Cosa fa un’agenzia di stampa
E in particolare cosa fa l'ANSA, la più importante in Italia, che oggi compie 75 anni
L’Agenzia Nazionale Stampa Associata, più conosciuta come agenzia ANSA, fu fondata 75 anni fa: il primo notiziario uscì a Roma il 15 gennaio 1945, in sostituzione del lavoro che fino ad allora era stato fatto in Italia dalla storica agenzia Stefani, fondata quasi un secolo prima a Torino su iniziativa di Cavour. Poi però era diventata organo del fascismo, ed era necessario riformarla. Oggi l’ANSA è la principale agenzia di stampa italiana, e l’unica che lavori anche a livello internazionale: il suo lavoro, come gran parte di quelli legati all’editoria e al giornalismo, è oggi molto diverso rispetto anche solo a un paio di decenni fa, ma mantiene un ruolo fondamentale nell’informazione italiana.
È possibile però che agenzia di stampa sia un concetto sempre meno chiaro, ancora di più in tempi in cui internet ne sta cambiando molto la centralità e le priorità. Un’agenzia di stampa è un’organizzazione giornalistica che non produce giornali cartacei, online o notiziari televisivi, ma la cui funzione principale è trovare le notizie e confezionarle in formati solitamente brevi e sintetici, per fornirle poi a pagamento alle testate – giornali, telegiornali, siti di news – sulle quali generalmente vengono poi lette o viste dal pubblico: le stesse testate possono usare a volte i testi integralmente o quasi come li hanno ricevuti oppure usarli ed elaborarli autonomamente. Ormai praticamente tutte le agenzie di stampa hanno un sito gratuito, sul quale finisce però soltanto una piccola parte dei contenuti che producono quotidianamente, che perlopiù vengono trasmessi alle testate abbonate: un tempo attraverso le telescriventi, oggi grazie a un’apposita piattaforma online.
Con trovare le notizie si intendono molte cose: la divisione più grande è tra le notizie scovate direttamente dai cronisti e quelle selezionate tra le centinaia di comunicati, istituzionali e non, che riceve ogni giorno una testata giornalistica. Andrea Buoso, giornalista dell’ANSA Veneto, ha spiegato che ogni giorno la sua redazione – medio-grande, tra quelle regionali – riceve tra le 200 e le 300 mail, che vanno lette e tra le quali vanno scelte quelle che contengono notizie rilevanti. Tra i comunicati che generalmente vengono riproposti sulle agenzie locali ci sono principalmente quelli delle amministrazioni locali, o delle associazioni di categoria ed economiche, delle organizzazioni culturali, eccetera.
Le agenzie di stampa locali – ANSA ha praticamente una sede per ogni regione – fanno poi normalmente la mattina il cosiddetto “giro di nera”, cioè una serie di telefonate a carabinieri, questura e ospedali, per sapere cos’è successo per quanto riguarda, appunto, la cronaca nera. La cronaca giudiziaria, per la quale le agenzie hanno spesso dei cronisti dedicati, è un altro esempio di contenuto di agenzia che si affida principalmente alle comunicazioni ufficiali. I clienti principali delle redazioni regionali dell’ANSA sono le tv private e i quotidiani locali.
Le agenzie nazionali italiane invece si occupano di temi nazionali, il che significa in Italia tanta politica. Producono le loro notizie in modi molto diversi: una parte del lavoro quotidiano dei cronisti consiste nel raccogliere dichiarazioni sui fatti del giorno, il che significa spesso piazzare un microfono davanti a un politico alla sua uscita dalla Camera o da palazzo Chigi. Ma vuol dire anche presenziare alle presentazioni dei libri o agli eventi ai quali partecipano i politici, per essere pronti a riportare una dichiarazione che si ritiene rilevante.
