Breve guida ai sedili degli aerei
Consigli dal Washington Post su come comportarsi vicino al finestrino, vicino al corridoio o nel castigo infernale dei posti in mezzo
Il Washington Post ha pubblicato tre brevi guide a come comportarsi quando si è seduti nei tre tipi di sedili di un aereo: quello vicino al finestrino, quello centrale e quello vicino al corridoio. Ogni guida è composta da cinque regole, tutte scritte da Natalie B. Compton, che per il Washington Post scrive consigli per chi viaggia e prima di redigere queste guide ha chiesto suggerimenti a chi la segue su Twitter. Riportiamo qui le 15 regole (ma a volte sono più che altro dei consigli), partendo da quel «crudele castigo che non augurereste nemmeno ai vostri peggiori nemici», cioè il sedile centrale.
Il sedile in mezzo
Come si può ben vedere su Seat Guru, il miglior sito al mondo sui sedili degli aerei, i sedili centrali sono di diverso tipo, a seconda degli aerei. Negli aerei con due corridoi, quelli usati per certi voli intercontinentali, ci sono più sedili centrali per ogni fila. In aerei più piccoli, i sedili centrali nemmeno esistono. Tralasciando ogni eventuale piccola differenza, le regole da seguire bene o male sono sempre le stesse.
1. Chi siede nel sedile centrale ha diritto all’uso di entrambi i braccioli
Stiamo parlando di un sedile che non ha i vantaggi di quello vicino al corridoio e nemmeno quelli del posto vicino al finestrino, e chi lo occupa si trova costretto in uno spazio tendenzialmente angusto, magari tra due sconosciuti. Questa regola, quindi, è così importante che secondo Compton «andrebbe scolpita all’ingresso di ogni aereo». Compton aggiunge che «è un dato di fatto, non un’opinione». Anche perché chi siede nei posti laterali ha sicuramente almeno un bracciolo solo per sé.
2. Chi siede nel sedile centrale non ha diritto a più spazio per le sue gambe
Ma anche chi è malauguratamente capitato in un sedile piazzato tra altri due sedili deve avere dei limiti. In particolare il limite immaginario che delimita lo spazio concesso alle gambe di ogni passeggero. Chi sta sul corridoio può prendersi – a suo rischio e pericolo, come vedremo – un po’ di spazio sul corridoio e chi sta sul finestrino può sfruttare il fatto di avere un po’ di spazio extra verso la parete dell’aereo. Chi sta in mezzo, invece, deve accettare il fatto che il suo spazio sia poco, compreso entro le linee immaginarie che proseguono oltre i suoi braccioli e arrivano fino all’evidente limite fisico rappresentato dal sedile antistante. Compton aggiunge che «sebbene sia concesso che le spalle dei passeggeri si possano toccare», è meglio che la stessa cosa non succeda con gambe e ginocchia.
3. Chi siede nel sedile centrale non può dormire sulle spalle degli altri
Scritta così, qui e ora, sembra una cosa scontata. Ma lassù, alcuni chilometri sopra le nostre teste, c’è certamente qualcuno che si è appena addormentato sulla spalla di uno sconosciuto e suo vicino di posto. Quindi no, non si usano gli sconosciuti come cuscini. E questa regola vale per tutti, anche quelli seduti in altri sedili.
4. Se viaggiate in coppia, vi tocca un sedile centrale
A parte quei pochi casi in cui c’è un sedile che guarda il finestrino e accanto uno che dà sul corridoio, in genere i sedile vanno almeno a tre a tre. Va da sé, dunque, che se si viaggia in due, uno di quei due si debba immolare e accettare di fare il viaggio nel sedile centrale. «Maledetta sia la coppia che prenota il sedile sul finestrino e quello sul corridoio», scrive Compton, lasciando a un povero sconosciuto il fardello di un sedile centrale, tra l’altro in mezzo ad altri due che si conoscono, e si parlano, e si passano le cose, e si ripassano le cose. Va anche detto, a beneficio di chi eventualmente si deve sacrificare per prendere il sedile in mezzo, che gli svantaggi di questo sedile sono in parte attenuati dal fatto di conoscere il fortunato occupante di un sedile migliore e contiguo.
5. Chi siede nel sedile centrale deve provare ad andare in bagno quando lo fa chi sta sul sedile vicino al corridoio
Questa forse farà discutere ma secondo Compton è così, anche se ammette lei stessa che «mentre le altre sono rigide regole, questa è più che altro una raccomandazione». «Non è la fine del mondo chiedere a qualcuno di alzarsi per farvi passare», ma se si può evitare è meglio; specialmente se quel qualcuno si è appena addormentato.
Il sedile vicino al finestrino
Tra i suoi vantaggi c’è senza dubbio la vista, cioè la possibilità di assistere a quel grande traguardo dell’umanità che è il volo. Ma c’è anche tutta una categoria di persone evidentemente ormai annoiate dalla possibilità di guardare il mondo da 10mila metri d’altezza, che sceglie questo posto per starsene più in pace che altrove. O per la confortante certezza che il proprio ginocchio non sarà colpito da un carrello del cibo o da un passeggero poco aggraziato. Anche per questo sedile ci sono, però, ci sono regole e doveri.
