza di Medvedev. La nuova riforma darebbe più poteri al primo ministro – incarico che Putin potrebbe svolgere – e a una nuova istituzione chiamata Consiglio di Stato.