È morto Qaboos bin Said, sultano dell’Oman
Aveva 79 anni ed era il leader arabo al potere da più tempo
Qaboos bin Said, che era sultano dell’Oman, è morto a 79 anni a causa di un tumore. Qaboos era al potere dal 1970, quando con l’aiuto del Regno Unito depose il padre ultraconservatore e ne prese il posto: era il leader arabo al potere da più tempo.
Il New York Times ha scritto che «nei suoi decenni da monarca assoluto, [Qaboos] ha usato il petrolio per far uscire il paese dalla povertà, costruendo strade, porti, università e stadi», senza comunque introdurre un sistema democratico di governo nell’Oman, un paese di poco meno di cinque milioni di abitanti, nella punta sudorientale della penisola arabica.
Sabato mattina è stato annunciato che il successore di Qaboos, che non era sposato e non aveva figli, sarà il ministro della Cultura, Haitham bin Tariq Al Said. È stato nominato sultano dopo l’apertura di una busta in cui Qaboos aveva scritto il nome di chi voleva fosse il suo successore.. Haitham, che ha 65 anni ed è cugino di Qaboos, si è impegnato, nel suo primo discorso, a proseguire le politiche del predecessore basate, per quanto riguarda i rapporti con gli altri paesi, sul principio della non interferenza. Prima di diventare sultano, Haitham si era occupato, oltre che di cultura, anche di Esteri.
Qaboos era nato nel 1940. Studiò in importanti scuole del Regno Unito e nel 1965 fu fatto tornare in Oman dal padre, Said bin Taimur, che lo costrinse agli “arresti domiciliari”. Il padre era al potere dagli anni Trenta e aveva imposto un regime ultraconservatore nel quale, tra le altre cose, era vietato indossare occhiali da sole o ascoltare la radio e in cui era lui a decidere chi poteva sposarsi, studiare o lasciare il paese.
Nel 1970, anche grazie all’aiuto del Regno Unito, Qaboos fece un colpo di stato: prese il posto del padre, che passò i suoi due restanti anni di vita in un lussuoso hotel di Londra. Quando divenne sultano, l’Oman era uno stato isolato, con solo tre scuole e circa dieci chilometri di strade asfaltate. Nei suoi primi mesi al potere, Qaboos represse una rivolta marxista nel sud del paese, ancora con l’aiuto delle forze speciali britanniche. Nel 1971 l’Oman entrò a far parte delle Nazioni Unite e negli anni successivi Qaboos iniziò a usare i soldi del petrolio per rendere il paese più moderno e sviluppato.
In politica estera, Qaboos si propose come mediatore e possibile interlocutore di tutti i paesi della penisola araba e di quelli con interessi nell’area. Nel 1979 appoggiò i negoziati tra l’Egitto e Israele e in anni più recenti si interessò ai colloqui tra Stati Uniti e Iran. L’Oman di Qaboos fu anche il primo paese del Golfo Persico a ospitare un primo ministro israeliano, Yitzhak Rabin.
Il New York Times ha scritto che Qaboos «divenne uno dei pochi leader in grado di mantenere legami e contatti con potenze che spesso si odiavano tra loro, come l’Iran, Israele, gli Stati Uniti, l’Arabia Saudita e i ribelli houti in Yemen».
Non ci furono mai proteste davvero intense contro Qaboos, nemmeno durante le cosiddette “primavere arabe”, le proteste iniziate nel 2011 in Nord Africa e Medio Oriente che portarono alla destituzione di diversi regimi autoritari.
Nei suoi anni al potere, Qaboos concesse una Costituzione, ma mise anche in atto repressioni violente e censure, e non fece mai aperture nei confronti di un sistema più democratico. Oltre al ruolo di sultano, ricoprì anche gli incarichi di primo ministro, governatore della banca centrale e ministro delle Finanze, degli Esteri e della Difesa.