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  • Venerdì 6 dicembre 2019

Andy Ruiz contro Anthony Joshua, la rivincita

Sabato sera i due pugili combatteranno nell'attesissima rivincita per il titolo mondiale dei pesi massimi, sei mesi dopo l'incontro di New York che sorprese l'intero mondo della boxe

Andy Ruiz Jr. vs. Anthony Joshua
Andy Ruiz Jr. e Anthony Joshua lo scorso giugno al Madison Square Garden (AP Photo/Frank Franklin)

Sei mesi dopo l’incontro che sorprese il mondo della boxe come non accadeva da decenni, i pugili Andy Ruiz Jr. e Anthony Joshua si affronteranno nell’attesissima rivincita per il titolo mondiale dei pesi massimi. Come annunciato al momento della firma del contratto tra i due entourage, l’incontro si terrà sabato sera alla Diriyah Arena di Riyad, capitale dell’Arabia Saudita, in una struttura costruita appositamente per l’evento nei pressi del sito archeologico di Al-Turaif — patrimonio dell’UNESCO — nell’ambito di una operazione commerciale milionaria. In Italia l’incontro sarà trasmesso in esclusiva su Dazn.

Andy Ruiz e Anthony Joshua alla vigilia dell’incontro (AP Photo/Hassan Ammar)

È considerato senza dubbi il match di boxe dell’anno, e per capire perché bisogna ricostruire quello che accadde la sera del primo giugno al Madison Square Garden di New York. Nei piani degli organizzatori, quell’incontro – nell’arena più prestigiosa della boxe internazionale – avrebbe dovuto segnare la consacrazione a livello mondiale del campione inglese Anthony Joshua, un adone di 29 anni con un fisico da body builder, oro olimpico da dilettante, simpatico, brillante e alla mano: potenzialmente un campione perfetto.

Inizialmente Joshua avrebbe dovuto combattere contro Jarrell Miller, un tozzo attaccabrighe di Brooklyn, esattamente l’opposto di lui. Ma ad aprile Miller venne trovato positivo non a uno, ma a ben tre controlli antidoping, venendo quindi squalificato e perdendo l’opportunità di sfidare Joshua. Gli organizzatori allora si attivarono per trovare un sostituto, e in quel momento si fece avanti Andy Ruiz, sconosciuto ma esperto pugile messicano nato e cresciuto in California, con un fisico neanche lontanamente paragonabile a quello di Joshua: venti centimetri più basso, in sovrappeso, con gambe corte e busto lungo.

Tutti, ma proprio tutti, da appassionati a esperti ed ex pugili come Sugar Ray Leonard, oltre a non conoscere Ruiz non gli davano nessuna possibilità. Si arrivò così alla sera del primo giugno, in un Madison Square Garden riempito da migliaia di sostenitori arrivati dall’Inghilterra solo per Joshua, pochi messicani e il solito folto parterre di celebrità. Già nei primi round, però, le cose iniziarono ad andare diversamente da come era stato ampiamente previsto: Joshua e Ruiz si studiarono senza quasi mai toccarsi. Poi, al terzo round, iniziò il vero incontro.

Joshua colpì Ruiz con un paio di ganci violenti, probabilmente di una potenza che Ruiz non aveva mai provato in carriera. Uno di questi lo fece cadere al tappeto, facendo intravedere agli spettatori il “massacro” annunciato nei giorni precedenti. Ruiz però si alzò prontamente, come se quei ganci lo avessero non solo svegliato, ma anche irritato, e contrattaccò. Joshua, probabilmente più rilassato dopo averlo mandato al tappeto, abbassò la guardia, dando a Ruiz — avvantaggiato nel corpo a corpo dalla sua bassa statura — la possibilità di resistere e schivare i primi colpi e poi di rispondere improvvisamente con un gancio sinistro in piena tempia.

Fu il momento cruciale del combattimento. Il gancio alla tempia mandò in tilt l’equilibrio e la coordinazione di Joshua, le cui gambe si irrigidirono all’istante e da quel momento in poi smisero di rispondere. Vedendolo in difficoltà, Ruiz lo attaccò con una scarica di pugni più rabbiosa che tecnica, trovando un avversario stordito e in grande difficoltà. In quegli istanti, Joshua provò forse per la prima volta in carriera il momento in assoluto più duro da sopportare per qualsiasi pugile: si trovò vulnerabile, spaesato e senza controllo del suo stesso corpo sul ring del palazzetto più famoso del mondo, davanti a migliaia di spettatori urlanti venuti quasi tutti per lui.

Nei round successivi Ruiz mantenne la lucidità per tenere impegnato Joshua, che dal canto suo cercò di ricorrere a diversi stratagemmi per cercare di recuperare la lucidità, per esempio prendendo fiato. Ma fu tutto inutile, dato che il gancio alla tempia aveva avuto effetti devastanti sul suo corpo, divenuto debole e incontrollabile: andò a terra altre due volte, e all’ultima sputò il paradenti per guadagnare ancora qualche secondo. Una volta tornato all’angolo, però, non rispose agli stimoli dell’arbitro, che decretò la vittoria per KO tecnico di Ruiz, il primo pugile messicano campione mondiale dei pesi massimi.

Ruiz ebbe fortuna nel trovare quel gancio alla tempia di Joshua? Oppure Joshua, nonostante aspetto, vittorie e popolarità, non è in fin dei conti quel grande pugile che in tanti si aspettavano di vedere? L’incontro del Madison Squadre Garden fu sicuramente eccezionale, motivo per cui una rivincita era necessaria. Negli ultimi mesi Joshua si è fatto vedere meno e ha lavorato duramente: pesa 4 chili in meno di sei mesi fa. Ha descritto l’incontro dicendo che potrà dire la verità su entrambi: «La prima volta la colpa è tua, ma la seconda volta è colpa mia». Ruiz invece si è giustamente goduto fama e popolarità, impensabili fino a pochi mesi fa, e ora pesa 6 chili in più del primo incontro. In conferenza stampa si è detto però concentrato e determinato a ripetere l’esito dell’incontro di New York.

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L’incontro tra Andy Ruiz e Anthony Joshua, in programma sabato sera a partire dalle 22 circa, verrà trasmesso in diretta e in esclusiva dalla piattaforma online Dazn, accessibile in abbonamento al costo di 9,99 euro mensili. Il Post ha un’affiliazione con Dazn e ottiene un piccolo ricavo se decidete di provare il servizio di streaming partendo dai link presenti in questa pagina.