Cosa c’è nella legge di bilancio
È stata approvata al Senato, non dovrebbe più cambiare: ci sono il blocco dell'aumento dell'IVA, la tassa sulla plastica e la riduzione delle tasse per alcuni lavoratori
Lunedì sera il Senato ha approvato con 166 voti favorevoli e 128 contrari il maxi emendamento alle legge di bilancio, ovvero quella serie di misure con cui il governo stabilisce come e dove si spenderanno i soldi pubblici. La legge, su cui il governo aveva posto la fiducia, ora dovrà essere votata dalla Camera, ma è probabile che non sarà aperta a modifiche, in modo che venga approvata così com’è prima del 31 dicembre e si eviti di entrare nel cosiddetto “esercizio provvisorio di bilancio” (se la legge fosse modificata dalla Camera, infatti, dovrebbe passare nuovamente al Senato per entrare in vigore, con tutte le lungaggini del caso).
Rispetto alla versione iniziale della legge discussa dalla Commissione bilancio del Senato, dal maxi emendamento sono state eliminate la Tobin tax (una tassa dello 0,04 per cento sulle transazioni finanziarie), e la molto discussa norma relativa alla liberalizzazione della cannabis light, eliminata dopo che la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati l’aveva giudicata inammissibile in quanto “estranea alla materia”. È stata inoltre eliminata la sospensione dell’erogazione del reddito di cittadinanza nel caso in cui si svolgano lavori brevi.
La legge di bilancio prevede anche la cosiddetta “sterilizzazione delle clausole di salvaguardia”, quelle regole che prevedono un aumento automatico dell’IVA in determinate circostanze. Per impedire l’aumento dell’IVA nei prossimi anni, il governo dovrà stanziare 23 miliardi di euro nel 2020 e 20 miliardi nel 2021. Secondo una relazione tecnica della Ragioneria di Stato, questa cifra salirà a 27 miliardi nel 2022.
Come previsto, la tassa sulla plastica è stata ridotta dall’iniziale euro per ogni chilo di plastica prodotta a 45 centesimi, ed entrerà in vigore solo a metà 2020 (qui abbiamo spiegato meglio come funziona la tassa e come si fa nel resto d’Europa). Resta invece la cosiddetta “sugar tax”, l’imposta sulle bevande che contengono molti zuccheri, che partirà a ottobre 2020. Per le politiche ambientali è stato anche stanziato un fondo da 4,24 miliardi di euro per lo sviluppo di un “Green New Deal“ italiano tra il 2020 e il 2023, una serie di investimenti orientati verso la riduzione degli effetti del cambiamento climatico.
Il governo ha previsto anche lo stanziamento di 3 miliardi di euro per il 2020 e di 5 miliardi per il 2021 per la riduzione del “cuneo fiscale” per quei lavoratori che guadagnano meno di 35 mila euro l’anno lordi: il cosiddetto cuneo fiscale è la somma delle imposte (dirette, indirette o sotto forma di contributi previdenziali) che pesano sul costo del lavoro. La norma riguarderà circa 15 milioni di lavoratori che riceveranno in media un centinaio di euro in più al mese (in questi 100 euro sono già inclusi gli 80 euro del bonus Renzi, per chi già lo percepisce). È stato inoltre approvato l’aumento delle accise sui carburanti, che porterà a un aumento delle entrate statali stimato in 1,2 miliardi nel 2021 e di 1,7 miliardi nel 2022. È stata aumentata anche la cosiddetta tassa sulla “fortuna”, cioè sulle vincite ottenute da giochi, lotterie e slot machine, che salirà al 20 per cento oltre i 500 euro.
Tra le misure più importanti c’è l’istituzione di un “Fondo assegno universale e servizi alla famiglia”, con una dotazione di circa 2 miliardi di euro per i prossimi due anni, in cui confluiranno tutte le politiche governative a sostegno delle famiglie. È poi prevista la riduzione delle spese della Presidenza del Consiglio e dei ministeri per un valore complessivo di 977 milioni di euro per il 2020, 967 milioni per il 2021 e 953 milioni per il 2022.
Tra le misure che riguarderanno la sanità c’è l’eliminazione dal prossimo ottobre del superticket, ovvero una tassa aggiuntiva di 10 euro che le regioni possono decidere di applicare oltre il normale costo del ticket. È stato inoltre confermato lo stanziamento di 235 milioni per l’acquisto di strumentazione di diagnostica di primo livello da parte dei medici di base.