Perché Macao è diversa da Hong Kong
Nonostante la storia simile e la vicinanza geografica, a Macao non ci sono proteste e rivolte contro la Cina: c'entrano il passato coloniale e due modelli di sviluppo differenti
Macao è una regione amministrativa speciale cinese che come Hong Kong è basata sul principio “un paese, due sistemi”, cioè quel meccanismo per cui si ribadisce l’unità nazionale della Cina ma si riconosce allo stesso tempo la diversità locale tramite la concessione di un certo grado di autonomia. Entrambe le regioni, che si trovano nel sud della Cina e sono distanti tra loro una sola ora di traghetto, furono trasferite ai cinesi alla fine degli anni Novanta – Macao dall’allora governo portoghese, Hong Kong dalla monarchia inglese – eppure oggi sembrano appartenere a due mondi diversi: a Hong Kong vanno avanti da mesi proteste antigovernative contro il capo dell’esecutivo Carrie Lam, la repressione della polizia e le ingerenze cinesi nella gestione del potere locale, mentre a Macao non si è visto nulla di tutto questo.
Nonostante ci sia stato qualche tentativo di organizzare manifestazioni in solidarietà degli attivisti pro-democrazia di Hong Kong, a Macao le autorità locali hanno vietato qualsiasi forma di dissenso, che probabilmente sarebbe stato comunque limitato. Macao, infatti, è diversa da Hong Kong per ragioni storiche e anche per lo sviluppo avuto negli ultimi vent’anni, quando è diventata il centro più importante al mondo del gioco d’azzardo, mantenendo rapporti strettissimi con la Cina e la sua economia.
Secondo diversi storici ed esperti, tra cui lo scienziato politico Bill Chou Kwok-ping citato da ABC News, la diversa identità che caratterizza oggi Macao e Hong Kong cominciò a formarsi nella seconda metà degli anni Sessanta, quando le proteste contro il potere coloniale, influenzate dalla Rivoluzione culturale cinese, provocarono risultati diversi nelle due regioni. A Macao le autorità portoghesi persero di fatto il controllo della colonia, che passò informalmente nelle mani dei cinesi, mentre a Hong Kong le conseguenze furono opposte, perché fu il governo coloniale britannico a consolidarsi.
Poco prima del trasferimento delle due regioni alla Cina, ha scritto il giornalista Steven Lee Myers sul New York Times, Portogallo e Regno Unito adottarono inoltre due politiche diverse di cittadinanza nei confronti di una parte della popolazione locale.
Il Portogallo garantì la cittadinanza portoghese a tutte le persone che erano nate a Macao prima del 1982, oltre che ai loro parenti, e diede la possibilità a chi non voleva sottostare al regime comunista cinese di lasciare la regione e trasferirsi nella madrepatria o in un altro paese europeo. Il Regno Unito decise diversamente: i residenti di Hong Kong ricevettero un passaporto britannico speciale che però non garantiva la cittadinanza e di fatto li rendeva esclusivamente cittadini cinesi. Questo, ha scritto Myers, «rese la resistenza al regime di Pechino una battaglia esistenziale».
Negli ultimi vent’anni, dopo essere passate sotto il pieno controllo cinese, le due regioni hanno avuto uno sviluppo diverso. Hong Kong si è trasformata in un grande centro finanziario mondiale con legami molto stretti con l’Occidente, mentre Macao è diventata l’unico posto in tutta la Cina in cui è legale il gioco d’azzardo. Nel 2010 a Macao sono arrivati 35 milioni di turisti, di cui più del 70 per cento provenienti dal resto della Cina, e secondo il think tank statunitense Heritage Foundation le tasse legate al gioco rappresentano circa l’80 per cento dei profitti governativi locali.
In altre parole, Macao ha mantenuto uno stretto legame con il resto della Cina non solo per ragioni storiche dovute al periodo coloniale, ma anche per il sistema economico sviluppato negli ultimi vent’anni.
La giornalista Sue-Lin Wong ha scritto sul Financial Times che Macao ha sviluppato nel corso del tempo una società civile e un senso di identità locale molto più deboli rispetto a quelli sviluppati di Hong Kong.
Quando nel 2009 a Macao fu approvata una legge sulla sicurezza nazionale che tra le altre cose introduceva i reati di sedizione, sovversione e tradimento, non ci furono reazioni nemmeno paragonabili a quelle che si erano viste a Hong Kong sei anni prima per protestare contro la stessa norma. La proposta di legge che criminalizzava la derisione dell’inno nazionale cinese fu approvata senza problemi a Macao, mentre a Hong Kong provocò manifestazioni molto partecipate. Inoltre, mentre a Hong Kong i manifestanti chiedono da mesi le dimissioni del capo dell’esecutivo Carrie Lam e meno ingerenza cinese negli affari interni, a ottobre a Macao è stato eletto come nuovo capo dell’esecutivo l’unico candidato in corsa, Ho Iat Seng, senza che si organizzassero manifestazioni o proteste per chiedere più democrazia e trasparenza.
Per il regime comunista cinese è fondamentale evitare che le proteste a Hong Kong si diffondano in altre zone della Cina, in particolare in altre regioni amministrative speciali, come Macao. Durante un discorso tenuto a Pechino il mese scorso, Li Zhanshu, il terzo politico più importante del paese, ha ribadito che la priorità del governo cinese è quella di «applicare e salvaguardare il pieno controllo del governo centrale» su tutto il territorio nazionale, un’idea ripresa proprio in questi giorni dal presidente Xi Jinping, che è in visita a Macao in occasione dei 20 anni del trasferimento della regione dal Portogallo alla Cina.