Il governo della Tanzania non vuole che i giornali citino le fonti straniere
Ha minacciato di agire legalmente contro chi lo farà, dopo che Stati Uniti e Regno Unito avevano criticato lo svolgimento delle recenti elezioni locali
In una serie di tweet, il portavoce del governo della Tanzania ha diffidato i giornalisti locali dal citare le organizzazioni e le fonti straniere, accusate di fare propaganda nel paese. Il governo, ha detto, «si è già spiegato abbastanza, ha già dato abbastanza avvertimenti e ha già concesso abbastanza volte la grazia. Ora passeremo alle vie legali».
TAMKO:
1. Katika siku za karibuni kumeibuka tena tabia ya baadhi ya vyombo vya habari hapa nchini kushabikia, kutumika na kuwa mawakala wa kusambaza habari za uongo, uzushi na propaganda dhidi ya nchi yetu kutoka mashirika ya kimataifa au wawakilishi wa mataifa ya nje.
— Msemaji Mkuu wa Serikali (@TZMsemajiMkuu) November 27, 2019
In Tanzania ci sono appena state le elezioni locali, che sono state estesamente accusate di brogli: pochi giorni prima del voto le principali forze di opposizione avevano deciso di boicottarle, e alla fine il partito di governo – il Chama Cha Mapinduzi di John Magufuli – ha vinto il 99,9 per cento dei seggi in ballo, secondo BBC News.
Per questo l’ambasciata statunitense in Tanzania ha criticato il processo elettorale, accusando i funzionari statali di aver escluso i candidati di opposizione, e l’ambasciatrice britannica Sarah Cook ha detto che gli abitanti della Tanzania erano stati privati della possibilità di eleggere i propri leader in modo trasparente, tra le altre cose per via dell’assenza di osservatori imparziali. Il divieto del governo sembra essere direttamente collegato a queste critiche, che sono state riportate sui giornali locali.
Soltanto pochi giorni fa le organizzazioni umanitarie Amnesty International e Human Rights Watch avevano accusato il governo tanzaniano di reprimere la libertà di stampa. Non è ancora chiaro che implicazioni concrete abbia l’avvertimento del governo, né se sia stato accompagnato da atti formali che prevedano sanzioni per chi cita le fonti straniere.