30 e più cose da vedere a Milano
Una guida per chi non la conosce bene ma vuole andare oltre i soliti posti (che comunque meritano)
Visitare Milano – per la prima o per l’ennesima volta – vuol dire confrontarsi con una serie di luoghi comuni che coinvolgono la città da anni, e che in molti casi sono veri solo in parte, esagerati o palesemente falsi: prendete la nebbia, per esempio, un fenomeno che è diventato sempre più raro. I luoghi comuni riguardano anche le cose da fare e da vedere a Milano: se arrivate a Milano da turisti probabilmente penserete che la città si limiti alle vie del centro, con Duomo, Galleria, Castello Sforzesco e Teatro alla Scala. Magari finirete per visitare Brera per la Pinacoteca, la Basilica di Sant’Ambrogio e poi forse il Cenacolo (se vi prenotate per tempo), e ripartirete pensando di aver visto tutto quello che c’era da vedere.
Ma Milano negli ultimi vent’anni è cambiata moltissimo, aggiungendo molti posti e attività interessanti a quelle che esistono da decenni, se non da secoli. Per questo motivo abbiamo messo insieme una lista dei 30 luoghi della città che chi non conosce bene Milano probabilmente ignora, ma che meriterebbero di essere visitati: dai moderni quartieri di City Life e Porta Nuova a quelli meno recenti ma anche meno visitati come la Maggiolina, passando per monumenti nascosti in vie secondarie e locali dove prendere un aperitivo o mangiare qualcosa di diverso dalla classica cotoletta, e tenersi alla larga dal centro come fa la gran parte delle persone che vivono a Milano. Alla fine ve le mettiamo anche tutte bene in ordine, in una mappa.
La biblioteca di Parco Sempione
Tra le molte biblioteche del comune di Milano questa è una delle più piccole e meno conosciute, nonostante la sua particolarità e centralità. Si trova all’interno di Parco Sempione, in un padiglione in vetro progettato dall’architetto e designer Ico Parisi per la Triennale di Milano del 1954. Si trova su una piccola collina del parco, chiamata Monte Tordo, motivo per cui è leggermente isolata rispetto al resto del parco, al riparo da jogger e suonatori di bonghi. Ha solamente 15 posti lettura, e ci si può accedere gratuitamente lunedì, mercoledì e venerdì dalle 14 alle 19, martedì e giovedì dalle 10 alle 19, e sabato dalle 10 alle 18. Si trova in viale Cervantes.
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Il cimitero Monumentale
Fu inaugurato nel 1866 su progetto dell’architetto Carlo Maciachini in uno stile che mescolava elementi gotici, romanici e bizantini. Vale la pena visitarlo anche solo per la bellezza delle statue che adornano le tombe di molti milanesi che qui sono seppelliti. Tra le tante statue ci sono la tomba di Isabella Airoldi Casati, moglie del conte Gian Luigi Casati, con una scultura che ritrae la donna sul letto mentre muore di parto; la tomba di Davide Campari, figlio del creatore della famosa bevanda alcolica omonima, con la rappresentazione dell’ultima cena; e l’edicola Bernocchi, ispirata alla Colonna Traiana. All’entrata del cimitero, invece, si trova un edificio inizialmente pensato come chiesa e diventato poi il Famedio (dal latino famae aedes, cioè “tempio della fama”), in cui sono seppelliti alcuni personaggi illustri, milanesi e non solo, tra cui Alessandro Manzoni, Carlo Cattaneo, Bruno Munari e Salvatore Quasimodo.
Maggiolina
È un quartiere residenziale poco conosciuto e frequentato, ma che meriterebbe di essere visitato per le sue architetture moderniste e inusuali per Milano. Si trova a nord di viale Marche ed è racchiuso tra viale Zara e via Melchiorre Gioia, adiacente al Villaggio dei Giornalisti. Ci sono soprattutto villette a due piani, ma le costruzioni più famose sono le pittoresche “case igloo”, chiamate così perché – ehm – sono a forma di igloo. Furono costruite nel 1946 come soluzione abitativa temporanea per le famiglie sfollate la cui casa era stata bombardata. Inizialmente erano dodici, ma alcune sono state demolite e oggi ne rimangono solo otto, tutte in via Lepanto. Inizialmente c’erano anche due case a fungo (anche in questo caso chiamate così per la loro forma) ma vennero demolite entrambe negli anni Sessanta. Tra le altre architetture del quartiere c’è anche Villa Figini, un edificio razionalista realizzato dall’architetto Luigi Figini negli anni Trenta, ispirandosi alla Villa Savoye che si trova a Poissy, in Francia, progettata dall’architetto svizzero Le Corbusier.
