A che punto siamo con la legge di bilancio
È in discussione al Senato e potrebbe essere approvata definitivamente prima di Natale, mentre ogni giorno sui giornali ci sono novità
La legge di bilancio è ancora in discussione al Senato, ma nelle settimane in cui è passata dal governo alle camere diverse cose sono cambiate. Le nuove tasse di cui si è parlato molto sui giornali, come quelle sulle auto aziendali e sulla plastica, sono state quasi tutte ridotte o la loro entrata in vigore è stata rinviata. Sono stati confermati, invece, a partire dal luglio dell’anno prossimo, i tagli di imposte per i lavoratori.
La legge di bilancio attualmente si trova in discussione al Senato, dove la sua approvazione definitiva è attesa per lunedì, tramite il voto di fiducia su un maxi emendamento che dovrebbe contenere le principali modifiche introdotte in queste settimane. Dopo il passaggio in Senato, la manovra andrà alla Camera per la seconda lettura. Tradizionalmente entrambe le camere modificano la manovra, e per questo è in genere necessario un secondo passaggio al Senato senza modifiche per approvarla definitivamente.
Quest’anno, come ha scritto tra gli altri il Sole 24 Ore, sembra che non ci sarà il tempo per questo secondo passaggio. Una volta approvata dal Senato, la legge sarà “blindata”, come si dice in gergo, nel suo successivo passaggio alla Camera. Significa che la legge non sarà aperta a modifiche e che il governo cercherà di farla passare così com’è, probabilmente ricorrendo a un voto di fiducia (se la legge fosse modificata dalla Camera, infatti, dovrebbe passare nuovamente al Senato ed essere approvata senza modifiche per entrare in vigore).
Se le cose dovessero andare in questo modo, sarebbe soltanto la quarta volta in oltre 25 anni dall’inizio della cosiddetta Seconda repubblica che viene saltato il secondo passaggio nell’approvazione di una legge di bilancio (le altre volte erano state nel 2010, nel 2011 e nel 2016). Il governo teme infatti che se venisse effettuata una seconda lettura al Senato dopo le modifiche alla Camera, non ci sarebbe il tempo sufficiente per approvare la legge prima del 31 dicembre, causando così un periodo di “esercizio provvisorio di bilancio”, un escamotage tecnico un tempo molto usato, ma che oggi è considerato molto pericoloso da utilizzare (lo avevamo spiegato qui).
Nella manovra rimangono molti degli elementi inizialmente voluti dal secondo governo Conte: forte attenzione sulla lotta all’evasione fiscale con l’introduzione di una serie di nuove misure per combatterla (molte delle quali però si trovano in altri documenti, non direttamente nel testo della legge di bilancio). Rimane anche il principale taglio di imposte previsto dalla legge, il taglio del cuneo fiscale per quei lavoratori che guadagnano meno di 35 mila euro l’anno lordi. La norma riguarderà circa 15 milioni di lavoratori che riceveranno in media un centinaio di euro in più al mese (in questi 100 euro sono già inclusi gli 80 euro del bonus Renzi, per chi già lo percepisce).
Per quanto riguarda invece le cose che sono state cambiate in Senato, le principali modifiche hanno coinvolto le nuove tasse che il governo punta a introdurre, e sono tutte andate in direzione di alleggerire la situazione per le imprese che avrebbero dovuto pagarle. La tassa sulla plastica, per esempio, è stata ridotta dall’iniziale euro per ogni chilo di plastica prodotta a 45 centesimi (qui abbiamo spiegato meglio come funziona la tassa e come si fa nel resto d’Europa). L’entrata in vigore dell’imposta sulle bevande che contengono molti zuccheri sarà rimandata al prossimo ottobre. Chi invece vedrà le sue imposte aumentare sono i concessionari autostradali, che dall’anno prossimo dovranno pagare un’imposta IRES maggiorata del 3,5 per cento.
Nei prossimi giorni, soprattutto durante la compilazione del maxi-emendamento che dovrebbe essere votato lunedì, potrebbero comunque essere inserite nuove modifiche alla legge. Ne conosceremo nel dettaglio e con certezza il contenuto soltanto nel corso della prossima settimana.