L’allenatore dell’Udinese che non vuole allenare l’Udinese
Luca Gotti ha un incarico provvisorio e se la sta cavando bene: la dirigenza vorrebbe confermarlo, lui non ne vuole sapere
La squadra di calcio dell’Udinese, un tempo una delle migliori della Serie A e ora a ridosso della zona retrocessione, sta passando un’altra stagione complicata. A fine ottobre, dopo un inizio deludente culminato con le pesanti sconfitte subite contro Atalanta (7-1) e Roma (4-0), la società aveva cercato di rimediare sollevando dall’incarico l’allenatore croato Igor Tudor e promuovendo temporaneamente il suo vice, Luca Gotti, in attesa di trovare un allenatore definitivo. Con Gotti in panchina, però, i risultati e soprattutto le prestazioni della squadra sono migliorate, come si è visto sabato sera nel pareggio in casa contro il Napoli.
Visti i risultati incoraggianti, la dirigenza lo ha confermato ogni settimana nell’ultimo mese, ma Gotti non ne vuole sapere di continuare a fare il primo allenatore. Intervistato da Sky Sport dopo il pareggio contro il Napoli, alla domanda se ci avesse preso gusto, Gotti ha risposto: «Neanche per sogno». Non è infatti una novità che Gotti non voglia diventare a tutti gli effetti l’allenatore dell’Udinese. Lo disse chiaramente dopo il suo esordio con vittoria a Genova: «L’Udinese è un grande club e voglio rimanere qui, ma il ruolo che vorrei è quello del vice. Non voglio fare il primo allenatore, non mi interessa. La fama e i soldi non sono una mia priorità».
Gotti ha 52 anni, è originario della provincia di Rovigo ed è uno dei tecnici più esperti in Serie A. L’Udinese lo aveva assunto la scorsa estate come vice di Tudor, dopo che nella stagione precedente era stato collaboratore di Maurizio Sarri al Chelsea. Dal 2012 al 2018 era stato invece assistente di Roberto Donadoni, prima al Parma e poi al Bologna. In carriera ha avuto due maggiori esperienze da primo allenatore, che sono alla base del disinteresse maturato per il ruolo.
Nel 2008 venne assunto in Serie B dal Treviso, squadra in caduta libera dopo la prima promozione in Serie A della sua storia, ottenuta tre anni prima. I dissesti economici creati dai costi della Serie A e dagli investimenti fatti negli anni successivi per provare a ritornarci avvicinarono il club veneto al fallimento proprio nella prima stagione in Serie B di Gotti, che venne esonerato a gennaio con la squadra ultima in classifica e i giocatori senza stipendio. Al suo posto venne assunto l’ex calciatore argentino Abel Balbo, che lasciò Treviso dopo appena un mese, quando si rese conto della situazione. Gotti venne richiamato per concludere la stagione, al termine della quale il Treviso dichiarò bancarotta.
Nella stagione successiva Gotti rimase in Serie B e allenò per otto partite la Triestina, club che si trovava in una situazione simile a quella del Treviso: venne retrocesso a fine campionato ma ripescato per il fallimento dell’Ancona, e nel 2012 fallì. Da allora Gotti non ha più accettato incarichi da primo allenatore e di fatto sta rifiutando anche quello che gli offrirebbe ora l’Udinese, il cui presidente Giampaolo Pozzo ha detto di recente che Gotti rimarrà anche per le ultime partite dell’anno contro Juventus e Cagliari.