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Il Velodromo Vigorelli
Si trova in via Arona, tra il quartiere City Life e corso Sempione. Fu costruito nel 1934 per ospitare gare di ciclismo su pista, ma nel corso della sua lunga storia ha ospitato anche diversi eventi non sportivi, come il celebre concerto dei Beatles a Milano, durante l’unico tour che fecero in Italia nel 1965. Deve il suo nome a Giuseppe Vigorelli, industriale, ex ciclista e assessore allo sport al Comune di Milano che ne volle la realizzazione. Ha ospitato diverse volte il campionato mondiale di ciclismo su pista, oltre che l’arrivo di tappe di gare su strada come il Giro d’Italia e il Giro di Lombardia. Non ospita più gare di ciclismo dal 2001, anche se ci si può andare con la propria bici prenotando una sessione privata. Oggi ospita principalmente partite di football americano.
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City Life
È un nuovo grande quartiere nato nella zona dell’ex-Fiera, dopo lo spostamento di quest’ultima nel nuovo polo di Rho-Pero. Il progetto comprende un parco di 168mila metri quadri e tre grattacieli realizzati da altrettanti architetti di fama internazionale: Arata Isozaki, Zaha Hadid e Daniel Libeskind (quello di quest’ultimo ancora in costruzione). C’è anche un grande centro commerciale e alcuni edifici residenziali. Entro il 2023 all’entrata del quartiere, in piazzale Giulio Cesare, verrà realizzato un quarto grande edificio, progettato dall’architetto danese Bjarke Ingels.
Milano dall’alto
Perché passeggiare in mezzo alla calca tra le vie del centro, quando potete osservare tutti dall’alto e godervi una veduta d’insieme di Milano? Ci sono diversi posti in cui farlo, ma il panorama migliore lo avrete senz’altro dai 161 metri di altezza del 39esimo piano del Palazzo Lombardia, il grattacielo in piazza Città di Lombardia sede della Giunta regionale. L’entrata è gratuita, ma solo di domenica e solo dalle 10 alle 18. In alternativa, se vi trovate in centro, potete provare a salire in cima alle terrazze del Duomo, a un costo di 14 euro in ascensore o di 10 euro a piedi. Le terrazze sono aperte ogni giorno dalle 9 alle 19, ma per evitare file in biglietteria conviene premunirsi e acquistare il biglietto su Internet. Sempre rimanendo in centro, potete salire in cima alla Galleria Vittorio Emanuele, al costo di 13 euro, dalle 10 alle 21.
Spostandovi verso Parco Sempione potete salire sulla Torre Branca, una costruzione alta 108 metri progettata da Gio Ponti nel 1933. Il biglietto costa 6 euro per gli adulti e 5 euro per i ragazzi, e la visita dura circa 6/7 minuti: anche in questo caso è consigliabile prenotarla in anticipo. Ci sono diversi posti che offrono la possibilità di fare un aperitivo o cenare, guardando Milano dall’alto: potete scegliere tra la Terrazza Triennale, al quarto piano della Triennale in viale Alemagna 6; la Terrazza Martini, al 15° e 16° piano del grattacielo di piazza Diaz; e Ceresio 7, un locale in cima a un palazzo nell’omonima via, che ha anche una piscina scoperta dove fare il bagno e fermarsi a prendere il sole, nella bella stagione.
