La maggioranza ha presentato una proposta di legge elettorale
Prevede un sistema proporzionale e sarà la base per le discussioni delle prossime settimane: piace al PD e al Movimento 5 Stelle, ma LeU non è d'accordo
Le forze che sostengono il secondo governo Conte, con l’eccezione di LeU, hanno presentato alla Camera una proposta di legge elettorale proporzionale che, nelle prossime settimane, diventerà la base su cui inizierà il dibattito sulla riforma dell’attuale legge. Tra le forze di opposizione, la Lega ha già dichiarato di essere contraria e ha da tempo annunciato che intende portare avanti la sua proposta di legge: un maggioritario puro. Qui potete trovare il testo completo della proposta di legge presentata oggi da Giuseppe Brescia, del Movimento 5 Stelle.
La proposta presentata dalla maggioranza alla Camera (e che alcuni parlamentari e giornalisti hanno già ribattezzato “Germanicum”, per via di una superficiale somiglianza con la legge tedesca) è un proporzionale puro. Significa che ogni lista eleggerà un numero di deputati e senatori all’incirca proporzionale al numero di voti raccolti. Da tempo si discuteva dell’intenzione dell’attuale maggioranza di presentare una legge elettorale proporzionale.
Una novità relativamente inaspettata è invece la soglia di sbarramento fissata piuttosto in alto: al 5 per cento. Significa che quei partiti che non raggiungono il 5 per cento dei voti non eleggono deputati (nel caso delle ultime elezioni politiche del 2018 avrebbe significato zero eletti per quelle forze politiche con meno di un milione e mezzo di voti). Questa soglia penalizza i partiti più deboli, due dei quali sono presenti nella maggioranza di governo: LeU e Italia Viva (che però per il momento sostiene la proposta).
A questa regola la legge prevede un’eccezione, il cosiddetto “diritto di tribuna”. Significa che in base ad alcuni complicati calcoli, le forze politiche che dovessero ottenere buoni risultati in almeno due regioni per la Camera e in una per il Senato, potranno eleggere alcuni deputati anche se non dovessero complessivamente raggiungere il 5 per cento dei voti.
L’attuale legge elettorale (il cosiddetto “Rosatellum” che trovate spiegato nel dettaglio qui) prevede che il 75 per cento dei parlamentari sia eletto con il proporzionale, mentre il restante 25 per cento viene eletto con un sistema uninominale in cui il seggio viene vinto dal candidato che nel suo collegio ottiene un solo voto più degli avversari. La proposta di legge presentata alla Camera cancella questi seggi uninominali e prevede che tutti i seggi, tranne quelli della Valle d’Aosta e del collegio estero, siano assegnati tramite metodo proporzionale.
La proposta prevede anche i cosiddetti “listini bloccati”. Significa che l’ordine in cui saranno eletti i parlamentari sarà stabilito dall’ordine in cui verranno presentati nelle singole liste e non tramite preferenze (in altre parole non saranno gli elettori a scegliere i singoli candidati scrivendo il loro nome sulla scheda, ma l’ordine di elezione sarà automatico e stabilito dai partiti, come avviene con il Rosatellum).
Le forze di maggioranza che hanno approvato la proposta hanno specificato che i listini bloccati saranno uno dei punti su cui si concentrerà la futura discussione. La discussione sulla legge elettorale sarà probabilmente lunga e spesso è avvenuto in passato che proposte di legge siano state esaminate a lungo e successivamente scartate, oppure significativamente modificate.