Francesco Bongarrà, da vent’anni cronista parlamentare dell’ANSA, ha spiegato che la percentuale di dichiarazioni sul totale delle notizie di politica pubblicate dall’agenzia «si è impennata prima con i fax e poi soprattutto con le email»: prima andavano raccolte direttamente dagli interessati in Transatlantico, il famoso corridoio di Montecitorio; oggi alla redazione politica dell’ANSA arrivano tra le 1.000 e le 1.500 mail quotidiane di dichiarazioni politiche, da leggere e selezionare. A questo, da alcuni anni si sono aggiunti i social network. I profili dei politici sono infatti diventati una delle fonti principali da cui arrivano le notizie e le dichiarazioni, e sono monitorati con costanza dai cronisti delle agenzie.
La differenza principale tra l’ANSA e le altre agenzie di stampa, secondo Bongarrà, è «la presenza militare sul territorio», anche fisica: il desk politico dell’ANSA non è infatti nella redazione centrale, ma direttamente a Montecitorio. Questo garantisce grande influenza e riconoscibilità ai giornalisti dell’ANSA, che spesso sono anche tra i più esperti nelle cose della politica. L’altra parte importante del lavoro dei cronisti politici di agenzia, infatti, è leggere, interpretare e riassumere i testi delle leggi approvate in aula, in modo da selezionare a pochi minuti dalla loro diffusione le parti più rilevanti giornalisticamente, che poi sono quelle riprese e commentate da giornali e telegiornali.
Ancor più che per i siti dei quotidiani e per le televisioni, infatti, per le agenzie di stampa la tempestività nel dare le notizie è un elemento fondamentale del proprio lavoro, e un aspetto centrale della concorrenza tra agenzie diverse.
In aggiunta, poi, una parte del lavoro dei cronisti di agenzia si sovrappone a quello dei cronisti dei quotidiani, e cioè la costruzione di rapporti con i politici e con i loro collaboratori più stretti, che permette per esempio di dare in anteprima notizie sulle cose interne dei partiti e sui loro esponenti principali. A differenza dei quotidiani, però, le agenzie di stampa generalmente non fanno i cosiddetti “retroscena”, cioè gli articoli basati su voci più o meno fondate e più o meno fumose che occupano gran parte delle prime pagine dei quotidiani.
ANSA ha circa 300 giornalisti, a cui si aggiungono vari collaboratori che per esempio forniscono all’occorrenza i contributi dalle province. Le sedi dell’agenzia non sono soltanto in Italia, ma ce ne sono anche all’estero: per esempio a Bruxelles, Parigi, Londra, Berlino, Washington, Mosca. Un tempo i corrispondenti in queste sedi erano tanti – ce n’erano più di una dozzina a New York, per esempio – ma oggi sono pochi, tranne in certe sedi come Bruxelles. Come per i quotidiani, le sedi estere sono diventate sempre meno sostenibili, con la crisi dell’editoria e con la trasformazione del settore dovuta a internet.
Parte del lavoro delle agenzie sulle notizie estere, oggi, viene fatto grazie alle cosiddette “consorelle”, cioè le agenzie straniere con le quali vengono stretti rapporti di collaborazione. I pochi inviati dall’estero hanno però ancora una loro rilevanza: in parte lavorano seguendo il flusso di notizie locali da desk, cioè leggendo i giornali e i siti di news locali. Ma raccolgono ancora le notizie direttamente nei casi degli avvenimenti più grossi, oppure per quelle notizie estere che hanno un qualche tipo di collegamento con l’Italia.
Concretamente, le agenzie come l’ANSA producono diversi “formati” di contenuti: i più importanti sono i flash, riservati a avvenimenti molto grossi e pubblicati raramente, nell’ordine di pochi all’anno. Bongarrà ha raccontato che in vent’anni di carriera non ne ha fatti più di dieci. In ordine di importanza seguono poi i bulletin (B), le notizie urgenti (U) e quelle regular (R). Se i flash consistono in una riga di testo – quelle scritte in maiuscolo e precedute dalla stringa “+++” – gli altri formati sono più estesi, pur senza mai arrivare alla lunghezza di un normale articolo di giornale.
