Carlos Ghosn è fuggito in Libano
L'ex presidente e amministratore delegato di Renault-Nissan ha lasciato il Giappone, dove era in libertà vigilata e in attesa di processo, ma non è chiaro come abbia fatto
Carlos Ghosn, ex presidente e amministratore delegato del gruppo Renault-Nissan, ha lasciato il Giappone, dove era libero su cauzione in attesa di essere processato, ed è fuggito a Beirut, in Libano. La notizia era stata data lunedì sera da diverse agenzie di stampa ed è stata successivamente confermata dallo stesso Ghosn in un breve comunicato in cui ha detto di non essere più «ostaggio di un sistema giudiziario falsato come quello giapponese, in cui si presume la colpa, dilaga la discriminazione e i diritti umani sono negati. […] Non sono fuggito dalla giustizia ma dall’ingiustizia e dalla persecuzione politica».
Ghosn, che è di origini libanesi ma è nato in Brasile, e ha doppia cittadinanza francese e brasiliana, è famoso soprattutto per aver salvato Renault nel 1996, quando era il vice presidente esecutivo del gruppo, e aver fatto lo stesso con Nissan qualche anno dopo. I suoi guai giudiziari in Giappone erano cominciati nel novembre del 2018, quando era stato accusato di aver deliberatamente sottostimato i propri compensi nei report alle autorità di borsa, e di aver utilizzato beni aziendali a fini personali quando era a capo di Nissan.
In totale ci sono quattro accuse contro di lui, che Ghosn ha sempre respinto. Dal novembre del 2018 è stato arrestato quattro volte, l’ultima a inizio aprile. In tutto ha passato 108 giorni in carcere, sottostando alle condizioni molto dure del sistema giudiziario giapponese, subendo molti interrogatori senza la possibilità di essere assistito direttamente dai suoi avvocati, e non potendo comunicare per mesi con i suoi familiari compresa sua moglie.
Per il momento non è stato chiarito né dalle autorità giapponesi né da Ghosn stesso come abbia fatto a lasciare il Giappone, dato che dallo scorso aprile era in condizione di libertà vigilata, in attesa di essere processato. Era stato infatti liberato dopo aver pagato una cauzione di 9 milioni di dollari, ma aveva dovuto consegnare il proprio passaporto al suo avvocato e doveva avvisare il tribunale per allontanarsi da casa per più di due notti. Aveva, inoltre, accesso limitato al computer e al telefono, e la sua casa era videosorvegliata. Il giornale libanese Al-Joumhouriya ha scritto che Ghosn sarebbe arrivato a Beirut con un jet privato partito dalla Turchia, insieme a sua moglie.
Martedì il tribunale di Tokyo, scrive l’agenzia di stampa giapponese Kyodo, ha specificato che le condizioni della cauzione di Ghosn non erano cambiate al momento della sua fuga. Un funzionario del ministero degli Esteri giapponese ha detto che tra Giappone e Libano non ci sono accordi sull’estradizione, il che vuol dire che Ghosn non potrà essere riportato in Giappone se le autorità libanesi non acconsentiranno.