L’annosa questione dei bagagli a mano sugli aerei
Le resse per trovare posto nelle cappelliere sono una seccatura per i passeggeri e per le compagnie aeree, che si sono create da sole il problema
Quello del bagaglio a mano sugli aerei è un problema noto a chiunque abbia preso un aereo negli ultimi anni: soprattutto nei voli a breve e media distanza, e specialmente su quelli low cost, trovare spazio per il proprio trolley o per il proprio borsone nelle cappelliere sopra ai sedili è diventato quasi sempre complicato. È sostanzialmente il motivo principale per cui ai gate si formano lunghe file anche molto prima dell’imbarco: nonostante tutti abbiano il posto assicurato, chi sale per ultimo non è più sicuro di trovare spazio nelle cappelliere per il proprio bagaglio a mano.
A chi è più rilassato spesso non dispiace rimanere seduto fino all’ultimo e imbarcarsi quando la fila è ormai finita: questo significa però correre il rischio che il proprio bagaglio a mano sia imbarcato nella stiva, perché gli spazi nelle cappelliere sono finiti. È una procedura gratuita con la gran parte delle compagnie, ma significa separarsi dai propri effetti personali per la durata del volo, e soprattutto perdere nella migliore delle ipotesi almeno un quarto d’ora aspettando che i bagagli della stiva arrivino sui nastri all’aeroporto di arrivo. Questo vale soprattutto per le compagnie aeree che non sono low cost, e i cui passeggeri più redditizi sono quelli che viaggiano frequentemente e per motivi di lavoro, con poco bagaglio e normalmente molto interessati a perdere meno tempo possibile in aeroporto.
Le compagnie aeree fanno spesso overbooking sui bagagli a mano: cioè non prevedono uno spazio per ciascun passeggero, anche perché non tutti i passeggeri viaggiano con un bagaglio a mano. Il sovraffollamento dei bagagli nelle cappelliere, poi, non causa solo disagi ma veri e propri rischi, perché le valigie stipate rischiano di cadere sulle teste dei passeggeri: e questa è notoriamente una preoccupazione degli assistenti di volo, che dedicano molto tempo ed energie prima delle partenze ad assicurarsi che le cappelliere siano il più possibile in ordine.
Negli ultimi due anni, alcune compagnie hanno adottato soluzioni drastiche: dalla fine del 2018 Ryanair per esempio permette di portare con sé sull’aereo soltanto uno zainetto o una piccola borsa, che deve stare sotto il sedile. Tutto quello che è più grosso va pagato separatamente: chi ha preso uno di questi voli nel 2019 sa che questa misura non ha comportato la scomparsa dei trolley a bordo, segno che buona parte dei passeggeri preferisce pagare qualcosa in più per poter portare con sé il trolley. Disincentivare i passeggeri a portare con sé grossi bagagli a mano vuol dire in molti casi spingerli a portare meno bagagli, e non a portarne ugualmente ma imbarcarli in stiva: con grossi vantaggi per le compagnie in termini di peso da trasportare, e quindi di carburante consumato.
Come ha spiegato un recente articolo di Vox, però, tutti questi problemi sono conseguenze di una decisione deliberata delle compagnie aeree, che nel corso dell’ultimo decennio hanno iniziato a far pagare i bagagli a stiva, spesso diverse decine di euro. Questo ha abituato i passeggeri a portare con sé come bagagli a mano non più semplici zainetti o borse con gli oggetti utili durante il volo, ma trolley e valigie sempre più ingombranti. Ma visto che gli aerei non sono progettati perché ciascuno porti un trolley nella cabina passeggeri, la conseguenza – per chi non viaggia in prima classe o con priorità d’imbarco – è la mancanza di spazio nelle cappelliere.
Negli ultimi mesi, alcune compagnie aeree hanno introdotto aerei con più spazio per i bagagli a mano. American Airlines, che è la compagnia aerea più grande del mondo, ha aggiunto alla propria flotta sei Airbus con il 40 per cento di spazio in più, prenotandone altri sette. Stanno facendo lo stesso anche Delta e Alaska Airlines. Se i modelli di aerei di linea – che siano Boeing o Airbus – sono gli stessi per tutte le compagnie, ciascuna sceglie gli interni dei propri, tra quelli proposti dalle società produttrici o disegnati da aziende terze.
Potrebbe sembrare che quello di American Airlines sia un modo di venire incontro alle frustrazioni dei passeggeri, ma non è così (altrimenti aggiungerebbero anche spazio tra le file di sedili, altro noto problema). Il settore dell’aviazione civile è in espansione, perché sempre più persone prendono gli aerei: ma la fortissima concorrenza e la gara al ribasso sui prezzi costringe le compagnie a trovare sempre nuovi modi per abbattere i costi. E le goffaggini e gli impicci che si creano nel corridoio di un aereo prima della partenza, quando tutti provano a stipare le proprie valigie nelle cappelliere, non sono un problema soltanto per noi passeggeri.
Ogni minuto di ritardo di un volo ha infatti grandi costi per le compagnie, perché può sballare i rigidi piani dei decolli e degli atterraggi, e può costringerle a pagare straordinari ai dipendenti e rimborsi ai passeggeri. L’obiettivo delle compagnie che stanno ingrandendo le cappelliere, quindi, non è tanto evitare che i passeggeri debbano mandare nella stiva le valigie, ma che non si creino lunghi ingorghi nel corridoio per via della gente che cerca un posto al proprio bagaglio.
Per questo, l’aumento dello spazio per i bagagli non esclude il processo in corso da anni di riduzione delle dimensioni massime dei bagagli. Le compagnie aeree hanno verificato negli ultimi anni che far pagare priorità d’imbarco che consentono di portare trolley a bordo è una strategia redditizia, anche perché spesso i ricavi che derivano dai servizi opzionali sono meno tassati di quelli derivanti dai prezzi dei biglietti veri e propri. Il futuro dei bagagli aerei è quindi avere procedure di imbarco più veloci per i bagagli a mano per cui i passeggeri hanno pagato, come ha ipotizzato Forbes. All’ultimo Aviation Interiors Show di Amburgo, un’esposizione internazionale di interni di aerei, la società Diehl Aviation ha per esempio presentato un prototipo di cappelliera personale prenotabile, con ogni probabilità con un costo extra.