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I fenicotteri di Villa Invernizzi
A due passi da corso Venezia, in via Cappuccini 3, c’è una bella villa in stile liberty che non è visitabile ma davanti al cui cancello ogni giorno si assiepano decine di turisti. Non è tanto la villa – che appartiene alla famiglia Invernizzi, quella dell’azienda casearia –che susciti il loro interesse, quanto il cortile, dove abita una colonia di fenicotteri rosa facilmente visibili anche dall’esterno. I fenicotteri sono di due diverse specie (cileni e africani) e sono presenti nella villa a partire dagli anni Settanta, quando Romeo Invernizzi li acquistò per popolare il suo giardino. Oggi tutti i fenicotteri che abitano villa Invernizzi sono nati in cattività e, per impedire che volino via, le loro ali vengono tarpate (ossia vengono accorciate le penne remiganti, indispensabili agli uccelli per spiccare il volo).
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Le librerie
Le librerie di Milano, come quelle di molte altre città, si dividono in due categorie: quelle con il bar e quelle senza. Le appartenenti alla prima categoria hanno orari più compatibili con l’aperitivo e fanno spesso incontri serali con gli autori, le altre un po’ meno. La libreria Verso di Porta Ticinese, aperta da un gruppo di addetti ai lavori dell’editoria, tra cui gli editori Andrea Gessner di Nottetempo e Pietro Biancardi di Iperborea, ha il bar: ci potete bere uno spritz, un calice di vino o una birra mangiucchiando qualche lupino, prima di salire al primo piano per assistere alle settimanali presentazioni di libri. I libri delle case editrici più piccole sono in bella mostra – quindi è facile avvistare titoli meno visibili nelle grandi librerie di catena – e c’è una bella selezione di libri per bambini, in una saletta apposita. C’è anche una parete dedicata a riviste di tutto il mondo; anche quelle probabilmente non le avete mai viste altrove. Sempre per la categoria delle librerie con bar c’è Gogol & Company, in via Savona 101. È piuttosto grande, ha qualche spazio anche per gli studenti in cerca di un posto dove concentrarsi. Dà il meglio di sé in estate grazie al largo spazio esterno, in piazza Berlinguer.
Nella categoria delle librerie senza bar, la Libreria del Convegno, nel quartiere Città Studi, ha una lunga storia: esiste dal 1978. Oggi è gestita da librai giovani e ha un gruppo di lettura dedicato ai romanzi che si incontra ogni ultimo lunedì del mese. È piccola, ma molto accogliente. Sempre senza bar sono due librerie dedicate ai libri illustrati, per bambini e adulti: Spaziob**k, a Isola, e NOI libreria, che ha aperto da poco vicino a Loreto, in quella zona della città che qualcuno chiama “NoLo”. Per i libri usati invece le storiche librerie del Libraccio restano il posto migliore: andateci a fare un giro, in quelle sui Navigli, anche per imparare qualcosa sulla storia culturale di Milano.
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Il Bosco Verticale
È un complesso residenziale e non un monumento vero e proprio, ma vale la pena passarci davanti, visti i numerosi riconoscimenti che ha ottenuto per il suo valore architettonico. È stato progettato dal Boeri Studio di Stefano Boeri, Gianandrea Barreca e Giovanni La Varra, ed è formato da due grattacieli in cui sono stati piantati oltre mille alberi, piccoli cespugli e piante da fiore, con l’obiettivo di ospitare tante piante quante ne ospiterebbero 7mila metri quadri di un normale bosco orizzontale. Nel 2014 ha vinto l’International Highrise Award, un importante premio internazionale assegnato ogni due anni al grattacielo più innovativo del mondo, e nel 2015 il Council on Tall Buildings and Urban Habitat lo ha scelto come grattacielo più bello e innovativo del mondo. Non si può visitare, a meno che non siate interessati ad acquistare un appartamento al suo interno.
La biblioteca degli alberi
Nei pressi del Bosco Verticale c’è anche un nuovo parco, chiamato Biblioteca degli Alberi, che si estende per 9 ettari, risultando la terza area verde più grande del centro di Milano dopo Parco Sempione e i giardini Indro Montanelli. Al suo interno ci sono oltre 90 mila piante, 450 alberi, 2 aree per i cani e un’area per il fitness. Vi si organizzano diverse attività, dalle passeggiate di gruppo mattutine a spettacoli di musica e teatro. Il programma completo delle attività è consultabile sul sito del parco.
