La “legge anti-moschee” della Lombardia è incostituzionale

Lo ha stabilito la Corte Costituzionale, perché non garantisce la libertà di culto

(ANSA / MATTEO BAZZI)
(ANSA / MATTEO BAZZI)

La Corte Costituzionale ha stabilito che la legge approvata dalla regione Lombardia nel 2015 relativa agli spazi per le moschee e altri luoghi religiosi viola la Costituzione, perché non garantisce la libertà di culto prevista dall’articolo 19. La legge, chiamata anche “legge anti-moschee”, era stata voluta dalla giunta regionale di centrodestra, ma poi il Tar della Lombardia aveva sollevato dubbi sulla sua costituzionalità.

La Corte ha annullato due disposizioni contenute nella norma. La prima poneva come condizione per l’apertura di un nuovo luogo di culto l’esistenza di un piano per le attrezzature religiose (PAR), cioè di una mappa completa e meticolosa di tutti i luoghi di interesse religioso all’interno del comune intenzionato ad aprire il nuovo luogo di culto. La seconda prevedeva invece che il PAR, cioè il piano per le attrezzature religiose, potesse essere adottato solo insieme al piano di governo del territorio (PGT, più conosciuto con il suo vecchio nome: piano regolatore). Secondo la Corte, «questa necessaria contestualità e il carattere del tutto discrezionale del potere del Comune di procedere alla formazione del PGT rendevano assolutamente incerta e aleatoria la possibilità di realizzare nuovi luoghi di culto».