La commissione della Camera che ha condotto le indagini sull’impeachment per Trump, controllata dai Democratici, ha concluso che Trump cercò di ricattare l’Ucraina
La commissione della Camera che ha condotto le indagini sull’impeachment per Trump, controllata dai Democratici, ha concluso che Trump cercò di ricattare l’Ucraina per ottenere un vantaggio politico; in altre parole, che Trump trattenne gli aiuti militari che gli Stati Uniti avevano promesso al governo ucraino per ottenere l’apertura un’indagine potenzialmente imbarazzante su Joe Biden e suo figlio, suo possibile avversario alle elezioni politiche del 2020. Le conclusioni sono contenute in un rapporto – disponibile qui – in cui si legge fra le altre cose che Trump «ha posto i suoi interessi politici e personali al di sopra di quelli degli Stati Uniti», e che «ha usato il suo incarico per incoraggiare un paese straniero a interferire nella campagna elettorale delle elezioni del 2020».
Il rapporto sarà trasmesso alla commissione Giustizia della Camera, controllata a sua volta dai Democratici, che deciderà quali saranno le accuse che saranno formalmente rivolte a Trump. Una volta stabilite, la Camera dovrà votare se approvarle. In caso positivo, a quel punto verrà istituito un processo in cui i senatori avranno il ruolo di giudici e ascolteranno la versione dei fatti delle parti coinvolte – la Camera, cioè l’accusa, e gli avvocati del presidente, cioè la difesa – supervisionati dal giudice a capo della Corte Suprema.
Alla fine del processo, il Senato terrà un voto per decidere se rimuovere o meno il presidente: per farlo decadere dal suo incarico serve la maggioranza di due terzi dei senatori, cioè 67 senatori. Al momento i Repubblicani controllano 53 seggi più il presidente dell’aula, cioè il vicepresidente Mike Pence, mentre i Democratici si fermano a 45 più 2 senatori indipendenti che votano spesso assieme al partito (uno dei due è Bernie Sanders).