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Albergo diurno Venezia
È una struttura sotterranea che si trova in piazza Oberdan, in zona porta Venezia. Fu realizzato tra il 1923 ed il 1925 e inaugurato nel 1926 e al suo interno c’erano terme, bagni con vasca, bagni con docce, barbieri, parrucchieri, locali per fare manicure e pedicure. Nel 1985 il locale con le terme venne chiuso, e negli anni seguenti anche tutte le altre attività chiusero e i gestori se ne andarono in alcuni casi portandosi via molti degli arredi in stile art déco. L’albergo, ormai da anni in stato di abbandono, è stato dato in gestione alla delegazione FAI di Milano, che lo ha reso nuovamente visitabile e lo apre al pubblico solo in occasioni straordinarie.
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La casa 770
È una casa in stile fiammingo che si trova in via Carlo Poerio 35, di cui esistono altre 11 versioni quasi identiche in varie altre città del mondo. La casa è infatti la riproduzione fedele di una casa che si trova al civico 770 dell’Eastern Parkway di Brooklyn, a New York, Stati Uniti, dove la facoltosa famiglia di ebrei ortodossi dei Lubavitcher ospitò il rabbino Yoseph Yitzchok Schneerson, fuggito dalla Polonia nel 1939 in seguito alle persecuzioni naziste. Dopo la morte del rabbino, la casa venne ereditata dal genero Menachem Mendel Schneerson, e divenne un importante punto di riferimento per la comunità ebraica di orientamento hassidico. Negli anni successivi la famiglia Lubavitcher decise di costruire repliche di quella casa anche in altre città del mondo, per favorire la diffusione dell’ebraismo hassidico. Ce ne sono 12 in tutto, identiche o quasi a quella di Brooklyn, ma quella di Milano è l’unica in Europa.
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Via Rovani
È una bella via residenziale che collega piazza della Conciliazione al Parco Sempione e che incrocia via Vincenzo Monti, una delle vie più eleganti della città. È una via molto stretta e piena di verde: ci sono diverse ville che variano dallo stile neorinascimentale al neoclassico e il peraltro vicedirettore del Post la consiglia per fare una passeggiata avvolti dal silenzio e sognare di abitare in una di quelle case, prima o poi.
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San Bernardino alle Ossa
È una chiesa che si trova in piazza Santo Stefano, nei pressi dell’Università Statale, a fianco alla chiesa di Santo Stefano Maggiore, ed è nota soprattutto per il suo ossario – da cui il nome – una stanza le cui pareti sono completamente ricoperte da ossa. L’ossario venne costruito nel 1210 per ospitare le ossa che non trovavano spazio nel vicino cimitero dell’ospedale del Brolo, e nel 1269 gli venne affiancata una piccola chiesa. Nei secoli seguenti ossario e chiesa subirono diverse modifiche, fino ad assumere la forma attuale nel 1776.
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Pista ciclabile del naviglio pavese
Se volete staccarvi per qualche ora dalla vita metropolitana potete approfittare di un percorso ciclabile che dalla Darsena in poco più di 30 km vi farà arrivare a Pavia, costeggiando il naviglio Pavese (occhio a non sbagliarvi con il Naviglio Grande). Il percorso è completamente pianeggiante, e adatto anche a famiglie con bambini: a passo moderato ci si impiegano 2 ore circa, per l’andata. Passerete per diversi borghi di campagna, e vi potrete fermare anche a visitare la Certosa di Pavia, un grande complesso monumentale che comprende un monastero e un santuario, e poi proseguire in bici fino al centro storico di Pavia. A quel punto potete decidere se tornare indietro in bici, percorrendo la pista ciclabile al contrario, oppure se prendere il treno suburbano (linea S13), e portare la bici a bordo con voi.
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LùBar
È una caffetteria-bistrot-ristorante aperta nel 2017 da tre fratelli di origine siciliana (Lucilla, Lucrezia e Ludovico Bonaccorsi), all’interno della Villa Reale di Milano, che ospita la Galleria d’Arte Moderna, in Via Palestro 16. I tre avevano già aperto un piccolo chiosco dallo stesso nome all’interno della Stazione Centrale, ma il locale di via Palestro ha un menu più elaborato. È molto ampio e luminoso ed è aperto dal martedì al sabato dalle 8 alle 24, e domenica e lunedì dalle 8 alle 23.
