Il gesto “OK” ha anche un significato non ok
Da un paio d'anni è diventato un simbolo dell'estrema destra americana, soprattutto se capovolto, ed è tornato attuale dopo che alcuni cadetti militari lo hanno fatto in diretta tv
Le forze armate statunitensi hanno aperto un’indagine per verificare se alcuni cadetti e ufficiali di basso grado dell’Esercito e della Marina abbiano fatto un simbolo legato al suprematismo bianco mentre erano inquadrati prima di una partita di football tra i due corpi militari. La diretta televisiva, andata in onda su ESPN, ha mostrato diversi soldati fare il gesto che tradizionalmente significa “ok” – unire le punte di pollice e indice, con le altre dita distese – con la mano capovolta, cercando evidentemente di essere inquadrati. Da alcuni anni, però, quel gesto è considerato un simbolo dell’alt right, l’estrema destra americana, per una storia cominciata con una campagna organizzata su 4chan, uno dei forum online più conosciuti per l’estremismo di destra.
CADETS UNDER INVESTIGATION: West Point and the Naval Academy are looking into hand signs – often associated with “white power” – flashed by students during a televised report at the Army-Navy football game. @TrevorLAult reports. https://t.co/j9BGZLfQxQ pic.twitter.com/33XSR3E6X6
— World News Tonight (@ABCWorldNews) December 16, 2019
Il simbolo dell’ok è diffuso in tutto il mondo fin da diversi secoli prima di Cristo, ma ha assunto il significato che oggi gli si attribuisce in buona parte dell’Occidente soltanto a partire dall’Ottocento. Lo prese per via della “O” formata da pollice e indice, e per la forma simile a una “K” delle tre dita distese: sull’origine dell’espressione “ok”, antecedente al gesto, ci sono molte ipotesi, la più accreditata delle quali dice sia un acronimo di “oll korrect”, una storpiatura di all correct in voga nelle città della costa Est degli Stati Uniti nella prima metà dell’Ottocento.
In anni più recenti, il gesto è diventato molto popolare tra gli adolescenti con un altro significato, ossia il “gioco del tondino”, il cui scopo è far guardare a un amico le dita messe a cerchio – al di sotto della vita – per poi colpirlo con un pugno sulla spalla. Il gesto dell’ok, che in questa versione del tondino viene fatto soprattutto con la mano rivolta al contrario, è diventato gradualmente un meme di internet, cosa che probabilmente ha reso possibile la sua seconda vita come gesto razzista.
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Lo scorso settembre, infatti, la Anti-Defamation League, una ong che combatte le discriminazioni razziali, nata principalmente contro l’antisemitismo, ha inserito il simbolo “ok” capovolto nella lista dei gesti d’odio, in quanto associato al suprematismo bianco.
Tutto è cominciato durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali statunitensi del 2016, quando il gesto cominciò a diffondersi tra alcuni noti opinionisti di estrema destra che sostenevano Donald Trump, come Milo Yiannopoulos, che cominciarono a mostrarlo in alcune foto. Il simbolo venne inizialmente associato a “Pepe the frog”, la rana stilizzata simbolo dell’alt right americana, e diventò quindi un gesto identificativo dell’estrema destra, seppur ancora poco noto e diffuso.
Nel febbraio del 2017, però, un gruppo di utenti di 4chan organizzò un’operazione per rendere il più possibile nota l’associazione tra il simbolo “ok” e l’estrema destra: cominciarono perciò a pubblicare in giro spiegazioni del gesto, che mostravano come le tre dite distese stessero per una W, e il pollice e l’indice per una P (“White Power”). La trovata perse il nome di “Operation O-KKK”, e l’obiettivo principale era prendere in giro i giornalisti: disseminando internet di spiegazioni sul legame tra il simbolo e l’alt right, speravano che presto l’associazione sarebbe diventata nota, e che quindi qualsiasi gesto dell’ok sarebbe stato interpretato come una dichiarazione razzista.
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Andò più o meno così, perché nei giorni seguenti molti siti di news ripresero la notizia, mostrando come prova le foto degli opinionisti di destra che facevano il gesto e i post su 4chan. Ma presto successe anche l’opposto: i gruppi suprematisti e neonazisti americani cominciarono davvero a usare il simbolo dell’ok come gesto identificativo. Da allora, del gesto si è parlato soprattutto quando è comparso in alcune foto particolarmente popolari – lo fece per esempio un signore bianco in una foto insieme a Kanye West, pubblicata dal rapper su Twitter – oppure in televisione. Durante le seguite udienze per confermare il giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, per esempio, la consigliera di Trump Zina Bash sembrò esibire il gesto in favore di telecamera.
Un’altra volta lo fece un membro della Guardia costiera statunitense durante una diretta di MSNBC. Fu poi sospeso.
Am I being crazy? Is anyone else seeing what I am here? pic.twitter.com/dg6WNzhjqF
— Kelsey Hupp (@huppkels) September 14, 2018
Negli ultimi due anni è successo con una certa frequenza che personalità più o meno direttamente legate alla destra americana, oppure persone che finivano per caso davanti a una telecamera, facessero il simbolo, provocando puntualmente estese reazioni sui social network. In molti hanno sottolineato come la storia del gesto “ok” abbia alcune delle classiche caratteristiche dei meme legati all’estrema destra americana: nascono come “trollata” verso i media progressisti, che secondo l’alt right si lasciano provocare troppo facilmente, e diventano presto un vero simbolo di odio. Tanto che perfino l’attentatore di Cristchurch, che nel marzo del 2019 uccise 51 persone in due moschee neozelandesi, fece il gesto durante il processo.