In totale, ogni giorno, ANSA pubblica oltre 3.500 notizie. Questi contenuti, diffusi attraverso i servizi a pagamento alle testate abbonate, che siano quotidiani, siti o notiziari televisivi, possono poi essere rielaborati o meno nella versione che finisce ai lettori (che è il motivo per cui a volte siti diversi propongono testi identici o quasi per la stessa notizia). Per le notizie più urgenti, i lanci delle agenzie sono spesso riportati immediatamente tali e quali, e poi ampliati eventualmente nei minuti successivi. Bongarrà ha spiegato che uno dei risultati più ambiti dai cronisti di agenzia è che un proprio lancio sia letto al radiogiornale di Radio 1 delle 7 di mattina, il più seguito in Italia.
Oltre alle notizie testuali, ANSA è anche un’agenzia fotografica, che pubblica ogni giorno centinaia di foto fornite anche queste in abbonamento alle testate. E ANSA si distingue dalle altre agenzie italiane anche per la sua struttura societaria: fin dalla fondazione ANSA appartiene a una cooperativa formata da 36 soci, che sono gli editori dei principali quotidiani italiani.
Le principali agenzie di stampa italiane, oltre ad ANSA, sono Adnkronos, AGI, Dire, Askanews e Italpress. Rispetto all’ANSA sono più piccole: AGI, la seconda più grande, controllata da ENI, che ha circa la metà dei cronisti parlamentari di ANSA. Forniscono una quantità di contenuti inferiore e meno capillare, e per questo sono anche nettamente più economiche: i loro abbonamenti costano una frazione di quello dell’ANSA, che spesso è molto costoso per le testate, anche per i quotidiani nazionali medi e medio-piccoli.
Con le televisioni all-news e soprattutto con internet e con Twitter, le agenzie di stampa hanno perso parte della loro centralità, perché non sono più l’unica fonte a dare le notizie in tempo reale. Spesso però sono comunque le prime, e la loro tempestività rimane fondamentale per quelle testate che puntano sulle breaking news. La quantità di notizie prodotte, soprattutto per quanto riguarda la politica e la cronaca, è poi un altro aspetto irrinunciabile per le testate più grosse, che siano telegiornali o grandi quotidiani.
Ma per testate più piccole e che puntano più sull’approfondimento che sulla tempestività nella pubblicazione delle notizie, le agenzie di stampa sono spesso un servizio a cui si rinuncia, per risparmiare sui costi. Vale soprattutto per quelle testate che si occupano meno di politica e cronaca interna e molto di esteri, settore dove l’attività su Twitter delle grandi agenzie e giornali internazionali è spesso più ricca e tempestiva di quella offerta dalle agenzie italiane. Il Post, per esempio, non ha attualmente abbonamenti alle agenzie di stampa per quanto riguarda le notizie (ne ha invece per le fotografie). Un altro settore di clienti per le agenzie di stampa – le istituzioni pubbliche, ma soprattutto le aziende private – oggi sempre più riconosce che le informazioni necessarie al proprio lavoro si possono ottenere molto più economicamente grazie all’offerta gratuita su internet o a servizi più economici. Tutto questo ha messo negli anni passati molto in crisi la sostenibilità economica delle agenzie di stampa – spesso tuttora molto dipendente da contributi pubblici di varia forma – e generato, come per il resto dell’industria giornalistica, ricerche di modelli di business alternativi: con la conseguenza però di rendere la qualità dell’offerta dipendente da promozioni pagate direttamente o indirettamente, e anche di diminuirne l’accuratezza e l’affidabilità in conseguenza del taglio dei costi. Come avviene per molte testate giornalistiche.
Tra le agenzie di stampa internazionali, le più conosciute sono Associated Press (Stati Uniti) che è una cooperativa tra molte grandi e piccole testate internazionali, Reuters (Regno Unito) e Agence France-Presse (Francia): lavorano a livello globale, con redazioni imponenti nelle principali capitali e corrispondenti praticamente da ogni nazione. A differenza di quelle italiane a volte realizzano vere e proprie inchieste, paragonabili a quelle dei grandi giornali. Ci sono poi le agenzie più piccole e legate strettamente al loro paese, come DPA (Germania), EFE (Spagna) o Xinhua (Cina).