In Myanmar è iniziato un processo militare contro alcuni soldati per le violenze commesse contro i rohingya nel 2017
In Myanmar, a seguito di un’indagine interna, è iniziato un processo militare contro alcuni soldati per le violenze commesse contro i rohingya nell’agosto del 2017. Lo ha annunciato un portavoce dell’esercito birmano facendo sapere che i soldati processati erano stati coinvolti in alcuni «incidenti» a Gu Dar Pyin. Associated Press aveva raccontato che nel villaggio di Gu Dar Pyin, nella municipalità di Buthidaung, erano state trovate centinaia di cadaveri parzialmente sciolti con l’acido in cinque fosse comuni. Il governo birmano aveva smentito. Il portavoce dell’esercito, a Reuters, ha dichiarato anche che i soldati e gli ufficiali di un reggimento dispiegato nel villaggio di Gu Dar Pyin non avevano pienamente rispettato le regole di ingaggio stabilite.
Qualche settimana fa, la Corte penale internazionale (ICC) ha fatto sapere che avrebbe aperto un’inchiesta sui presunti crimini contro l’umanità commessi dal Myanmar contro la minoranza musulmana dei rohingya.
La crisi in Myanmar era cominciata nell’agosto del 2017 con gli scontri tra l’esercito birmano e i ribelli rohingya nello stato del Rakhine, nell’ovest del paese, vicino al Bangladesh. Nel giro di poche settimane centinaia di migliaia di civili – si parla di 730 mila persone – erano stati costretti a lasciare le loro case, avevano superato il confine con il Bangladesh e si erano rifugiati nei campi profughi vicini alla frontiera. Le violenze commesse dai soldati birmani e dall’esercito – i cui vertici, secondo l’ONU, dovrebbero essere processati – sono state enormi: uccisioni indiscriminate, incendi di interi villaggi e stupri diffusi e sistematici. Il maggio del 2018, a nove mesi dall’inizio dell’esodo, è stato il mese in cui le donne rohingya hanno cominciato a partorire i bambini nati da quelle violenze sessuali.