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Rotonda della Besana
È un grande complesso architettonico costituito dalla chiesa San Michele ai Nuovi Sepolcri, oggi sconsacrata, circondata da un prato e un porticato chiuso. Prende il nome dalla via in cui si trova e in origine era il sepolcro dell’Ospedale Maggiore; dalla fine del Settecento, però, è diventato anche caserma, fienile e lavanderia dell’ospedale, fino ad essere dismessa del tutto. Oggi il complesso è di proprietà comunale ed è utilizzato come spazio verde pubblico e come spazio espositivo per mostre ed altri eventi culturali. Dal 2014 è anche sede del Museo dei Bambini di Milano.
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Piazza Gae Aulenti
Tra i simboli della “nuova Milano” e della rigenerazione del cosiddetto Centro Direzionale c’è anche questa piazza inaugurata nel 2012 e intitolata all’architetto e designer Gae Aulenti. La piazza, progettata dall’architetto argentino César Pelli, si trova su uno spazio sopraelevato di 100 metri di diametro ed è sovrastata dalla Torre Unicredit, che con i suoi 231 metri è il grattacielo più alto d’Italia.
È diventata in pochi anni un punto di ritrovo per tanti milanesi, che qui amano passare i pomeriggi per fare shopping o semplicemente passeggiare tra le fontane d’acqua che si trovano al centro della piazza. A pochi metri, inoltre, si trova Corso Como, una delle vie più note di Milano per i suoi locali alla moda e per la vita notturna. Tra le curiosità della piazza ci sono 23 trombe dorate realizzate dall’artista Alberto Garutti che collegano i piani interrati alla superficie. Ogni tromba termina in un punto diverso, e avvicinandovi l’orecchio è possibile sentire i rumori e le voci di chi passa vicino all’altra estremità.
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Orto botanico di Brera
Si trova all’interno del Palazzo di Brera, che ospita anche la Pinacoteca, la Biblioteca Nazionale Braidense, l’osservatorio di Brera, l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere e l’Accademia di Belle Arti. Fu fondato nel 1775 per volere di Maria Teresa d’Austria, durante la dominazione asburgica, perché prendesse il posto di un orto che in precedenza apparteneva ai Padri Gesuiti. Si estende per circa 5000 metri quadrati e al suo interno c’è una sezione dedicata alle piante officinali, una agli ortaggi, una ai bulbi primaverili, e un’altra con numerosi esemplari appartenenti al genere Salvia. Si trova in via F.lli Gabba 10, ed è aperto al pubblico gratuitamente dal lunedì al sabato, dalle 9:30 alle 16:30.
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Villa Necchi Campiglio
È una villa storica di Milano, realizzata negli anni Trenta dall’architetto Piero Portaluppi. La villa fu l’abitazione di Angelo Campiglio, delle moglie Gigina Necchi e della sorella di questa Nedda, ricchi imprenditori pavesi che scelsero la tranquilla via Mozart per costruire la propria casa milanese. La villa fu realizzata con uno stile razionalista, mentre per gli interni fu scelto uno stile art déco. Oltre che per la bellezza architettonica della villa in sé, vale la pena visitarla anche per la collezione di opere d’arte che ospita, in parte di proprietà dei Necchi Campiglio e in parte donate successivamente al FAI da altri.
Tra le collezioni presenti ci sono quelle donate da Alighiero ed Emilietta de’ Micheli e da Claudia Gian Ferrari, che comprendono tra le varie cose opere del Canaletto, di Giambattista Tiepolo, Giacomo Balla, Umberto Boccioni, Carlo Carrà, Giorgio de Chirico, Giorgio Morandi e Mario Sironi. Nella villa è stato anche ambientato il film del 2009 di Luca Guadagnigno Io sono l’amore, in cui abitava la famiglia Recchi. La villa si trova in via Mozart 14 ed è aperta tutto l’anno dal mercoledì alla domenica, dalle 10 alle 18: l’ingresso è gratuito per gli iscritti al FAI, mentre per gli altri il biglietto intero costa 14 euro e il ridotto 4 euro.
