Disinnesco della bomba a Torino: le cose da sapere
Domenica mattina migliaia di persone dovranno lasciare le loro abitazioni per consentire la rimozione di una bomba della Seconda guerra mondiale
Domenica il disinnesco di una bomba a Torino, risalente alla Seconda guerra mondiale, comporterà la chiusura di numerose vie centrali della città e l’evacuazione di un’area piuttosto estesa alle spalle della stazione di Torino Porta Nuova. L’ordigno è stato ritrovato qualche giorno fa in via Nizza, al numero 61, durante uno scavo in un cantiere per realizzare un sistema di teleriscaldamento.
La bomba ha entrambe le spolette danneggiate e deve quindi essere disinnescata sul posto, senza possibilità di spostarla. Nei giorni scorsi i militari del 32esimo Reggimento Genio Guastatori hanno provveduto a mettere in sicurezza la bomba.
Domenica, dopo avere sgomberato la “zona rossa”, gli artificieri procederanno a disattivare una spoletta utilizzando una speciale schiuma. L’ordigno sarà poi aperto con l’utilizzo di uno strumento, comandato a distanza, che spruzza acqua e sabbia ad altissima pressione tagliando il metallo. In questo modo gli artificieri potranno avere accesso alla seconda spoletta e renderla inattiva. A quel punto la bomba potrà essere trasportata senza pericoli in una cava di Ciriè, cittadina a pochi chilometri da Torino, dove sarà fatta brillare in una cava.
Per motivi di sicurezza, le autorità hanno disposto due “zone off limits” che saranno attive dalle 7 del mattino di domenica 1 dicembre e fino a operazioni terminate, intorno alle 17. Le persone nella “zona rossa” dovranno lasciare le loro abitazioni e dirigersi oltre il confine con la “zona gialla”, dove comunque non sarà possibile uscire per strada. Entrambe le zone sono piuttosto grandi e coprono un’ampia area che si estende dal parco del Valentino a corso Re Umberto, e da corso Stati Uniti a corso Dante.
Il Comune di Torino ha fornito schematicamente qualche informazione in più sulla “zona gialla”:
• rimanere nella propria abitazione e o edificio per tutta la durata delle operazioni;
• non uscire su balconi e/o terrazzi;
• tenere chiuse le tapparelle o gli infissi esterni;
• se non ci sono tapparelle o infissi esterni, ricoprire dall’interno i vetri degli infissi rivolti verso via Nizza con nastro adesivo;
• non sostare vicino alle finestre e alle porte dei balconi;
• i veicoli e altri beni mobili che si trovano all’esterno in caso di esplosione potrebbero correre il rischio di subire danni;
• in tutta la zona gialla saranno emanate Ordinanze per il divieto di transito e divieto di sosta con rimozione;
• coloro che a causa di estrema necessità dovessero uscire dalle proprie abitazioni sono invitati a contattare il numero 800444004 per essere autorizzati.
La metropolitana di Torino sarà in servizio solamente tra le stazioni Fermi e Porta Nuova dalle 8:30 alle 15:30. Tra e 9 e le 15 subiranno variazioni diverse linee di autobus e tram, come indicato sul sito dell’azienda dei trasporti locali GTT.
Le due zone comprendono inoltre buona parte della sede dei binari della stazione ferroviaria di Torino Porta Nuova. I treni non potranno quindi partire né arrivare a Porta Nuova e termineranno la loro corsa nelle altre stazioni della città, a seconda della loro direzione di provenienza:
• da e per Milano saranno fermati a Torino Porta Susa;
• da e per Genova/Savona saranno fermati a Torino Lingotto;
• da e per Aosta saranno fermati a Chivasso;
• da e per Modane/Bardonecchia saranno fermati a Collegno.
L’Aeroporto di Torino ha confermato la chiusura dello spazio aereo dalle 9:30 e fino alle 16:30 di domenica 1 dicembre, per il disinnesco della bomba. I voli in arrivo e in partenza potranno quindi subire ritardi o cancellazioni, ed è quindi consigliabile mettersi in contatto con la propria compagnia aerea per ricevere aggiornamenti.
Durante la Seconda guerra mondiale, Torino subì ripetuti e devastanti bombardamenti, che distrussero numerosi edifici e danneggiarono buona parte del centro cittadino. Il primo bombardamento avvenne nella notte tra l’11 e il 12 giugno del 1940, mentre l’ultimo il 5 aprile del 1945. Le decine di incursioni aeree per i bombardamenti causarono la morte di almeno duemila persone.