Oggi le forze di sicurezza irachene hanno ucciso almeno 35 manifestanti
Oggi, giovedì, le forze di sicurezza irachene hanno ucciso almeno 35 manifestanti antigovernativi. A Nassiriya, la città natale del primo ministro iracheno Adel Abdul Mahdi, l’esercito ha sparato contro i manifestanti che bloccavano un ponte, uccidendo 29 persone; a Baghdad le forze di sicurezza hanno sparato proiettili di gomma e non per sgomberare una protesta su un ponte sul fiume Tigri, uccidendo 4 persone e ferendone più di 20. Almeno due persone (tre secondo BBC) sono morte e 18 sono state ferite negli scontri con la polizia a Najaf, dopo che un gruppo di manifestanti era entrato di notte nel consolato iraniano per dargli fuoco. È il secondo attacco contro un consolato iraniano avvenuto in Iraq a novembre, dopo quello a Karbala di tre settimane fa.
Le proteste sono rivolte contro il governo ma molti manifestanti sono contrari all’influenza dell’Iran sulle politiche interne dell’Iraq, che si è intensificata dopo la caduta di Saddam Hussein nel 2003. Le proteste in Iraq erano iniziate a ottobre e si erano rivolte fin dall’inizio contro il governo di Mahdi, in carica da quattro anni, le pessime condizioni economiche in cui si trovano molti iracheni, la corruzione diffusa, la mancanza di lavoro e l’insufficienza di servizi. Finora nelle proteste sono state uccise almeno 350 persone, ma nonostante le violenze e il controverso intervento dell’Iran le manifestazioni non si sono fermate.