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Cascina Cuccagna
È un’antica cascina del Settecento e si trova in via Muratori 4, a pochi passi da Porta Romana. Oggi la cascina è stata recuperata e restaurata, ed è diventata un luogo pubblico di aggregazione. All’interno ci sono un ristorante, un bar, una foresteria, una fioreria, una ciclofficina e un laboratorio di cucina, oltre che diverse aree a disposizione per eventi pubblici e privati. Tutti i martedì dalle 15.30 alle 20, inoltre, c’è il Mercato Agricolo, in cui è possibile fare la spesa direttamente da piccoli agricoltori e produttori alimentari.
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Bar Luce
È un piccolo bar all’interno della Fondazione Prada, che è stato progettato nel 2015 dal regista statunitense Wes Anderson, con l’intenzione di ricreare l’atmosfera della Milano anni ’50. Proprio come nei film di Anderson, la cura per ogni minimo dettaglio fa la differenza: dai colori pastello delle finiture, ai dolci che è possibile mangiare fino ai flipper con cui giocare. Si trova in Largo Isarco 2, ed è aperto tutti i giorni tranne il martedì. Vale la pena visitarlo anche solo per arricchire il proprio Instagram con delle gran foto simmetriche à la Wes Anderson.
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Giannasi
È uno storico chiosco, noto soprattutto per la vendita di pollo allo spiedo, ma diventato nel corso degli anni una gastronomia con un menu piuttosto vario. La polleria fu aperta dal fondatore Dorando Giannasi nel 1967, in piazza Buozzi, dove si trova tuttora. Se volete, potete anche fermarvi a mangiare sul posto, appoggiandovi sui tavolini sul retro del locale o sulle panchine della piazza. A volte c’è molta fila, tanta è la popolarità del pollo, ma scorre abbastanza velocemente. È aperta dal lunedì al sabato, dalle 7 alle 20.
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Via Paolo Sarpi
È la strada intorno cui si snoda la cosiddetta Chinatown milanese, una delle zone di maggiore trasformazione della città che negli ultimi dieci anni, dopo l’introduzione dello ZTL nel 2008, è passata dall’essere un’accozzaglia di magazzini all’ingrosso di scarsa qualità a una via di passeggio domenicale, con una delle offerte culinarie più variegate della città. In via Sarpi si trovano alcuni storici locali e negozi milanesi, come la Baita del Formaggio con i suoi formaggi francesi, la pasticceria Martesana dove comprare uno dei migliori panettoni di Milano, l’enoteca Cantine Isola sempre affollata di gente con un bicchiere in mano e, di fronte, la storica macelleria Sirtori.
A fianco, il celebre raviolo cinese di Sarpi, un minuscolo laboratorio a vista dove i ravioli cinesi vengono imbottiti di carne piemontese fornita dalla macelleria e conditi con la soia (c’è anche la versione vegetariana con verdure e zenzero). Chiunque abbia voglia di mangiare cinese troverà il posto più adatto alle sue corde, che sia il tradizionale Long Chang all’incrocio con via Aleardi, Tang Gourmet frequentato da ragazzini sino-italiani, o Chateau Dufan, un po’ più caro e frequentato da italiani ma più buono di tutti. Se volete mangiare una cosa al volo, provate la piadina di Foodie, se invece avete qualche ora oziosa passatela da oTTo (tra i locali preferiti del Post), seduti a leggere e chiacchierare tra un quadrotto e l’altro. Prima di andarvene, fate un salto da Mood Market o da Kathay in via Canonica, fornitissimi supermercati etnici, per fare scorta di ramen, dolcetti mochi e, se seguite i consigli del Post, dell’introvabile zaatar.
https://www.instagram.com/p/B47LgVni9GL/
Civico Planetario Ulrico Hoepli
Il planetario di Milano è stato inaugurato nel 1930 su progetto dell’architetto Piero Portaluppi, e intitolato all’editore Ulrico Hoepli che lo donò alla città. Si trova all’interno dei giardini di Porta Venezia e attualmente è dato in gestione all’Associazione LOfficina, che organizza osservazioni del cielo stellato proiettato sul tetto della cupola dell’edificio e altri eventi di divulgazione scientifica, non solo legati all’astronomia (il calendario è consultabile qui). L’ingresso costa 5 euro a prezzo pieno e 3 euro a prezzo ridotto.