1. Chi sta vicino al finestrino ha il potere sulla luce
Ci sono casi, come al decollo e all’atterraggio, in cui è il personale di volo a decidere come vanno tenuti gli oscuranti dei finestrini (e quando chiedono di lasciarli aperti è per far sì che si veda all’esterno dell’aereo, cosa che può essere utile in caso di eventuali problemi). Per il resto, è chi sta seduto vicino al finestrino a decidere quanta luce far entrare da quel finestrino. Avere il potere, però, non vuol dire doverne abusare. Se qualcuno seduto negli altri sedili chiede gentilmente di alzare o abbassare la tendina, se ne può parlare. Specialmente se a chiederlo è qualcuno con un po’ di paura di volare: vedere in prima persona che nessun motore sta andando a fuoco aiuta a preoccuparsi meno del fatto che un motore potrebbe essere appena andato a fuoco. Comunque, scrive Compton, «sta a chi siede vicino al finestrino decidere se essere un capo benevolo o un despota onnipotente».
2. È meglio evitare di alzarsi troppe volte
Non c’è modo di quantificare quante volte sia “troppe volte”, e un Roma-Milano ha regole diverse di un New York-Sydney. Dipende anche dai motivi: alzarsi tre volte in un’ora per prendere qualcosa dalla cappelliera non va bene.
3. È preferibile coordinarsi per andare al bagno
Le impellenti necessità fisiologiche sono una cosa diversa dall’aver dimenticato le cuffie nella cappelliera, quindi – ci mancherebbe altro – ci si può alzare quando serve. Come abbiamo visto poco fa, però, Compton consiglia di sfruttare, se possibile, i momenti in cui già si sono alzati i compagni di fila.
4. Non bisogna invadere lo spazio di chi sta nel sedile in mezzo
Abbiamo già parlato anche di braccioli e spazi per le gambe. Non c’è molto altro da dire: chi sta al finestrino ha diritto al bracciolo esterno e può beneficiare del piccolo spazio tra quel bracciolo e la parete, oltre che di tutta la parete per appoggiarci spalla o testa. Bisogna approfittarne, senza ovviamente invadere lo spazio di chi sta nel sedile centrale, che già ne ha poco.
5. Bisogna fare i conti con la claustrofobia
Chi siede vicino al finestrino è in una situazione ambigua. All’esterno può ammirare l’immensità del mondo, all’interno è schiacciato come una sardina. Se la sofferenza di questa seconda cosa è superiore al piacere derivante dalla vista, si è sbagliato sedile.
Il sedile vicino al corridoio
Chi lo occupa ha diversi privilegi, ma anche alcune responsabilità. Tra i privilegi c’è l’indiscutibile senso di libertà dato dal potersi alzare ogni volta lo si desideri. Tra le responsabilità c’è il doversi alzare ogni volta che a desiderarlo è uno degli occupanti degli altri sedili. Ma non solo.
1. Chi siede vicino al corridoio deve pensare agli altri
Mentre chi siede vicino al finestrino è preso dal paesaggio, da una complicata tabella Excel o da una interessantissima serie tv, chi sta vicino al corridoio potrebbe doversi alzare, per esempio per aiutare qualcuno che non ci riesce a mettere una pesante valigia nella cappelliera. Non è obbligatorio, ma è sempre meglio essere gentili.
2. Quella cosa dell’alzarsi per gli altri
Chi siede vicino al corridoio «è il principale ostacolo tra i propri vicini e il corridoio. Vuol dire che deve farli passare. Lo sapeva quando ha scelto quel posto, quindi deve accettare la cosa. Lui potrebbe essere capace di starsene seduto per ore, ma gli altri magari no. Bisogna permettere loro di uscire, senza lamentarsi (non valgono nemmeno i sospiri e gli occhi al cielo)».
3. Chi sta seduto vicino al corridoio deve fare da mediatore
Tra le tante libertà c’è anche il piccolo fastidio di dover fare da tramite tra il personale di volo e i passeggeri al proprio fianco, per esempio passando vassoi o bicchieri di caffè. Niente di particolarmente fastidioso, a patto che il caffè non si rovesci.
4. Chi sta seduto vicino al corridoio decide quando ci si alza a fine volo
Si atterra e si slacciano le cinture. A quel punto c’è chi aspetta pazientemente che escano gli altri, o chi invece vuole uscire prima di tutti: perché ha qualcosa da fare o semplicemente perché gli piace così. Se qualcuno al proprio fianco ha evidentemente fretta, è bene farlo passare. In caso contrario, c’è più margine di scelta e decisione.
5. Chi sta seduto vicino al corridoio ha più responsabilità in caso di emergenza
Qualora dovesse essercene bisogno, chi siede vicino al corridoio deve essere pronto e lesto a fare quanto richiesto dal personale di volo e, scrive Compton, «guidare la propria fila con ordine e grazia». Ai grandi privilegi si accompagnano grandi responsabilità, come dicevamo.