L’esame di maturità cambia di nuovo
Una circolare del ministero ha annunciato alcune modifiche nella prova orale e stabilito che per accedere all'esame sarà necessario partecipare ai test Invalsi
Il ministero dell’Istruzione ha diffuso ieri una circolare in cui annuncia alcune modifiche all’esame di maturità, valide per tutti gli studenti di quinta superiore a partire dall’anno scolastico in corso. Le principali novità riguardano le prove Invalsi, cioè quelle uguali per tutti gli studenti ed elaborate dall’Istituto nazionale per la valutazione del sistema educativo di istruzione e di formazione, e la prova orale, che cambierà di nuovo a un solo anno di distanza dalle ultime modifiche.
A settembre, in un’intervista al Corriere della Sera, il ministro Lorenzo Fioramonti aveva detto che la prova Invalsi «è utile» ma «non deve essere requisito di ammissione alla maturità». Da anni il test è molto criticato da studenti e insegnanti perché considerato il simbolo di una scuola che bada soltanto alle competenze tangibili e misurabili degli studenti, e più concretamente perché alcuni professori sacrificano diverse ore di lezione per preparare i propri studenti al test (nonostante non serva a valutare individualmente gli studenti ma l’operato di insegnanti e scuole nel loro complesso).
In passato Fioramonti aveva condiviso molte critiche alle prove Invalsi, ma al posto di cancellarle ha trovato una via di mezzo: da quest’anno sostenere la prova sarà una condizione necessaria per sostenere l’esame di maturità, ma non sarà necessario superarla né il risultato influirà sul voto finale. Ciascuno studente, inoltre, potrà conoscere il risultato della propria prova in maniera anonima, accedendo a un apposito sito (cosa che invece non potranno fare i professori, che disporranno solo dei risultati per classe). La norma era già prevista in un decreto attuativo della cosiddetta “Buona scuola”, la riforma dell’Istruzione approvata nel 2015 dal governo di Matteo Renzi, e lo scorso anno era stata sospesa dall’allora ministro Marco Bussetti.
In un articolo pubblicato oggi da Repubblica, la scrittrice e preside Mariapia Velediano ha difeso la decisione di Fioramonti, spiegando che in questo modo le prove Invalsi «mantengono il carattere di rilevazione e non di valutazione», e aggiungendo che «l’Invalsi ci restituisce ogni anno un piccolo tesoro di dati utili che le scuole e la politica sono chiamate a bene utilizzare». L’Unione degli Studenti, un’associazione di sinistra che rappresenta studenti delle scuole superiori e dell’università, l’ha invece definita «una scelta antidemocratica che va contro tutte le rivendicazioni degli studenti sull’esame di stato».
Oltre alla prova Invalsi, un’altra condizione necessaria per accedere all’esame di maturità saranno la cosiddette «attività programmate nell’ambito dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento»: cioè il nome che da qualche tempo ha assunto l’alternanza scuola-lavoro, un’altra norma introdotta dalla Buona scuola.
La circolare di Fioramonti reintroduce invece il tema storico, cancellato fra diverse polemiche da Bussetti perché molto poco popolare fra gli studenti (si stima che nel 2018 fosse stato scelto dall’1,3 per cento del totale). La struttura della prima prova sarà la stessa dell’anno scorso – analisi del testo (tipologia A), testo argomentativo (tipologia B) e tema d’attualità (tipologia C) – ma ieri il ministero ha stabilito che «almeno una delle tracce della tipologia B debba riguardare l’ambito storico».
Cambierà di nuovo l’esame orale, l’ultima prova della maturità. L’anno scorso, per decisione di Bussetti, all’inizio della prova gli studenti dovevano scegliere fra tre buste preparate dalla commissione d’esame che contenevano materiali utili per poter iniziare il colloquio, come un testo, un quadro, una fotografia, un’immagine tratta dai libri di testo, un articolo di giornale, o altre cose simili.
La novità non è stata particolarmente apprezzata, e la circolare di ieri ha spiegato che «l’onorevole Ministro non intende più rinnovare tale procedura di assegnazione del materiale ai candidati». Non è chiaro come verranno sostituite le buste, dato che sempre secondo la circolare anche quest’anno l’esame inizierà con «l’analisi da parte dello studente dei materiali preparati dalla commissione d’esame in un’apposita sessione di lavoro». Parlando con Orizzonte Scuola, il presidente dell’Associazione nazionale presidi Antonello Giannelli si è detto contrario all’abolizione delle buste, perché «garantivano al massimo la parità di trattamento tra gli studenti».
Infine, la circolare prevede alcuni criteri per convertire i crediti scolastici – che confluiscono nel punteggio finale della maturità e che sono calcolati a partire dalla media voto di fine anno – perché quelli acquisiti nel terzo anno di scuola degli studenti che sosterranno la maturità nel 2020 erano stati calcolati col vecchio sistema. La tabella per la conversione corretta è disponibile qui.