A novembre c’è stato un attacco informatico russo contro l’azienda ucraina per cui lavorava Hunter Biden, scrive il New York Times
L’intelligence militare russa (più conosciuta con la sigla GRU) a novembre ha cercato di sottrarre email dalla società energetica ucraina dove Hunter Biden, figlio dell’ex vicepresidente statunitense e candidato alle primarie Democratiche Joe Biden, aveva un incarico dirigenziale fino all’anno scorso. Lo dice una società di sicurezza informatica californiana, Area 1 Security, e la notizia è stata considerata affidabile dal New York Times e da varie agenzie di stampa internazionali. La società sostiene che l’attacco ricordi quello subìto dal Partito Democratico e dal comitato elettorale di Hillary Clinton durante la campagna elettorale del 2016, il cosiddetto “Russiagate“, per cui furono incriminati 12 agenti dell’intelligence russa. Non è chiaro cosa sia stato sottratto con questo attacco informatico, ma gli esperti citati dal New York Times sostengono che il momento e il tipo di attacco indichino che i russi cercavano probabilmente informazioni imbarazzanti sui Biden.
La vicenda è al centro dei fatti che hanno poi portato all’impeachment del presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Hunter Biden era stato nominato direttore di Burisma nel 2014 senza particolari qualifiche, cosa considerata trasversalmente sconveniente perché suo padre, da vicepresidente degli Stati Uniti, si era occupato molto dei rapporti con l’Ucraina. Nella sua nomina non c’era stato niente di illegale ma aveva fatto nascere molte teorie cospirazioniste, condivise anche da Trump che aveva fatto forti pressioni sul governo ucraino affinché avviasse delle indagini per presunta corruzione. Per questo i Democratici hanno avviato la procedura di impeachment alla Camera, accusando Trump di aver influenzato una potenza straniera per ottenere un vantaggio politico, visto che Biden è uno dei favoriti alla vittoria delle primarie Democratiche quindi e un suo potenziale sfidante alle presidenziali.