La mostra del MAXXI di Roma su Gio Ponti
A quarant'anni dalla morte del famoso architetto e designer, per ricordare il suo invito a praticare l'amore per l'architettura
Da oggi e fino al 13 aprile il MAXXI di Roma, il museo nazionale delle arti del XXI secolo, ospita una retrospettiva dedicata a Gio Ponti, uno dei più grandi architetti e designer italiani, morto a Milano nel settembre 1979. La mostra racconta Ponti – che il MAXXI descrive anche come «art director, scrittore, poeta, critico e artista integrale a 360 gradi» – attraverso materiali di archivio, modelli originali, libri, fotografie, riviste e «classici del design strettamente collegati ai suoi progetti architettonici».
Il MAXXI ha spiegato che lo spazio espositivo per la mostra è diviso «in otto sezioni che evocano concetti-chiave espressi dallo stesso Ponti», in un allestimento descritto come «immersivo e scenografico», che «suggerisce l’idea dello spazio del maestro: fluido, dinamico, colorato». Tra le altre cose, al MAXXI c’è anche una «mostra nella mostra» che presenta, attraverso il lavoro di otto fotografi, «una serie di sguardi contemporanei su altrettante opere pontiane, mostrandone la vita odierna». Opere come la Concattedrale di Taranto, il Palazzo del Bo dell’Università di Padova e il Grattacielo Pirelli a Milano.
Il titolo della mostra – “Gio Ponti. Amare l’architettura” – è anche un riferimento al suo libro più famoso, intitolato Amate l’architettura, in cui negli anni Cinquanta scrisse:
Amate l’architettura, la antica, la moderna.
Amate l’architettura per quel che di fantastico, avventuroso e solenne ha creato – ha inventato – con le sue forme astratte, allusive e figurative che incantano il nostro spirito e rapiscono il nostro pensiero, scenario e soccorso della nostra vita.