Essere John Malkovich
È un tipo che si fa certamente notare: dal 10 gennaio sarà Papa nella serie Sky Original di Paolo Sorrentino, nel suo ruolo più famoso è stato se stesso, più o meno
Nella serie Sky Original The New Pope, scritta e diretta dal premio Oscar Paolo Sorrentino, John Malkovich è Sir John Brannox, un cardinale aristocratico britannico che sceglie di diventare Giovanni Paolo III. Un nuovo Papa, dunque, diversissimo da quello della precedente serie (Lenny Belardo, interpretato da Jude Law), ma allo stesso modo carismatico e profondamente atipico.
È un ruolo che si aggiunge a una lunga lista di persone che John Malkovich è stato nella sua carriera al cinema, in tv e in teatro. Una carriera in cui Malkovich è stato, tra i tanti: un ladruncolo in L’impero del sole, il visconte Sébastien di Valmont in Le relazioni pericolose, un clown in Ombre e nebbia, un americano in viaggio per l’Africa degli anni Quaranta in Il tè nel deserto, un oligarca russo in Billions, uno dei due di Uomini e topi (quello tonto ma fortissimo), il regista di Al di là delle nuvole (diretto da Michelangelo Antonioni), il moschettiere Athos in La maschera di ferro, Carlo VII di Francia in Giovanna D’Arco, Gustav Klimt in Klimt e John “Horatio” Malkovich in Essere John Malkovich.
Malkovich è stato un prete in Changeling e un sacerdote alieno – seguace del culto del “Grande Scaravulso Verde” – in Guida galattica per autostoppisti. Ma prima di diventarlo per la serie Sky Original scritta e diretta da Paolo Sorrentino, non era mai stato il più importante sacerdote della Chiesa cattolica.
John Gavin Malkovich – “Horatio”, il suo secondo nome di Essere John Malkovich, è inventato – è nato il 9 dicembre 1953 nell’Illinois, secondo di cinque fratelli e figlio di un editore statunitense e di una giornalista, entrambi molto impegnati per l’ambiente. Il padre aveva origini croate, la madre di diversi paesi europei. Da adolescente giocò a football americano e si interessò di musica, decidendo di studiare scienze ambientali all’università. Dopo poco tempo cambiò interessi e scelse di studiare recitazione in un’altra università, restando comunque sempre in Illinois. Senza nemmeno finire l’università poi si spostò a Chicago e insieme a Gary Sinise fondò una compagnia teatrale.
Negli anni Ottanta si trasferì a New York e lì iniziò a recitare a Broadway: si fece presto apprezzare in Morte di un commesso viaggiatore, in cui condivise il palco con Dustin Hoffman. Così venne notato e iniziò davvero la sua carriera, prima televisiva e poi cinematografica. Il suo primo film nel cinema, con un ruolo non accreditato, fu in Un matrimonio di Robert Altman. Il primo ruolo per cui si fece conoscere anche al pubblico fu nel dramma Le stagioni del cuore, per il quale fu candidato all’Oscar. Quello con cui consolidò la sua grande fama internazionale fu Le relazioni pericolose, uscito nel 1988 e tratto da un romanzo epistolare del 1782.
Tra gli anni Ottanta e Novanta, Malkovich recitò per Paul Newman, Steven Spielberg, Stephen Frears, Woody Allen, Michelangelo Antonioni, Wim Wenders e Bernardo Bertolucci, che di lui disse che aveva «la camminata di un giocatore jugoslavo combinata con quello di una ballerina».
Nel 1999, Spike Jonze, un regista allora esordiente, propose a Malkovich di recitare in Essere John Malkovich, uno stranissimo film scritto da Charlie Kaufman. Malkovich ha raccontato che quando gli fecero avere la sceneggiatura pensò che il titolo fosse un qualche tipo di battuta, ma che poi scoprì che in realtà quella battuta «durava più di 100 pagine».
Dopo essere stato una versione un po’ diversa di se stesso – spiegò in seguito di non ritrovarsi particolarmente in nessuno dei suoi ruoli, nemmeno in quello – Malkovich continuò ad alternare ruoli drammatici e ricercati con altri in film fantasy o d’azione, come Red e Transformers 3. A proposito di questi ruoli, confessò: «Mi piacciono molto, ma me li offrono di rado, per motivi che non riesco a capire».
Anni fa si parlò di lui anche come possibile interprete di un film sull’imprenditore, regista e aviatore Howard Hughes. Ma lui spiegò: «Non poteva funzionare, perché Hughes era contraddittorio e inspiegabile. Una volta sparì per nove mesi e al suo ritorno in valigia aveva solo un vestito da donna e un trapano odontoiatrico».
In un articolo su di lui scritto quasi vent’anni fa, il Guardian lo definì così: «Sullo schermo sta tra Casanova e Hannibal Lecter, nella vita vera sta tra Freud e Art Garfunkel». Non male come descrizione, per uno che poi è finito a interpretare persino un Papa.
Lui, di sé, dice di essere un attore molto semplice, che non fa grandi ricerche per immedesimarsi nei personaggi che interpreta, e ci tiene a ricordare che, oltre all’attore, ha fatto «un milione di cose», compreso «l’imbianchino, l’autista di scuolabus e il giardiniere». Malkovich ritiene inoltre che il cinema tenda spesso a fare troppo riferimento al cinema: «Molti registi conoscono solo gli altri film. Quando descrivono cose, le descrivono parlando dei film. È per questo che ci sono ciclicamente dei film che assomigliano ad altri film». Tra i suoi film preferiti menzionò: Quarto potere, I quattrocento colpi, La vita è meravigliosa, Mezzogiorno di fuoco, La battaglia di Algeri, Il conformista e This Is Spinal Tap.
A proposito della vita fuori dai cinema, negli anni Malkovich si è fatto notare per aver perso un sacco di soldi con la truffa di Bernie Madoff, salvato un uomo che rischiava di morire a Toronto, creato una società di abbigliamento, e per aver rifatto – da protagonista – alcune delle fotografie più famose di sempre. Ha vissuto una decina di anni in Francia e più di recente si è invece appassionato molto al Portogallo.
Malkovich è anche comparso in alcuni video musicali, di Annie Lennox (“Walking On Broken Glass”) e di Eminem (“Phenomenal”), e in alcuni apprezzati spot pubblicitari, come quello del 2017 in cui si stupiva del fatto che il dominio del sito johnmalkovich.com non fosse disponibile. Ora lo è; e andandoci è ben evidente la sua grande passione per la moda.
Alcuni mesi fa disse al Guardian che il libro che gli cambiò la vita fu L’urlo e il furore di William Faulkner e che alla cena dei suoi sogni inviterebbe Julian Sands, Harold Pinter e Nina Simone. Diversi anni fa confessò a Conan O’Brien che riteneva difficilmente sopportabile la sua stessa voce.
Paolo Sorrentino, il regista che lo ha scelto come protagonista di The New Pope ha detto di averlo fatto perché «come si siede lui non si siede nessun attore al mondo». In The New Pope, su Sky dal 10 gennaio, Malkovich è un papa elegante, ironico, mondano e vanitoso; con idee di comunicazione e di teologia molto diverse da quelle del suo precedessore interpretato da Jude Law, la cui presenza continuerà comunque a farsi sentire.