L’anno scorso la Danimarca ha prodotto con il vento quasi la metà della sua energia
E senza condizioni meteorologiche particolarmente favorevoli, ma soprattutto grazie a investimenti e sovvenzioni
Quasi la metà dell’energia consumata in Danimarca nel 2019 – il 47 per cento – proveniva dal vento. Lo ha reso noto Energinet, il gestore danese della fornitura elettrica e di gas, il cui proposito per il 2020 è raggiungere il 50 per cento, con l’obiettivo finale di ricavare energia esclusivamente da fonti rinnovabili entro il 2035.
L’Europa produce circa il 75 per cento dell’energia eolica mondiale e la Danimarca è il primo paese europeo per consumo di energia eolica (in percentuale), anche se non il primo per consumo di energie rinnovabili in generale, che rimane la Svezia. In Danimarca, è la prima volta che il dato sull’energia eolica raggiunge un numero così alto: era stato il 43 per cento nel 2017 e il 41 per cento nel 2018. Per farsi un’idea, il secondo paese europeo è l’Irlanda che nel 2018 produceva il 28 per cento di energia eolica. Sempre per farsi un’idea dei numeri, l’obiettivo europeo per il 2030 è raggiungere il 32 per cento di energia prodotta con fonti rinnovabili; quello italiano il 30 per cento.
Il grosso dell’energia eolica danese proviene dalle pale eoliche che si trovano nei territori a ovest del paese o sulle isole, ma recentemente stanno crescendo anche gli impianti in mare, in zone dove l’acqua è poco profonda e dove la velocità del vento è significativamente più alta. In Danimarca le condizioni meteorologiche sono favorevoli, anche se non eccezionali rispetto agli altri paesi europei la cui velocità del vento viene considerata mediamente alta.
La Danimarca cominciò a investire nell’energia eolica negli anni Ottanta, quando dovette fare i conti con la crisi del petrolio e le elevate emissioni di CO2 che provenivano dalle centrali elettriche a carbone molto diffuse in quegli anni. L’energia nucleare fu ai tempi molto osteggiata dalla cittadinanza, e l’energia eolica divenne quindi una scelta quasi obbligata.
La necessità di investire in questa nuova fonte energetica portò a incentivi e sovvenzioni statali che, mentre in altri paesi europei ebbero scarso successo, in Danimarca furono particolarmente efficaci. Tra le aziende che ne approfittarono ci fu in particolare Vestas, che produceva inizialmente elettrodomestici e che in quegli anni cominciò a costruire pale eoliche sempre più alte (oggi superano i 100 metri). Oggi Vestas è la più grande società di costruzione di pale eoliche al mondo e la città dove ha sede, Aarhus, è uno dei centri più importanti per la ricerca e la produzione in tema di energie rinnovabili a livello internazionale.