I temuti e rispettati coccodrilli di Yamoussoukro
Lo storico presidente ivoriano Houphouët-Boigny ne fece circondare il palazzo presidenziale, oggi però sono fuori controllo
Félix Houphouët-Boigny fu il primo presidente della Costa d’Avorio e rimase al potere per oltre trent’anni, tra il 1960 e il 1993, durante i quali il piccolo paese africano prosperò economicamente tanto da far parlare di “miracolo ivoriano”.
Houphouët-Boigny, uomo di fiducia del governo francese, amava particolarmente costruirsi monumenti. Negli anni Ottanta decise di spostare la capitale politica del paese nel suo isolato villaggio natale, Yamoussoukro, trasformandola in una “capitale nella giungla”. Fece costruire una pista di atterraggio per aerei Concorde, imponenti palazzi governativi, la prima pista di pattinaggio dell’Africa e quella che oggi il Guinness dei Primati considera la basilica più grande del mondo, seppur con un calcolo un po’ discutibile.
Intorno al palazzo presidenziale, Houphouët-Boigny fece costruire un grande lago artificiale, che riempì con una ventina di coccodrilli che gli aveva regalato Moussa Traoré, il violento dittatore maliano.
Sono passati ventisei anni dalla morte di Houphouët-Boigny, e oggi la maggior parte delle funzioni di capitale politica sono tornate ad Abidjan, città costiera e capitale economica della Costa d’Avorio. A Yamoussoukro sono rimasti grandi palazzi inutilizzati o quasi e una basilica che può ospitare ventimila fedeli e che ne accoglie poche centinaia alla settimana.
Il lascito più insolito di Houphouët-Boigny sono però probabilmente i coccodrilli, che dalla sua morte si sono riprodotti aumentando notevolmente di numero, e oggi terrorizzano e intrattengono turisti e passanti.
Per oltre trent’anni i coccodrilli sono stati accuditi da Dicko Toki, un custode maliano che li ha nutriti e tenuti a bada, dando loro nomi come “Capitano”, “Comandante” o “Capo di Gabinetto”. Dicko Toki mantenne il suo lavoro ben oltre la morte di Houphouët-Boigny, avvenuta nel 1994, e su internet ci sono diversi video che lo mostrano superare il muro che tiene lontani i coccodrilli dalle persone, per dar loro da mangiare o per farsi fotografare dai turisti con le loro code in mano. Spesso i visitatori del palazzo pagavano Toki perché gettasse dei polli ai coccodrilli, che li sbranavano nel giro di pochi secondi.
I coccodrilli diventarono una componente del paesaggio di Yamoussoukro, originando storie leggendarie. Molte persone raccontano di aver visto coi loro occhi un uomo che, dopo la morte di Houphouët-Boigny, si gettò nella vasca dei coccodrilli per la disperazione, venendo divorato. Il rituale del pasto serale dei rettili diventò famoso, tanto che nel 1984 lo scrittore premio Nobel Vidiadhar Surajprasad Naipau ci scrisse un saggio sul New Yorker, usandoli come pretesto per raccontare il boom economico ivoriano e il suo successivo declino.
Col tempo i coccodrilli assunsero uno status quasi mistico, anche per via del ruolo mitologico che hanno nella cultura dei baulé, gruppo etnico molto presente intorno a Yamoussoukro. Rispettati e temuti, rimasero tutto sommato sotto controllo finché c’era Toki. L’ultimo giorno del ramadan del 2012, però, un coccodrillo gli fece perdere l’equilibrio: Capo di Gabinetto, che era lì in agguato, lo azzannò trascinandolo in acqua. Diversi testimoni dicono che sparì senza urlare, come raccontò il corrispondente di BBC. La scena fu anche ripresa, e ne esistono ancora dei video online.
Souaga Gérard, un insegnante locale, ha raccontato all’Economist che i coccodrilli oggi causano problemi: «Non c’è un regolamento. Se vai vicino all’acqua, ti mangiano». La situazione è pericolosa soprattutto quando il livello del lago si alza: non si sa quante persone siano state uccise dai coccodrilli, ma si sa che ci sono state.
Come spiega l’Economist, in altre città africane sarebbero stati soppressi, ma il significato simbolico che si portano dietro a Yamoussoukro è troppo forte: quando ne esce uno dal bacino del lago, invece di sparargli vengono chiamati i pompieri, perché lo riportino al suo posto.