La Spagna ha finalmente un governo
Il parlamento ha dato la fiducia al socialista Pedro Sánchez, che guiderà un governo di sinistra con una maggioranza molto risicata
Il parlamento spagnolo ha votato la fiducia a un nuovo governo guidato da Pedro Sánchez, leader del Partito Socialista (PSOE), principale partito di sinistra del paese. Sánchez governerà insieme a Unidas Podemos, seconda forza di sinistra del paese, e anche grazie all’astensione di Esquerra Republicana (ERC), principale partito catalano indipendentista di sinistra. La fiducia è stata votata con una maggioranza molto risicata: 167 voti a favore e 165 contrari, in seconda votazione, quando cioè era necessaria solo una maggioranza semplice. Il 5 gennaio, come previsto, Sanchez aveva perso il primo voto di fiducia perché avrebbe avuto bisogno della maggioranza assoluta, 176 voti.
Lo scorso novembre Sánchez aveva ottenuto l’appoggio di Unidas Podemos, seconda forza della sinistra spagnola, ma per raggiungere la maggioranza mancavano ancora diversi voti. A inizio gennaio era arrivata infine la decisione di ERC di astenersi dal voto, cosa che è risultata decisiva ai fini di permettere la formazione di un governo. Oltre a ERC si sono astenuti anche i parlamentari di Euskal Herria Bildu (EH Bildu), coalizione di centrosinistra formata da partiti nazionalisti baschi.
L’accordo tra PSOE e ERC aveva però trovato parecchie resistenze nelle altre forze indipendentiste catalane. Il presidente catalano Quim Torra, esponente di Junts per Catalunya (partito indipendentista di centrodestra, a cui appartiene anche l’ex presidente Carles Puigdemont), aveva detto che il governo catalano, o per lo meno la metà formata da membri di Junts per Catalunya, non avrebbe appoggiato l’accordo.
La posizione di Torra è rilevante, aveva sottolineato il quotidiano spagnolo Diario, proprio perché l’intesa prevede negoziati diretti tra governo spagnolo e governo catalano. È possibile però che Torra dovrà lasciare il suo incarico di presidente della Catalogna, in seguito a una sua recente condanna a 18 mesi di interdizione dai pubblici uffici, anche se lui ha detto che farà ricorso in appello contro la sentenza. Inoltre alcuni avevano accolto con scetticismo l’accordo tra i due partiti, ricordando come il precedente governo Sánchez, infatti, fosse caduto a febbraio a causa della bocciatura della legge di bilancio, contro cui avevano votato gli indipendentisti catalani, tra cui ERC.