Secondo Pisapia è «uno scempio» che il PD non abbia fermato la riforma della prescrizione

Lo ha detto in un'intervista a "Repubblica", criticando molto duramente la subalternità del partito al M5S

(ANSA / MATTEO BAZ)
(ANSA / MATTEO BAZ)

Giuliano Pisapia, ex sindaco di Milano e attualmente europarlamentare del PD, ha commentato in un’intervista a Repubblica la riforma della prescrizione voluta dal primo governo Conte ed entrata in vigore dal primo gennaio. La riforma, fortemente voluta dal Movimento 5 Stelle, prevede il blocco assoluto della prescrizione dopo la sentenza di primo grado: in sostanza con la riforma nessun processo finirà mai in prescrizione se è arrivato almeno a una sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione. Finora, che si arrivasse a una sentenza di primo grado o di appello, un reato poteva essere estinto se passava un tempo considerato eccessivo.

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Nell’intervista a Giovanna Casadio, Pisapia ha detto che la riforma andava bloccata già nel decreto Milleproproghe, approvato dal governo prima di Natale, o subito dopo, e ha criticato duramente l’operato del PD in Parlamento, sostenendo che non avrebbe fatto abbastanza per modificare la riforma prima che entrasse in vigore.

Alla domanda se il PD sia un “gregario” del Movimento 5 Stelle all’interno del governo, Pisapia ha risposto così:

«Una forza politica autenticamente democratica non può permettere che avvenga questo scempio del rispetto delle regole. Più in generale io ero perplesso del percorso che il centrosinistra ha poi scelto, cioè di alleanza con i 5 Stelle. Ma la cosa più grave è che manca del tutto la discontinuità tra il governo giallo-rosso e il precedente tranne che su due punti: il rapporto con l’Europa e molte facce nuove di ministri e vice.

Pisapia, che oltre che politico è anche avvocato penalista, ha definito la riforma della prescrizione «un percorso sbagliato e inefficace, un calvario. In contrasto con la Costituzione». Ha spiegato inoltre come i dati mostrino che la maggior parte delle prescrizioni arrivino nel corso delle indagini, prima che si arrivi a una sentenza di primo grado, e che la riforma potrebbe avere come effetto solo un allungamento dei procedimenti giudiziari.

Per abbreviarne i tempi, secondo Pisapia bisognerebbe promuovere l’aumento dei riti alternativi: il giudizio abbreviato e il patteggiamento: «Il giudizio abbreviato riduce in maniera rilevante i tempi della giustizia; il patteggiamento esclude la possibilità di prescrizione. Aumentare l’organico della magistratura e di chi opera negli uffici giudiziari. Rafforzare le misure alternative al carcere che porteranno a una diminuzione della prescrizione».