Chi sarà il prossimo leader del Labour
Ci sono due favoriti: Rebecca Long-Bailey, vicina a Jeremy Corbyn, e il più moderato Keir Starmer
Il prossimo anno il Partito Laburista britannico dovrà scegliere il suo nuovo leader. I tempi non sono ancora chiari ma l’attuale segretario, Jeremy Corbyn, ha detto che non intende guidare il partito alle prossime elezioni dopo la disfatta subita lo scorso 12 dicembre, quando il Labour ha ottenuto il numero più basso di seggi dal 1935.
Oggi il partito e gli opinionisti sono divisi tra chi ritiene che il cammino di radicalità iniziato da Corbyn vada proseguito e chi invece pensa che serva una frattura con il passato per tornare a vincere. I due politici che incarnano di più queste visioni opposte devono ancora dichiarare ufficialmente le loro intenzioni, ma sono già considerati i favoriti della gara.
Per candidarsi a segretario bisogna essere parlamentari del partito e ricevere il sostegno di almeno il 10 per cento dei parlamentari (con gli attuali numeri non potranno quindi esserci più di 9 leader candidati). È necessario ottenere anche il sostegno del 5 per cento delle sezioni locali del partito (una per ogni collegio elettorale), oppure il sostegno di tre organizzazioni affiliate al Labour (di cui due devono essere sindacati).
Una volta scelti i candidati, il nuovo leader sarà eletto dal voto degli iscritti al partito, dei sostenitori registrati e dei membri di organizzazioni affiliate (più di mezzo milione di persone). Il voto avverrà in modo “preferenziale”: gli elettori dovranno indicare i candidati in ordine di gradimento. Se contando il primo voto nessuno di loro otterrà il 50 per cento, si passerà al secondo voto, e così via.
Rebecca Long-Bailey
Ha 40 anni ed è considerata la candidata che porterebbe avanti le idee politiche di Corbyn. È un avvocata, è in Parlamento dal 2015 e fino alle ultime elezioni era ministra ombra dell’Industria e dell’energia.
Ha sostenuto Corbyn fin dalla sua prima candidatura alla leadership di partito, nel 2015, ed è considerata una protegé del principale alleato di Corbyn, il ministro ombra dell’Economia, John McDonnell. Anche se non si è ancora candidata ufficialmente, ha ricevuto apprezzamenti e consigli da Momentum, la potente organizzazione interna al Labour che sostiene Corbyn, e Unite, il secondo sindacato del paese con 1,2 milioni di iscritti.
Secondo la stampa britannica, Long-Bailey potrebbe candidarsi insieme alla deputata del Labour Angela Rayner, che le farebbe da vice, con cui dal 2015 condivide un appartamento a Londra (entrambe vivono fuori da Londra quando il Parlamento non è in sessione).
Keir Starmer
Il principale rivale di Long-Bailey, e considerato favorito dai principali siti di scommesse, è il deputato 57enne Keir Starmer, ex ministro ombra per la Brexit e uno dei più noti sostenitori del Remain all’interno del Labour. Nella sua carriera, Starmer ha lavorato come avvocato ed è stato uno dei più importanti capi della pubblica accusa nel sistema giudiziario britannico.
Fu eletto per la prima volta nel 2015 ed è sempre rimasto vicino al centro del partito. Nel 2016 si schierò con i parlamentari ribelli che con un colpo di mano costrinsero Corbyn ad affrontare nuove elezioni interne, che poi Corbyn rivinse. Più di recente, Starmer è divenuto un simbolo per i sostenitori del Remain, si è battuto contro Brexit e ha spinto affinché il partito adottasse una posizione apertamente ostile al Leave.
Come Long-Bailey, anche Starmer deve ancora ufficializzare la sua candidatura, ma ha già fatto sapere che il Partito Laburista deve tornare a essere una “grande tenda”, in grado di ospitare anime politiche diverse, pur mantenendo alcune proposte radicali.
Emily Thornberry
Ha già ufficializzato la sua candidatura, anche se non sembra avere troppo possibilità di essere eletta.
Thornberry ha 59 anni, ha lavorato in uno studio di avvocati impegnati soprattutto in questioni legate ai diritti umani e ha un’esperienza parlamentare molto più lunga dei suoi rivali, dati per favoriti (fu eletta per la prima volta in Parlamento nel 2001). Ha promesso che si dimetterà se i sondaggi daranno il partito in calo dopo la sua elezione e se i parlamentari sosteranno di non aver fiducia in lei (Corbyn ha sempre governato il partito con la maggioranza degli iscritti dalla sua parte, ma contro la maggioranza dei parlamentari).
Clive Lewis
L’unico altro candidato a essersi già ufficialmente proposto è Clive Lewis, 47 anni, ex giornalista di BBC e reduce dell’Afghanistan (si è iscritto all’accademia militare a 36 anni e ha passato tre mesi al fronte quando ne aveva 39).
Lewis è l’unico altro candidato che proviene dalla fazione di Corbyn e per questo rischia di dividere i voti che altrimenti andrebbero a Long-Bailey. Il suo programma prevede di dare ancora più potere agli iscritti sull’organizzazione del partito, un potere già aumentato da Corbyn. Finora è anche l’unico candidato ad avere un sito internet.