Le comuni di tiktoker a Los Angeles
Come la Hype House, una grande villa con piscina dove 19 ragazzi con milioni di follower fanno video tutto il giorno
A Los Angeles gruppi di tiktoker – cioè ragazzi molto noti sul social network TikTok, popolarissimo tra gli adolescenti di mezzo mondo – stanno andando a vivere insieme, in modo più o meno fisso, in grandi case prese in affitto come collettivi di “content creators“, creatori di contenuti, come da anni fanno gruppi di youtuber. Il New York Times ha spiegato il fenomeno raccontando in particolare la storia della Hype House, una villa con piscina in una strada privata su una collina della città: da dicembre ospita un gruppo di 19 tiktoker, di cui quattro ci abitano a tempo pieno.
@lilhuddywelcome to our new home😊♬ original sound – lilhuddy
Nel caso siate pratici del social network forse ne avete visto qualcuno, ad esempio il diciassettenne Chase Hudson, noto come Lilhuddy, che ha 8 milioni di follower, e la quindicenne Charli D’Amelio, che dalla scorsa estate ha raccolto 15 milioni di follower. L’account @thehypehouse – che raccoglie i video dei membri – ha ottenuto più di 3 milioni di follower in una settimana e mezzo e alcuni video con l’hashtag #hypehouse sono stati visti quasi 100 milioni di volte.
L’idea di mettere insieme questa specie di comune è venuta lo scorso novembre a Chase Hudson e al meno famoso Thomas Petrou, che ha 21 anni e nasce come youtuber. Nel giro di 13 giorni hanno affittato la villa: inizialmente Hudson voleva chiamarla “House of Olympus”, ma in una votazione ha vinto “Hype House”, la proposta del 19enne Alex Warren, che ha 2,7 milioni di follower. Warren, Petrou, la 20enne Daisy Keech e la 19enne Kouvr Annon, i più grandi del gruppo, sono quelli che vivono nella casa a tempo pieno. Alcuni tra i più giovani, come D’Amelio, che va ancora alle superiori, non vivono nemmeno a Los Angeles, ma ci vanno quando possono.
@thehypehouseHe thinks he can leave @zarbruh @nickaustinn♬ original sound – thehypehouse
L’idea di Hudson e Petrou non è stata particolarmente originale: nel mondo degli influencer la pratica di vivere insieme in una grande casa, come in un reality show, esiste da tempo. Negli ultimi cinque anni si è creata una piccola rete di case del genere a Los Angeles. Vengono chiamate “collab houses” o “content houses“, “case dei contenuti”. Già nel 2014 i membri del canale di YouTube collaborativo – cioè con protagonisti diversi youtuber con i propri canali – Our Second Life vivevano e lavoravano insieme in quella che battezzarono “02L Mansion”, cioè “Villa di Our Second Life”. Nel 2015 alcuni degli utenti di Vine di maggior successo andarono a vivere in un condominio al 1600 di Vine Street, Hollywood.
Ora che esiste la Hype House altri gruppi di tiktoker stanno pensando di riunirsi in comuni simili: ad esempio un gruppo di tiktoker afroamericani ha pensato di creare una “Melanin Mansion”, dato che i membri della Hype House sono in prevalenza bianchi. In ogni caso anche questa casa dovrebbe trovarsi a Los Angeles, dove si trova anche la più importante sede americana di TikTok – che è un’azienda cinese. In città ha anche aperto da poco, il 3 gennaio, una collab house gestita dall’agenzia di talenti TalentX Entertainment.
Le collab houses aiutano i content creator in vari modi: stando a stretto contatto tra loro riescono a farsi venire più idee per i propri video ed entrando gli uni nei canali degli altri si fanno conoscere a un maggior numero di persone. Inoltre, dice il New York Times che ha parlato con numerosi youtuber e tiktoker, anche dal punto di vista psicologico la convivenza aiuta, dato che non è sempre facile gestire una fama improvvisa come quella che può arrivare con TikTok. Proprio per via dei problemi legati all’essere così tanto noti, il collettivo di Hype House ha scelto una casa che si trova in una strada privata, chiusa ai non residenti da un cancello: in questo modo evitano di essere visitati da gruppi di fan.
Le altre caratteristiche che una collab house deve avere (e che l’Hype House sicuramente ha) sono una gran quantità di luce naturale, spazi aperti e distanza da vicini curiosi. Inoltre chi affitta deve avere il permesso di girare dei video: a Los Angeles molte case in affitto su Airbnb, comunemente prese in affitto da alcuni influencer, hanno una regola che vieta le riprese, proprio perché i proprietari temono che i treppiede per le videocamere rovinino i pavimenti e che le challenge di YouTube possano fare altri danni.
Altri vantaggi della Hype House sono una gran quantità di specchi, un bagno grande quanto un piccolo appartamento (molti video sono ambientati lì) e il fatto che praticamente non ci siano mobili: per questo fare video è più semplice. Ha anche una piscina, in cui però per ora nessuno ha fatto il bagno perché fa troppo freddo. Sono però molto sfruttati i grandi terrazzi e la scalinata che porta al secondo piano. E anche se non si direbbe ci sono delle regole molto rigide: innanzitutto per fare parte del gruppo bisogna realizzare nuovi contenuti ogni giorno (secondo Petrou in tutta la casa vengono caricati su TikTok almeno 100 diversi video ogni giorno); poi, anche se si possono invitare degli amici, la casa non deve essere usata per organizzare delle feste; e se si rompe qualcosa si hanno solo 15 giorni per sostituirlo. Nelle parole di Petrou: «Questa casa è pensata per la produttività. Se vuoi fare festa ci sono centinaia di case che danno feste tutti i weekend a Los Angeles».
@daisykeech@abbyrao @abbywetherington♬ original sound – kiyatheöfficial
Per quanto riguarda l’organizzazione della casa è Petrou, il più vecchio del gruppo, a occuparsene. Per ora comunque non si tratta di gestire degli introiti: l’Hype House non è una società che trattiene parte dei ricavi dei suoi membri. È però pensata per crescere, per questo Hudson si occupa anche di fare da talent scout per l’intero gruppo. Ha spiegato al New York Times quali sono le qualità necessarie per diventare famosi su TikTok: essere giovane, «avere molta energia e personalità» ed essere «un po’ strano». Ma anche, «avere un talento per qualcosa, essere buffo o strano, oppure molto attraente». Inutile specificare che la combinazione delle tre cose è il meglio.
Secondo alcune delle persone intervistate dal New York Times le collab houses smettono di funzionare con il tempo, o comunque si complicano, per via di questioni legate al denaro. MaiLinh Nguyen, ex videomaker per lo youtuber Jake Paul, ha detto: «Non penso che i collettivi siano sostenibili per sempre. A un certo punto se vorranno fare un negozio temporaneo o vendere dei gadget con il brand di Hype House dovranno trovare un modo per gestire la cosa finanziariamente e trasformare il gruppo in un business». Michael Gruen della TalentX Entertainment, pensa che prima di mettersi in gruppo i content creator dovrebbero stabilire come dividersi gli introiti «in modo che i soldi non si mettano in mezzo e rovinino le amicizie».