Il Giappone spenderà un sacco di soldi per sostenere la sua economia
Lo ha annunciato il primo ministro Shinzo Abe, per rispondere al calo delle esportazioni e agli ultimi disastri naturali
Il primo ministro giapponese Shinzo Abe ha annunciato l’introduzione di alcune misure per stimolare l’economia del paese, in difficoltà a causa dei recenti disastri naturali – i due tifoni che hanno causato complessivamente 69 morti, tra settembre e ottobre – e di un calo significativo delle esportazioni. Le misure verranno attuate grazie un budget stanziato di 26 mila miliardi di yen (215 miliardi di euro), di cui circa la metà destinato a tagliare le tasse, secondo una bozza di testo redatta del governo giapponese e vista da Bloomberg.
Sempre Bloomberg scrive che l’iniziativa del governo di Abe ha a che fare con l’idea che per fronteggiare l’imminente recessione globale non sia più sufficiente l’attività di compensazione delle banche centrali, ma che ci sia bisogno di un’iniziativa politica da parte dei governi per sostenere la crescita.
«In tutti i paesi, l’impatto che può avere la stimolazione monetaria [cioè l’aumento della moneta in circolo in un sistema economico, ndr] è limitato, specialmente in Giappone e in Europa dove i tassi di interesse sono praticamente negativi», ha detto a Bloomberg Harumi Taguchi, economista di IHS Markit, un centro di ricerca e analisi. Semplificando molto, i tassi di interesse determinano il “costo” del denaro: se sono negativi significa che l’incentivo alla circolazione monetaria è già alto, mentre quando i tassi si alzano chiedere in prestito del denaro è meno conveniente e quindi circola meno moneta.
Secondo Taguchi, è per questo che è necessario un intervento politico che porti avanti misure espansive per sostenere la crescita, cosa che il Giappone sembra appunto avere intenzione di fare. Secondo la bozza del programma, le misure dovrebbero aumentare il tasso di crescita economica dell’1,4 per cento all’anno, ma non è chiaro per quanti anni verranno adottate, né come verranno finanziate. Il Giappone ha il debito pubblico più alto del mondo, ma non è un problema per la sua economia principalmente perché è detenuto per lo più dagli stessi cittadini giapponesi, cosa che riduce il rischio di crisi finanziarie.