Le regole del ping pong, una volta per tutte
Quelle per cui si litiga sempre tra amici e parenti, a cominciare dalla battuta
Se dovete organizzare i prossimi Mondiali di ping pong, dovete leggervi tutta la guida ufficiale allo sport. Sport che sì, ufficialmente si chiama tennis da tavolo. Se invece volete risolvere le dispute tra amici e parenti durante le tipiche partite di ping pong che si giocano in vacanza, questa è la guida minima che vi serve.
Seguire le regole ufficiali ovviamente non è necessario: come si cambiano le regole di calcio quando si gioca con gli amici al parco, si possono cambiare anche quelle del ping pong. Insomma, noi ve le diciamo, poi fate un po’ come vi pare. D’altra parte probabilmente dovrete comunque adeguarvi a un campo di cemento o traballante e una rete molle e ciondolante. Ah, le regole base-base le diamo per scontate: ci aspettiamo che sappiate già quando si assegna un punto, ecco.
A 11 o a 21?
Almeno in Italia, siamo abituati a giocare le partite di ping pong “ai 21 punti”: il primo che arriva a 21 vince e si cambia il servizio ogni 5 punti. Se volete provare a cambiare un po’ le cose, potete adeguarvi alle regole ufficiali: si gioca “agli 11” e si cambia il servizio ogni due punti. Le partite poi vengono decise al meglio dei 7, dei 5 o dei 3 game: si giocano più game “agli 11” e vince la partita il primo che arriva a 4, 3 o 2 vittorie.
E i vantaggi?
Se si arriva sul 20 pari (o sul 10 pari se si gioca “agli 11”) per vincere serve fare due punti in più dell’avversario. Sono i cosiddetti vantaggi, una regola seguita quasi da tutti. Se ci si arriva, il servizio viene cambiato dopo ogni punto: una battuta a testa, insomma, che si giochi agli 11 o ai 21.
Quando ci si scambia lato del tavolo?
Se si gioca “agli 11”, i due giocatori si scambiano lato del campo dopo ogni game, mentre se un game è decisivo per la vittoria della partita, si cambia lato ogni 5 battute. Se giocate a 21 fate un po’ come volete, tanto siete già fuorilegge.
Quali sono le regole per la battuta?
Il servizio, o battuta, è uno degli argomenti su cui si litiga di più quando si gioca a ping pong tra amatori. E le regole per il servizio sono probabilmente tra le meno rispettate del gioco.
Prima cosa: non si può servire tenendo la pallina tra le dita o tra il palmo della mano e la racchetta o in qualunque modo vi permetta di imprimere alla pallina una rotazione che non derivi esclusivamente dall’impatto con la racchetta. Le regole prevedono che si tenga la pallina sul palmo disteso della mano, che la si lanci in aria in verticale per almeno 16 centimetri e senza rotazione e che solo allora la si colpisca con la racchetta. Il servizio deve essere inoltre fatto lanciando e colpendo la pallina dietro la linea di fondo campo e sopra il livello del piano di gioco. L’altra cosa che non si può fare è nascondere in qualunque modo la pallina all’avversario, ma qui andiamo già tra le regole per giocatori esperti, che probabilmente le conoscono già.
Una cosa su cui spesso si litiga giocando a ping pong è dove debba andare la pallina, subito dopo la battuta. La battuta prevede che la pallina rimbalzi nel campo di chi batte, ma poi? Deve rimbalzare in una metà del campo avversario? Deve uscire dal fondo del campo o può anche uscire dal lato?
Le regole ufficiali la fanno molto facile. Nelle partite uno contro uno, la pallina deve rimbalzare una volta nel campo di chi serve e almeno una volta in quello di chi riceve. Può colpire sia la metà sinistra che la metà destra del campo di chi riceve e può uscire di lato o dal fondo o fermarsi sul posto o tornare verso la rete (se riuscite a dare abbastanza effetto al vostro colpo). Tutte le altre regole che spesso si adottano nelle partite tra amici non esistono in quelle ufficiali.
Nel caso delle partite due contro due – in doppio – l’unica regola aggiuntiva è che la pallina rimbalzi nella metà destra del campo di chi serve e nella metà destra del campo di chi riceve. A ogni cambio battuta, il giocatore che era il ricevitore diventa il battitore e il compagno di squadra del precedente battitore diventa il ricevitore: “si gira”, insomma, e a scambiarsi di posto sono sempre i due giocatori della squadra che ha appena servito.
Come funziona quando si fa “net”?
Quando si serve, capita che la pallina tocchi la rete prima di rimbalzare nel campo avversario, diventando spesso imprendibile per chi riceve. È quello che in italiano chiamiamo “rete” o “net”, e che in inglese viene chiamato “let”. Se si fa net, il servizio viene ripetuto senza che venga assegnato punto. Le cose da chiarire sono probabilmente due. Il “net” si verifica solo se la pallina, dopo aver toccato la rete, termina dove avrebbe dovuto, toccando il campo o la metà del campo prevista. Di “net” se ne possono fare infiniti, uno dopo l’altro: non esiste un limite oltre al quale il battitore perde il punto.
Qual è l’ordine dei colpi nel doppio?
Le regole prevedono che si colpisca la pallina una volta a testa, alternandosi: non è quindi previsto che lo stesso giocatore possa colpire due volte consecutivamente la pallina. Se non si rispetta la sequenza prevista, è punto per gli avversari.
Ci si può appoggiare al tavolo?
Non si può toccare il tavolo con la mano libera, se invece lo si tocca con il braccio con cui si impugna la racchetta va tutto bene. Se si tocca il tavolo con la mano libera, è punto per l’avversario. Se si tocca la rete o i sostegni della rete (con qualunque parte del corpo) è punto per l’avversario. Se si muove il tavolo (con qualunque parte del corpo) è punto per l’avversario.
Bonus: cosa succede se gioco per un anno ogni giorno?
È la domanda che si fanno molti giocatori occasionali, finita quella settimana di vacanza durante la quale hanno giocato a ping pong 8 ore al giorno e hanno notato progressi. Qualcuno ha provato a farlo, filmandosi. La risposta è che si diventa piuttosto forti.