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Frizzi e Lazzi
È un piccolo bar all’apparenza anonimo in via Torricelli 5, nei pressi dell’Auditorium. Passandoci davanti forse non vi verrebbe nemmeno voglia di entrare, ma sul retro nasconde un bel giardino dove nelle giornate di sole potete prendere un caffé, fare un aperitivo, bere una birra dopo cena o giocare a carte o a un gioco da tavolo con gli amici. È aperto dal lunedì al sabato dalle 18.30 alle 2, e la domenica dalle 18.30 a mezzanotte.
https://www.instagram.com/p/BijlRMmDmYO/
Santeria
In realtà sono due “Santerie”, quella originale, più piccola, nata nel 2011 e ora chiamata Santeria Paladini 8, e una più grande e recente che si chiama Santeria Toscana 31, dal nome delle vie in cui si trovano. Nella prima ci sono un cortile esterno con un bar/bistrot, un negozio di dischi, una libreria, una sala per mostre, concerti e presentazioni letterarie e uno spazio per il coworking. La seconda, invece, oltre alla sala ristorante ha una galleria d’arte, una sala che può essere utilizzata per tenere corsi di formazione e un teatro di 250 metri quadrati che ospita spesso concerti e spettacoli di stand-up comedy (qui potere consultare il calendario con tutti gli eventi in programmazione).
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Macao
È un centro sociale coordinato da un’assemblea aperta. Si trova in Viale Molise 68, nell’ex Borsa del macello di Milano, un edificio in stile liberty al centro di un’estesa area abbandonata non lontana dal centro. Esiste da circa otto anni, quando ci si stabilì lo stesso collettivo che in precedenza aveva occupato simbolicamente la Torre Galfa in via Galvani. A Macao vengono organizzati alcuni degli eventi più partecipati della scena underground milanese, come il festival Saturnalia. Durante tutto l’anno ospita inoltre arti performative, proiezioni, esposizioni di design e fotografia, incontri letterari e riunioni di comitati cittadini.
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L’Ippodromo di San Siro
È insieme allo stadio Giuseppe Meazza una delle strutture più conosciute del quartiere San Siro, e per gli appassionati di ippica è un’istituzione. Fu inaugurato nel 1920 per sostituire il parco Trotter, ed è utilizzato solo per gare di galoppo: per le gare di trotto prima veniva utilizzata una pista adiacente allo stadio Meazza, ma nel 2015 è stato aperto un nuovo ippodromo in via Lampugnano. Oggi l’ippodromo di San Siro è di proprietà della SNAI, ha 20mila posti, un ristorante, due bar e una discoteca. All’entrata si trova un’imponente scultura equestre in bronzo alta circa 7 metri realizzata sulla base di un progetto incompiuto di Leonardo Da Vinci, che in origine avrebbe dovuto essere dedicato al duca di Milano Francesco Sforza. In una giornata di gare lo troverete popolato da esperti scommettitori, proprietari di cavalli e curiosi.
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La balera dell’Ortica
Come si intuisce dal nome, è una balera e si trova in via Amadeo 78, nel quartiere dell’Ortica (chiamato così perché un tempo ricco di “orti”, resi fertili dal passaggio del fiume Lambro). Nacque negli anni Sessanta come dopolavoro ferroviario, e dopo essere stata chiusa nel 2000, ha riaperto nel 2012 con una nuova gestione familiare. È consigliata a chi ha voglia di passare una serata in un’atmosfera gioiosa e un po’ rétro: c’è una pista in cui si balla il liscio, una bocciofila e una trattoria in cui fermarsi a mangiare e osservare gli altri che ballano, se si è troppo timidi per aggregarsi. La sala da ballo è aperta solo d’estate, mentre trattoria e bocciofila sono aperte tutto l’anno.
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La mappa delle cose da vedere a Milano