C’è un accordo fra Russia e Ucraina
I due paesi si sono impegnati a raggiungere un cessate il fuoco entro la fine dell'anno, ma la pace sembra ancora piuttosto lontana
Il presidente russo Vladimir Putin e quello ucraino Volodymyr Zelensky hanno trovato un accordo sulla guerra che i due paesi stanno combattendo nell’est dell’Ucraina, iniziata nel 2014 con l’invasione di milizie filorusse. Russia e Ucraina si sono impegnate a raggiungere un cessate il fuoco entro il 2019, oltre a restituire parte dei rispettivi prigionieri di guerra e a demilitarizzare tre regioni entro il 2020, anche se non è chiaro quali. L’accordo è stato raggiunto a Parigi durante una riunione mediata dai governi di Francia e Germania. Diversi osservatori hanno notato che nonostante ci siano alcuni paletti precisi nel breve termine, Russia e Ucraina continuano ad avere idee diverse su come concludere definitivamente la guerra.
Here’s the full Normandy Summit communique… it’s not long. pic.twitter.com/0nI0MpaQyy
— Jonah Fisher (@JonahFisherBBC) December 9, 2019
Buona parte delle regioni ucraine orientali di Donetsk e Luhansk finirono sotto il controllo dei separatisti filorussi nel 2014, dopo che la Russia aveva invaso, occupato e poi annesso la Crimea, sottraendola al controllo ucraino. Da allora si cominciò a combattere una guerra tra separatisti ed esercito ucraino che finora ha provocato 13mila morti, 40mila feriti e circa 1,5 milioni di profughi. Da diverso tempo l’intensità degli scontri si è ridotta parecchio, e Zelensky da mesi promette che cercherà di mettere fine alla guerra, invece che aumentare nuovamente la tensione.
L’accordo trovato ieri, oltre alle misure immediate per una parziale demilitarizzazione, ribadisce quelle concordate a inizio ottobre come la cosiddetta “formula Steinmeier”: una soluzione che prende il nome da Frank-Walter Steinmeier, ex ministro degli Esteri tedesco, che nel 2016 propose di tenere delle elezioni nei territori occupati, e in cambio concedere ai separatisti un qualche tipo di autogoverno. Come spesso accaduto nel corso del conflitto, Russia e Ucraina sono d’accordo su cosa vada fatto ma non sulle modalità con cui applicare le loro decisioni.
Secondo i giornali ucraini Zelensky avrebbe proposto di tenere le elezioni soltanto dopo il ritiro di tutto il personale militare riconducibile alla Russia, insistendo molto sul recupero della sovranità ucraina sui territori invasi; Putin invece non era d’accordo, e anche nella conferenza stampa successiva all’incontro ha incoraggiato l’Ucraina a cambiare la sua Costituzione (probabilmente in senso federale, cioè riconoscendo una certa autonomia alle regioni occupate dalla Russia).
Putin, not looking up from his prepared statement, speaks about humanitarian aspect of the conflict, talking about renewed ceasefire, more crossing points, etc. Also talks about Ukraine needing to change its constitution. Zelensky's face when he says this: pic.twitter.com/Sl6MQyzqER
— Christopher Miller (@ChristopherJM) December 9, 2019
Nella conferenza stampa, Zelensky ha detto che avrebbe preferito ottenere un accordo più ampio e che «un cessate il fuoco è stato dichiarato 20 volte negli ultimi cinque o sei anni, e 20 volte è stato violato», sminuendo in parte la rilevanza del compromesso raggiunto.
Il presidente francese Emmanuel Macron, parlando alla fine della conferenza stampa, ha ammesso che i negoziati non hanno portato a «una soluzione miracolosa», ma sono comunque stati «un passo in avanti» per concludere la guerra. Proprio durante i negoziati, una bomba è esplosa nella regione del Donbass uccidendo tre soldati ucraini.