Si parla male del nuovo Star Wars
"L'Ascesa di Skywalker" esce oggi in Italia, e le prime recensioni – SENZA SPOILER – dei giornali americani sono piuttosto negative
Il nono e ultimo film della saga di Star Wars, L’Ascesa di Skywalker, esce oggi nei cinema italiani, in anticipo di due giorni rispetto agli Stati Uniti. La maggior parte dei critici americani però l’ha già visto nelle proiezioni riservate alla stampa, e ha iniziato a parlarne in recensioni senza spoiler – e quindi spesso piene di fuffa e osservazioni vaghissime – ma da cui emerge un giudizio unanimemente negativo. «È di sicuro il film più deludente che ho visto quest’anno, e le mie aspettative erano già medio-basse», ha scritto la capo dei critici di Vox Emily VanDerWerff sintetizzando bene il giudizio di molti suoi colleghi.
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La realizzazione dell‘Ascesa di Skywalker è stata parecchio laboriosa, e già da mesi in molti temevano che avrebbe inciso sulla qualità del prodotto finale. Nel settembre del 2017, Disney – che possiede i diritti della saga – aveva licenziato lo sceneggiatore e regista a cui aveva assegnato il film, Colin Trevorrow, e dato l’incarico di portare a termine il film a J.J. Abrams, che aveva già scritto e diretto il primo film della trilogia in corso (che era stato accolto in modo moderatamente positivo dalla critica). Abrams si è quindi trovato davanti il difficile compito di chiudere una saga di nove film, subentrare a una produzione già attiva da mesi, e di portare a termine il lavoro in un lasso di tempo inferiore rispetto al previsto (Disney aveva già stabilito da tempo che intendeva fare uscire il film nel periodo di Natale del 2019). In più, il film precedente aveva preso direzioni e scelte piuttosto controverse che avevano reso ancora più complicato concludere la saga in maniera coerente: tipo uccidere a metà film, e senza una ragione precisa, il principale antagonista della nuova trilogia, oppure inserire battute più adatte a film Marvel che ai vecchi Star Wars.
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Nelle recensioni, la maggior parte dei critici sembra alludere alle difficoltà incontrate dalla produzione. Si parla di un film che funziona male, in cui sono concentrate troppe storie per due ore e dieci di durata, e più in generale di uno scarso equilibrio fra le contraddittorie esigenze narrative: chiudere la saga rendendo comunque L’Ascesa di Skywalker in grado di stare in piedi da solo, gratificare i fan rispondendo a misteri irrisolti e avvincere quelli che vanno al cinema per vedere il film del momento, e così via.
«Ci viene dato poco tempo per pensare a quello che sta succedendo: la storia si muove molto rapidamente e le pause sono rare», ha scritto il Guardian. «È un film col tasto premuto costantemente sull’acceleratore, troppo occupato a spuntare da un elenco le cose da mostrare da permettere al pubblico di godersi i colpi di scena», ha aggiunto The Verge. Mike Ryan, che lavora per Uproxx – un sito di news che si occupa di cultura pop, quindi teoricamente più sensibile a film del genere – ha twittato poco dopo aver visto il film che L’Ascesa di Skywalker «è sicuramente il più contorto fra gli Star Wars».
L’enorme quantità di cose da mostrare e da spiegare, lasciano intendere vari critici, sembra penalizzare la genuinità del film. «La lotta fra il bene e il male sembra più una rivalità sportiva fra due squadre i cui giorni migliori sono alle spalle, piuttosto che una battaglia di portata cosmica», ha scritto A.O. Scott, il capo dei critici cinematografici del New York Times.
The Verge ricorda che in una delle scene più riuscite del settimo film – Il Risveglio della Forza, uscito nel 2015 – la protagonista della nuova trilogia, Rey, cucina del pane con una misteriosa sostanza verdastra: «era una di quelle cosine memorabili che rendevano Star Wars un mondo fantastico ma abitato da esseri umani. […] I personaggi dell’Ascesa di Skywalker non hanno tempo per cucinare il pane: cosa comprensibile per l’atto finale di una guerra intergalattica. Sfortunatamente, però, non hanno nemmeno tempo per fare gli esseri umani. La maggior parte delle conversazioni sono brutalmente didascaliche, scritte per fare in modo che ogni personaggio sia al posto giusto al momento giusto con la giusta motivazione».
Diversi critici hanno anche evidenziato un rapporto complicato del film col suo predecessore, l’ottavo. Nei giorni scorsi J. J. Abrams aveva criticato il modo con cui Rian Johnson, il regista degli Ultimi Jedi, aveva gestito alcune scelte, cambiando completamente direzione e tono rispetto al settimo. In alcune recensioni si legge che in certe scene Abrams ha cercato di «rettificare» il film precedente, e che abbia badato più a soddisfare i fan arrabbiati che cercare di creare qualcosa di nuovo e originale. Richard Lawson, capo dei critici di Variety ha fatto notare che uno dei rari nuovi personaggi introdotti nell’ottavo film, Rose la meccanica, è stato «completamente messo ai margini». L’attrice che la interpreta, Kelly Marie Tran, ha origini asiatiche e fu molto presa di mira dai fan della saga più intransigenti (e più o meno consapevolmente razzisti, secondo molti), che la spinsero a cancellare i suoi account sui principali social network.
Fra le tante critiche, si trova anche qualcosa di positivo. Lawson ne fa un elenco alla fine della sua recensione:
«In una scena vediamo i rottami della Morte Nera distrutta alla fine del “Ritorno dello Jedi”, che si staglia sullo sfondo come un potente promemoria di tutte le vicende della saga. C’è una svolta molto gustosa da parte di un certo personaggio recitato da una certa persona: lo capirete quando lo vedrete. Inoltre, va detto, c’è un nuovo alieno carino dalla voce buffa. Col suo broncio da anziano potrebbe fare da spalla a Baby Yoda. Già che ci siamo: se volete godervi un po’ di Star Wars, con quei personaggi scalcagnati un po’ pirateschi e strambi, potete guardare la serie tv The Mandalorian su Disney+ [che in Italia sarà disponibile da fine marzo, ndr]»