La riforma del MES è stata rinviata
I ministri delle Finanze dell'Eurozona hanno deciso di rimandare a gennaio l'approvazione definitiva del testo, precisando però che non potrà essere cambiato
Nella notte tra mercoledì e giovedì i ministri delle Finanze della zona euro riuniti nell’Eurogruppo hanno deciso di rimandare a gennaio l’approvazione della riforma del MES, contestata in Italia da parte dell’opposizione e della stessa maggioranza di governo. La riforma avrebbe dovuto essere approvata definitivamente nelle prossime settimane, ma nel corso della riunione, hanno riferito ai giornali diverse fonti, i ministri hanno deciso di posporre a gennaio la decisione, come era stato chiesto più volte negli ultimi giorni dal governo italiano.
Il MES, che sta per “Meccanismo Europeo di Stabilità”, è un’organizzazione intergovernativa che ha lo scopo di aiutare i paesi dell’eurozona che dovessero trovarsi in difficoltà, prestando loro del denaro in cambio dell’adozione di riforme economiche. Gli stati membri dell’eurozona hanno versato al MES un capitale pari a 80 miliardi di euro (l’Italia ne ha versati 14). Il MES integra questo denaro raccogliendo prestiti sul mercato che poi, a sua volta, presta ai paesi in difficoltà. Fino ad oggi Grecia, Cipro, Portogallo, Irlanda e Spagna hanno ricevuto l’aiuto del MES.
La riforma dell’istituto è in discussione dal giugno del 2018 e prevede di aumentarne i poteri in alcuni ambiti. Il MES, ad esempio, potrà prestare soldi anche alle banche in difficoltà, una novità considerata positiva per il nostro paese. Meno gradita al governo italiano è invece la decisione di obbligare gli stati a emettere un nuovo tipo di titoli di debito pubblico più facili da sottoporre a ristrutturazione (il che potrebbe avere come conseguenza un aumento dei tassi di interesse richiesti sui titoli di stato di paesi molto indebitati come l’Italia).
Nonostante la riforma sia stata discussa per più di un anno dal precedente governo formato da Lega e Movimento 5 Stelle, nelle ultime settimane i leader dei due partiti, prima Matteo Salvini e poi Luigi Di Maio, la hanno duramente attaccata e hanno chiesto una sua modifica o addirittura la sua cancellazione. Gli argomenti usati, come ad esempio l’accusa che la partecipazione al MES sarebbe già costata all’Italia 120 miliardi di euro, non sempre sono stati corretti.
Nel corso delle trattative interne alla maggioranza di governo italiana, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, favorevole alla riforma, ha promesso che il trattato non sarà firmato prima di un voto del Parlamento italiano. Al momento però sembra difficile che Di Maio riesca a controllare i suoi parlamentari e c’è una possibilità che la riforma venga respinta. Anche per questo il governo italiano ha chiesto più volte un rinvio a gennaio dell’approvazione definitiva del trattato in sede europea. Il capo dell’Eurogruppo, il ministro delle Finanze portoghese Mario Centeno, ha già fatto sapere però che il testo della riforma è oramai chiuso e che non sarà possibile modificarlo nuovamente.